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Ecco la Voragine. Si apre un buco nella discarica

Ossona – Una voragine si è aperta sulla strada di accesso della nuova discarica di via Verdi ancora prima dell’inaugurazione. Il Comune dà l’annuncio dell’apertura del contenzioso con la ditta costruttrice. Ecco un vero complicato assurdo strano caso ossonese. le reazioni della politica locale.

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piazzola ecologicaNell’articolo Pesce d’aprile. Renzi non inaugura la Piazzola Ecologica avevo scritto che il pesce d’aprile organizzato da cronacaossona, Matteo Renzi inaugura la nuova piazzola ecologica aveva scoperchiato involontariamente un vaso pieno di strani casi ossonesi. All’inizio si parlava della mancata inaugurazione della nuova piazzola ecologica di via Verdi, attesa già da qualche mese e non ancora avvenuta. Già dallo scorso settembre la piattaforma era stata data per completa, tanto che il cantiere risulta finito. Oggi si scopre la causa per cui la piazzola non è ancora in funzione: si tratta di una voragine dal diametro di circa un metro e mezzo. Tutto il terrapieno, appena costruito e che sorregge la rampa di accesso allo spazio dei cassoni, sembra sul punto di cedere anche in altri punti, mostrando il vuoto che si è creato al di sotto. La notizia, cui è stata dedicata mezza pagina, è apparsa oggi sul quotidiano cartaceo “Il Giorno”.

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cambiamenti. Social journalism

Cosa è successo?

La storia è complicatissima, piena di particolari, come si addice ad un vero strano caso ossonese. La nuova piazzola ecologica di Via Verdi è costituita da un piano asfaltato con alcune coperture e da una rampa da percorrere in automobile che costeggia le postazioni dei cassoni di raccolta. Chi deve scaricare ingombranti sale sulla rampa con l’automobile o il camion carico, si ferma a fianco del cassone di raccolta del materiale di cui deve liberarsi, lo scarica e scende dalla parte opposta. La rampa è sostenuta da un terrapieno di terra riportata, probabilmente dal prato laterale, anch’esso di proprietà comunale. Quel terreno è una ex cava di argilla in cui i problemi di drenaggio sono noti da almeno 60 anni. Costruito il terrapieno, forse ci si è dimenticati di che terreno si trattava, oppure nel progetto non erano state indicate le opere da eseguire per ottenere la stabilità. Sta di fatto l’asfalto ha ceduto e si è aperta la voragine. La terra riportata invece di assestarsi sembra essersi dilavata. Non c’è più. Naturalmente in quelle condizioni è impossibile che camion o automobili utilizzino la rampa.
I difetti della piattaforma ecologica non i fermano a questo purtroppo: chi l’ha progettata e/o costruita non ha tenuto conto dei carretti e delle bici-carretti utilizzate specialmente dagli anziani e chi non ha la patente per i piccoli trasporti. La salita e la discesa sono troppo ripide, difficili da percorrere con la bicicletta o con il carretto o a piedi. Sembra la rampa di un box di città. Eppure, lo spazio non manca di sicuro.

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L’amministrazione è stata fortunata

Tutto considerato, all’amministrazione comunale questa volta è andata bene. La sabbia e la terra utilizzate per costruire il terrapieno hanno avuto il buon senso di dilavarsi prima della consegna formale della piazzola e prima che a qualcuno venisse in mente di firmare le liberatorie per le fideiussioni di sicurezza che sicuramente saranno state richieste per assicurare il buon andamento e la resistenza dei lavori. Sono assicurazioni che permettono ai Comuni, nei 6 mesi seguenti all’accettazione dell’opera, di riparare danni di possibili difetti di fabbricazione.
Dal Giorno apprendiamo che Sindaco e Assessori si sono impegnati nel fare causa alla ditta costruttrice. Il che significa che la piazzola ecologica non potrà essere aperta a breve. Dalle pagine del Giorno, il sindaco Venegoni e gli assessori parlano di settembre, ma è una data che dipende da molti fattori. Prima andranno stabilite le responsabilità, chiesti i danni e ci sono tanti passaggi che fanno prevedere un tempo che, generalmente, è di 3 anni.
Lasciano perplessi anche le vicende della bilancia per i rifiuti e quella dello studio idrogeologico. Qualche mese fa, il vicesindaco Giovanni Oldani aveva dichiarato che all’apertura della piazzola ecologica mancavano solo i permessi e le certificazioni relative alla bilancia per i rifiuti, ma chi si è recato in via Verdi ha visto la base di appoggio in cemento, ma non la bilancia che avrebbe dovuto essere già posizionata da mesi. Speriamo non sia sprofondata anche quella. Il vicesindaco Giovanni Oldani è proprio sfortunato: sono 12 anni che tenta di costruire quella piazzola, e ora che era quasi arrivato alla meta, si apre una voragine.
Lo studio idrogeologico avrebbe dovuto essere allegato al progetto, o al nuovo Pgt, e l’assessore Francesca Monno, sempre dalle pagine del Giorno, dice che c’è. Se c’è, però, pone delle belle domande: infatti, o non lo ha letto nessuno oppure non fa rilevare il problema.

L’interrogazione di Sergio Garavaglia, SiAmo Ossona

Lo scorso 3 aprile, Sergio Garavaglia ha consegnato in Comune un’interrogazione che dice: “Da giorni ci chiediamo il motivo della non apertura della nuova piattaforma ecologica, visto il termine dei lavori e l’uscita dal cantiere delle maestranze. Da fonte certa (assessore Porrati) abbiamo raccolto voce che il motivo vada ricercato nella contestazione dei lavori da parte del Comune all’azienda costruttrice. Più precisamente nel cedimento della vasta struttura/platea in cemento. Ricordiamo che più volte in questo decennale abbiamo contestato l’area scelta per la realizzazione. Motivi di sicurezza, logistici e logici. Già dai primissimi consigli comunali avevamo fatto presente che l’area prescelta era un sito cava della vecchia fornace di Casone e che durante le piogge vi erano grossissimi problemi di drenaggio. Avevamo chiesto più volte di prendere in visione la obbligata analisi idrogeologica. Come consolidata vostra abitudine, non abbiamo avuto il piacere di riceverla. Se, come pensiamo, la zona sia stata usata anche per escavazioni, viene logico pensare che il sedime non poteva essere usato per una enorme gettata di cemento senza avere poi problemi di tenuta statica. Si chiede: cosa dice l’indagine idrogeologica? Sono vere le affermazioni dell’assessore Porrati? Vi sono dei cedimenti strutturali? vi è un contenzioso fra Comune e maestranze costruttrici? quando avremo l’apertura della piattaforma. Invitandovi a rispondere in coscienza e verità e non come al solito rimbrottando i richiedenti con pistolotti pseudo morali, salutiamo. Il gruppo di minoranza Siamo Ossona.”

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L’ interrogazione di Gilberto Rossi, Cambiamo Ossona

“Prot. 2889 6 aprile 2016 Oggetto: piattaforma ecologica; analisi idrogeologica. In data 6 aprile, apprendiamo tramite il quotidiano il Giorno di “una voragine sulla strada polemica alla piattaforma ecologica” (questo il titolo dell’articolo). Questa breve per chiedere: 1. Istituzione della “commissione urbanistica” per poter collaborare e aiutare, e prevenire se possibile, inconvenienti 2. Copia dello studio idrogeologico in merito all’area interessata dai lavori idrogeologici 3. Notizie e calendario dei lavori in vista dell’apertura della “piattaforma ecologica”.
Devo fare una battuta sull’interrogazione fuori tempo massimo di Gilberto Rossi! Quell’uomo lì ha proprio un brutto rapporto con gli scherzi. Prima la vicenda del Gibogate, in cui si arrampica sugli specchi per uscire dal ginepraio dello scherzo di Halloween e in cui dichiara di aver denunciato me e cronacaossona. Ora invece è rimasto al palo per non essere caduto in un pesce d’aprile organizzato tramite Cronaca Ossona. Se il primo aprile alle 18 fosse andato a contestare Matteo Renzi in via Verdi, avrebbe visto la voragine ben prima di apprenderla dal Giorno.
Un altro sintomo del ritardo di Gilberto Rossi è nella richiesta di una commissione urbanistica, che è stata dichiarata ente inutile ed abolita dalla legge 12 di regione Lombardia, quella che fa nascere i PGT. Alcuni comuni hanno tenuto la commissione edilizia, che comunque è formata da tecnici e non da politici. E’ invece obbligatoria la commissione paesaggistica, che è formata da tecnici con determinati profili professionali e che a Ossona esiste dal 2009 ed è tutt’ora in carica, ma il cui parere è discrezionale.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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