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Baby gang a Milano. 3 arrestati e 4 denunciati per 30 casi

Una baby gang composta da 7 ragazzini tra i 14 e i 17 anni, che compiva reati che vanno dal furto con destrezza alla rapina ai danni di coetanei e compagni di scuola, è stata scoperta dal commissariato Monforte Vittoria. Ieri mattina sono stati arrestati i tre membri più grandi di 15, 17 e 18 anni.

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Due di loro sono stati ricoverati in comunità mentre il 18enne, minorenne al momento dei fatti, è stato portato al carcere minorile Beccaria. Gli altri ragazzini sono stati denunciati a piede libero e riconsegnati alla custodia dei genitori. Il dirigente del commissariato, dott. Giuseppina Suma, ha raccontato come  si sono svolti i fatti.

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Le denunce e il riconoscimento fotografico

Dallo scorso maggio fino a questo ottobre ci  sono state una serie di denunce di  furto molto simili fra loro; la vittima era sempre un minorenne, 14 – 15 anni, spesso si trattava del furto di un telefono cellulare, o di un orologio di marca, o dello zaino firmato piuttosto che della felpa.  Pur non avendo contatti diretti fra di loro le vittime dei furti si conoscevano tramite Facebook.  Un segno che le rapine e furti avvenivano sempre nella stessa rete, quale può essere una scuola, o delle compagnia di amici. che si trovavano al parco del Fumetto o alla rotonda della Besana.  

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Al primo accertamento La polizia ha quindi deciso di chiamare in ufficio i ragazzini per sottoporli ad un riconoscimento fotografico. “Non è stato facile convincere i genitori”, ha detto la dottoressa Suma. “Ci hanno chiesto di avere garanzia che dopo il riconoscimento i colpevoli non avrebbero potuto ricontattare i loro figli.”  Convinti i genitori a collaborare, la polizia ha scaricato da Facebook  numerose fotografie ricostruendo la rete allargata dei contatti Facebook con i volti noti ai ragazzi. Immediato il riscontro. Tutti i ragazzi hanno indicato come aggressori le stesse persone.

In flagranza di reato

Qualche giorno di appostamento e la polizia coglie sul fatto, in piena fragranza, il più grande, un giovane italo tunisino di 17 anni.  Il giovane era il leader della tipica banda di bulli già evoluti. Aveva due comprimari e gli altri 4 erano gregari che non avevano partecipato a tutti i furti. ” Dalla prima indagine fino a Ottobre sono stati documentati 15 casi, dopo la consegna dei fascicoli al pubblico ministero ne sono stati trovati altri 30. ” Eravamo così abituati e avevamo così tanta paura che quando li vedevamo arrivare gli consegnavamo lo zaino senza che ci chiedessero niente. E loro sceglievano. Si sapeva che era così” hanno detto i ragazzi al momento dell’interrogatorio”.

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“Si sentivano così sicuri di sè che in un caso, dopo aver rubato un iphone con il blocco, sono tornati indietro a farsi dare il codice segreto dalla vittima”,ha raccontato ancora Giuseppina Suma. In un caso, però, un ragazzo è stato minacciato con un coltello trasformando il furto con destrezza in rapina.

I genitori

Nessuno dei genitori sospettava nulla. Sono famiglie normali anche se hanno dovuto riconoscere di aver perso il controllo dei loro figli. Si tratta di ragazzi con poca voglia di studiare. Alcuni non frequentavano più la scuola, altri la frequentavano saltuariamente. La baby gang non ha una componente etnica, a parte il leader del gruppo, che ha il papà tunisino e un altro ragazzo che è in parte di origine filippina, sono tutti italiani.

Nota della redazione
I giornalisti di Co Notizie News Zoom lavorano duramente per informare e seguono l'evoluzione di ogni fatto. L'articolo che state leggendo va, però, contestualizzato alla data in cui è stato scritto. Qui in basso c'è un libero spazio per i commenti. Garantisce la nostra libertà e autonomia di giornalisti e il vostro diritto di replica, di segnalazione e di rettifica. Usatelo!Diventerà un arricchimento della cronaca in un mondo governato da internet, dove dimenticare e farsi dimenticare è difficile, ma dove la verità ha grande spazio.
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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