Cosa succede in cava? Vogliono farci una discarica
Casorezzo – La sera del 17 marzo il comitato Salviamo il paesaggio di Casorezzo ha organizzato un incontro pubblico per fare il punto della situazione sul progetto di discarica che l’azienda Solter ha avanzato da inserire nella cava di ghiaia che si trova fra Casorezzo e Busto Garolfo. Alla riunione erano presenti molti cittadini di Casorezzo. Si tratta di un problema ambientale molto sentito e sono passati pochi mesi da quando la stessa azienda ha tentato di costruire nella cava un progetti di stoccaggio di amianto,ora tramontato grazie a regione Lombardia.
L’incontro pubblico organizzato dal comitato Salviamo il Paesaggio di Casorezzo avviene ad un mese esatto dall’audizione in Regione Lombardia, in cui è stato consegnato un “libro bianco” o meglio un fascicolo con tutta la storia e le informazioni che riguardano la cava della ex Casorezzo srl, ora appartenente alla ditta Solter. A fine marzo scadranno i termini per la presentazione delle osservazioni che il comune di Casorezzo e quello di Busto Garolfo, sul cui territorio si trova la cava, oltre alle altre associazioni ed enti interessati, possono formulare.
Il grave problema del progetto di discarica riguarda i 151 codici cern per le tipologie di rifiuti apportabili. Molti di questi codici sono dei cosiddetti codici a specchio, cioè comprendono materiali che sono inseriti in due tipologie, materiali pericolosi e materiali non pericolosi. Per essere più chiari. uno stesso materiale è indicato sia in elenco identificato con un codice Cern inserito nell’elenco dei “pericolosi” sia in un elenco identificato con un codice inserito nell’elenco dei materiali ” non pericolosi” .
Alcune volte questo doppione è giustificato dalle quantità apportate; sotto una certa quantità è non pericoloso, sopra è pericoloso, ma in questo modo, dato che i materiali sono identificati all’entrata dei camion in discarica è difficile dire quanto di quel materiale è già stato conferito e quando diventerà pericoloso. Altre volte, invece, non vi è neppure una spiegazione logica per l’esistenza di due codici per lo stesso materiale.
Alla riunione hanno partecipato i cittadini, il sindaco di Casorezzo, Pierluca Oldani, Giuliana Cislaghi e molti altri. Fra questi Lanfranco Garavaglia e Gilberto Rossi.
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