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Non Infanghiamoci. Nuova battaglia dei M5stelle

I consiglieri regionali M5S Iolanda Nanni e Andrea Fiasconaro stanno promuovendo una battaglia in regione Lombardia, nell’ambito della cultura agricola. Si chiama Non Infanghiamoci e riguarda i fanghi utilizzati in agricoltura, i concimi semi-naturali derivati dal trattamento dei rifiuti fangosi provenienti sia da allevamenti sia da processi industriali. La proposta del Movimento 5 stelle lombardo è di vietarne lo spargimento all’interno di una fascia di rispetto di 500 metri dalle abitazioni civili.

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non infanghiamoci M5 stelle lombardia fanghi agricoliI consiglieri regionali dei 5 stelle mirano a coinvolgere i Comuni invitandoli a dotarsi di un regolamento che argini il fenomeno. Iolanda  Nanni e Andrea Fiasconaro rendono noto che “Le province più colpite dallo spandimento indiscriminato di fanghi sono senza dubbio quella pavese e il lodigiano”  e che per questo “abbiamo lanciato un’iniziativa per tutti i Comuni interessati da questo problema. Abbiamo infatti preparato una mozione, scaricabile dal nostro sito, che mettiamo a disposizione di tutti i consiglieri comunali lombardi affinchè possa essere discussa ed approvata in tutti i Comuni interessati dallo spandimento fanghi.” Andrea Fiasconaro cita anche una sentenza del consiglio di Stato, emessa a favore del Comune di Gambalò (PV), che fa giurisprudenza.
I due consiglieri di regione Lombardia danno anche delle notizie sulla provenienza dei concimi fangosi. Fra questi ci sono quelli prodotti dagli allevamenti di maiali che, al contrario del concime bovino, equino o pollino hanno una composizione troppo acida per essere utilizzati direttamente. Fra i fanghi utilizzati per la produzione di concimi ci sono anche quelli derivati dalla depurazione delle fogne cittadine, che sono ricchi di azoto e fosforo, sostanze che stimolano la velocissima crescita della flora e che quindi devono trovare impieghi precisi e devono essere utilizzati con competenza.

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E’ lo stessa Iolanda Nanni che informa sulle statistiche della produzione e dello smaltimento dei fanghi, scrivendo che questo tipo di concimazione dei terreni è in continua espansione. “in Lombardia si producono annualmente circa 791.888 tonnellate di fanghi, il 45,1% dei quali proveniente dalla depurazione degli scarichi civili ( fogne) il 28,1% dalla depurazione di acque industriali, il 26,8% da aziende agricole. Da questo totale di fanghi prodotti, 193.073 tonnellate vengono inviate a impianti in altre Regioni, mentre 655.075 tonnellate vengono inviate in impianti lombardi. La quantità totale di tonnellate annualmente avviate a trattamento in impianti lombardi per utilizzo in agricoltura è pari a 748.402, di cui oltre la metà (405.598 tonnellate annue) vengono importate da altre Regioni.  La quota annua di fanghi non destinati all’agricoltura, viene trasferita in appositi impianti di trattamento.”

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Il problema che si pone il movimento 5stelle è quello evidenziato da alcuni studi effettuati a livello europeo, che riguarda il rischio che la pratica porti, anno dopo anno, ad accumulare nel terreno sostanze inquinanti e pericolose per la salute, come metalli pesanti, diossine, sostanze chimiche e farmaceutiche, inquinanti organici, intendendo i principi attivi dei medicinali di uso quotidiano, virus e batteri, che rischiano di finire nella filiera agroalimentare.
Nel settore degli imprenditori dell’agricoltura, c’è chi approva il tentativo di arginare la pratica dell’utilizzo dei fanghi sparsi sui campi, ma anche chi, invece, considera ottimo l’utilizzo dei fanghi come concime e pensa che si possa considerarlo naturale se cariche batteriche, virali e le percentuali di altre sostanze sono sotto controllo, in quanto è un tipo di concime molto efficace. Il compost, anche se non ha la forma del fango, è prodotto utilizzando gli stessi scarti, ma con tempi più lunghi di sedimentazione e una cessione più lenta dei nutrienti. Il fango, invece, permette una più veloce integrazione con il terreno, e i fanghi derivati dalla depurazione delle acque delle fogne non potrebbero trovare impiego diverso da quello agricolo.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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