Last Christmas. Un saluto a George Michael
Londra – Inaspettatamente, nell’ironico abbraccio del destino, è scomparso George Michael: nel giorno di Natale, stroncato da un arresto cardiaco nella sua residenza londinese, l’artista britannico di origini greco-cipriote si è congedato dal grande palco.
Michael aveva cinquantatrè anni e condizioni fisiche non ottimali già da qualche tempo: vari eccessi e uno stile di vita un pò bohémien hanno probabilmente contribuito in modo decisivo alla sua prematura scomparsa. George Michael è stato un leggendario interprete del pop internazionale: campione di quella che fu definita come golden generation britannica dei primi anni ’80 (celeberrima la sua esperienza negli Wham!, boyband con cui Michael firma classici immortali come Last Christmas e Careless whisper), nel 1987 dà inizio alla carriera da solista con l’album Faith, fenomeno musicale da svariate decine di milioni di copie e schietto testimone del talento compositivo dell’artista. La sua voce educata e le sue melodie raffinate percorrono un pò tutti gli anni ’90, certificando l’avvenuta e consolidata maturazione di un musicista sensibile e completo (significative sono le prove di Listen without prejudice e Older).
Una personalità straripante
Il suo dinamismo musicale tende ad affievolirsi dal ‘2000, con la pubblicazione di un solo album di inediti (Patience, 2004) e una più calibrata attività live: è il momento in cui il cantante deve riunire la gestione di delicate questioni personali allo slancio creativo di sempre.
George Michael ha rappresentato uno dei rari casi in cui autentico talento e frivolezza si sono abbracciati in un artista dalla grande immagine e dalla personalità spesso straripante, estroso interprete della sensibilità di più di una generazione.
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