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Regione Lombardia promuove l’uso della lingua lombarda

Milano – Il consiglio regionale della Lombardia ha approvato la prima legge per la protezione e la diffusione della lingua lombarda. Nella foto, la copertina di due libri di testo di Bergamasco. Furono pubblicati qualche anno fa e adottati da alcune scuole elementari orobiche.

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lingua lombardaIl Testo Unico della Cultura è stato approvato in questi giorni dal consiglio di regione Lombardia. Contiene anche alcuni articoli che si occupano della salvaguardia delle lingue lombarde, in tutte le sue varianti. Non solo il milanese, quindi, ma anche il bergamasco, il bresciano, il mantovano, e la lingua di Bondeno. La lingua lombarda, infatti, ha una sola forma grammaticale comune, molto diversa dall’italiano, ma si suddivide in tante varianti. Ognuna di queste varianti ha una sua spiegazione storica e linguistica. Studiare i motivi delle differenze linguistiche è affascinante. L’utilizzo della lingua locale, a scuola come nella vita normale, rende consapevoli della propria identità culturale.

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Grande passo per la tutela della lingua lombarda

Il vice presidente del consiglio di Regione Lombardia, Fabrizio Cecchetti (Lega nord), ha esultato di fronte a questo provvedimento legislativo. Non poteva essere diversamente, per un indipendentista lombardo. “Un primo grande passo per la tutela della lingua lombarda. Ora Regione Lombardia potrà promuovere importanti misure per diffondere e valorizzare una lingua che troppo spesso è stata combattuta dallo stato italiano. Purtroppo è stata anche sminuita dagli stessi lombardi.” ha detto, riferendosi anche all’atteggiamento di alcuni amministratori del pd.

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Dopo questa piccola nota polemica, però, Cecchetti, ha continuato a spiegare le possibilità aperte dall’approvazione del testo unico. “Da quando è stata istituita, nel 1970, Regione Lombardia non si è mai dotata di una legge per tutelare la lingua locale. Ora finalmente la Regione potrà mettere in campo una serie di iniziative per sostenere le realtà culturali e artistiche che tengono viva la lingua lombarda, promuovere il bilinguismo e incentivare le nuove generazioni a conoscere meglio le proprie radici, partendo dall’ insegnamento nelle scuole.”

Lo studio e la promozione dell’uso della lingua lombarda negli ultimi 25 anni.

L’insegnamento della lingua locale nelle scuole dell’obbligo è stato realizzato per alcuni annida diversi Comuni. Purtroppo l’impegno è stato sporadico. Si facevano carico, all’interno dei piani per il diritto allo studio, di progetti specifici. Varese è la provincia che ha dato di più in questo campo. La scuola Bosina, di Varese, aveva iniziato, nei suoi anni d’oro, con la maestra Lucia Talamone. Questa donna, amante delle tradizioni locali, aveva anche creato i libri di scuola. Insegnava la lingua bosina ai bambini delle classi elementari. Il successo fu tale che ora anche le scuole statali di Varese hanno nel loro POF ( piano offerta formativa) i corsi di lingua locale. Anche nella bergamasca l’esperimento del bilinguismo ha avuto successo. Come dimenticare i libri di bergamasco adottati dalle scuole dell’obbligo creati da Giancarlo Giass, un ingegnere con la passione per la storia e la lingua locale, e dall’associazione culturale Alp?

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Una polemica con il pd. Vorrebbe cancellare la cultura lombarda

Fabrizio Cecchetti ha poi continuato dicendo che “La lingua lombarda rappresenta la storia e la cultura della nostra terra. E’ riconosciuta dall’Unesco come una lingua a rischio estinzione. Per questo motivo ci deve essere l’impegno di tutti per non perdere questo grande patrimonio e isolare le posizioni ideologiche degli esponenti del Pd che sul territorio arrivano persino a far rimuovere la toponomastica in lombardo nei comuni che amministrano, dimostrandosi i primi nemici della cultura locale della Lombardia. Sono contento che la Regione Lombardia, su spinta della Lega Nord, abbia approvato la legge che permetterà finalmente di diffondere, tutelare e valorizzare la nostra lingua, la lingua lombarda. Questa è un’altra vittoria della Lega Nord, del suo gruppo in consiglio regionale e dei suoi esponenti in giunta, che ringrazio.”

Ora però arriverà il lavoro duro. Prima di poter insegnare realmente le lingue nelle scuole sarà necessario formare degli insegnanti che la conoscano. CI si aspetta quindi l’offerta di corsi di aggiornamenti destinati agli specialisti, e incentivi a quelle scuole, anche statali, che inseriscono il bilinguismo lombardo nel loro POF.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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