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Milano. L’abbacchio in salsa gremolada non convince

Milano – Qualche riflessione sulle elezioni del sindaco di Milano. Vince Sala. Parisi è definito come un abbacchio. La Gremolada è la saporita salsa di prezzemolo e aglio che viene aggiunta alla popolarissima, quasi populista, ricetta milanese degli ossibuchi.  Forse per questo non ha convinto.

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milanoChe Parisi non fosse il tipo di candidato che entusiasmava i leghisti lo si sapeva praticamente dall’inizio. Qualche difetto, di quelli grossi, ce l’aveva. Non è solo il fatto di essere un romano a Milano, cosa che ha avuto un peso relativo. Piuttosto perchè è un paraculato della grande borghesia (Berlusconi in primis). Questo pare aver pesato parecchio nel determinare la mancanza di entusiasmo che si è registrata nel secondo turno delle elezioni amministrative di Milano. Non fra i militanti, quanto piuttosto fra chi vota lega nord e ne condivide le idee. Si trattava di un candidato di coalizione e come tale i leghisti lo hanno accettato e sostenuto.

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Beppe Sala e Stefano Parisi troppo simili

Lo stesso Matteo Salvini aveva detto, durante al campagna elettorale, che se c’era qualcuno in grado di battere Beppe Sala era Stefano Parisi e l’analisi non è stata sbagliata. Ci è arrivato ad un pelo. Ha perso solo per 17mila voti. Il problema era semmai cosa sarebbe successo se avesse vinto. Dopo le uscite pro – Europa e pro euro di Parisi e le uscite anti Lega Nord di Albertini si intravedeva uno scenario in cui la Lega Nord avrebbe avuto il difficile ruolo di opposizione in maggioranza. Uno scenario che non piaceva agli elettori della Lega Nord e tantomeno a quelli del M5 stelle, che vedevano i due candidati Sala e Parisi come fin troppo simili. Per quale motivo andare a votare per Parisi se non vi era la possibilità di vedere un cambiamento, anche se, per loro, di seconda scelta?

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Beppe Sala sindaco comunista? Tirerà fuori dell’armadio la Tshirt con il Che Guevara

Al giorno d’oggi il centro destra vince con la politica del concreto. Quella che risolve veramente i problemi e amministra sul serio. Alla coalizione la gente chiede la politica coraggiosa, che si contrappone ai poteri forti. Non quella di chi ci si inchina. A quella pensa Renzi. Se gli elettori vogliono una coalizione della Lega Nord con il centro destra non è perchè la Lega si assimili al centro destra, quanto piuttosto il contrario. Difatti le vittorie di Centro Destra e Lega Nord sono arrivate dove il centro destra, forza italia in primis, ha osato e ha evitato di prendere posizioni da “democrazia renziana”. Ora siamo in una situazione in cui il sindaco di Milano è, comunque, di centro destra, ma eletto dal PD.

L’idea di Giuseppe Sala che fa il comunista fa ridere. Forse metterà ancora qualche Tshirt stampate con la faccia di Che Guevara, giusto per mettere ancora più in imbarazzo chi ci ha creduto veramente, ma le scelte politiche saranno quelle di Renzi. La difficile strada dell’opposizione in maggioranza toccherà alla sinistra dell’opposizione interna a Renzi. Sinistra che, prevedo, uscirà dai prossimi 5 anni, molto più berlusconizzata di quanto sia ora con Renzi come segretario. Vedremo cosa succederà il prossimo 24 giugno, al congresso direttivo del PD. Tutto considerato, a Milano ci sarà da divertirsi.

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La Lega Nord con le mani libere. Salvini: “il dentro tutti non paga”

Alla Lega Nord non rimane poco. Ha perso, è vero, ma le rimangono le mani libere. Ed è una gran cosa. Matteo Salvini ha già chiuso l’esperienza Parisi, lo ha detto questa mattina a Rpl, in modo molto chiaro.
“Parisi farà il capogruppo d’opposizione e punto. Adesso, va bene tutto, dai, ma non penso che il nuovo centro destra passi da Alfano e Passera. Per il bene della mia città, non ho rotto le scatole. E’ stata una campagna elettorale bizzarra dove io mi sono morso la lingua più volte, quando Albertini ha detto che la lega era irrilevante, quando Parisi dice ‘assolutamente no alla brexit, bisogna salvare l’euro, bisogna salvare l’Europa’. Mah, ho dovuto respirare fino in fondo, contare fino a 10 e poi pensare a qualcos’altro.”

“E’ vero che a Milano abbiamo preso il massimo storico degli ultimi venti anni, però abbiamo perso. Quindi anche il ragionamento sulla formula del centro destra moderato, il manager, dentro tutti (Alfano, Passera, Albertini) così si vince non funziona. La gente,le minestre riscaldate te le lascia nel piatto spesso e volentieri. Se 500mila persone stanno a casa è perchè non erano convinti. E’ perchè anche noi non eravamo abbastanza convincenti, riconoscibili. Probabilmente, troppo mischiati in un fritto misto in cui i gusti non si distinguono.” Ha detto ancora Matteo Salvini intervistato da Giulio Cainarca.

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Il nuovo centrodestra? Non sarà di Parisi

E ‘ chiaro che Matteo Salvini non terrà in considerazione Stefano Parisi nella formazione di un nuovo centro destra. Operazione che non potrà fare a meno nè di Matteo Salvini nè della Lega Nord. Oggi, la Lega Nord non governa Milano, è vero, ma ci sono i mezzi per fare a Beppe Sala quello che un tempo si chiamava “un culo pazzesco” su ogni problema cui non darà una pronta soluzione. Beppe Sala è stato votato, infatti, con una sinistra che si è “turata il naso”, solo per impedire la vittoria del centro destra. Troppo poco perchè funzioni davvero.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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