Terrorismo islamico in Lombardia al consiglio regionale
Mercoledì 25 novembre si terrà una seduta del Consiglio regionale della Lombardia dedicata al dibattito sulla lotta al terrorismo islamico e al contrasto ad ogni forma di violenza e di fondamentalismo. Già questa mattina il presidente della Lombardia Roberto Maroni è intervenuto, alle 9.45, per la commemorazione delle vittime della strage di Parigi, introdotta dal presidente del consiglio Raffaele Cattaneo.
Al dibattito è prevista la partecipazione del console francese a Milano Olivier Brochet e del Segretario Generale dell’Istituto Culturale francese Thierry Viallet; questa mattina era invece presente il Console Generale Aggiunto di Francia Marion Fesneau-Castaing. Le opinioni di Simona Bordonali (lega Nord) e di Eugenio Casalino ( Movimento 5 stelle) in merito alla situazione di rischio in Lombardia e alla legge regionale sui luoghi di culto.
Il dibattito
Stragi, l’isis, il terrorismo islamico, la paura, la commemorazione delle vittime, l’insieme ai metodi per contrastare la violenza e il fondamentalismo, saranno al centro del dibattito che occuperà la seduta del consiglio regionale della Lombardia che avrà luogo domani mattina, dalle ore 10 alle 13, nell’aula del parlamento lombardo di via Fabio Filzi. Sono già previsti gli interventi dei capigruppo delle vari forze politiche che compongono l’assemblea. La scelta del consiglio regionale di dedicare una seduta al tema del terrorismo arriva dopo le pressioni della scorsa settimana, specialmente da parte della Lega Nord, ma anche da altre forze politiche, per procedere con la legge sui luoghi di culto.
A tal proposito, il presidente Maroni ha spedito una lettera al premier Matteo Renzi in cui scrive : “Dopo le stragi di Parigi, il Governo rinunci all’impugnativa della legge lombarda sui luoghi di culto”. Roberto Maroni, nel dare la notizia della missiva, ha aggiunto che sarebbe un’ottima iniziativa se anche le altre regioni adottassero lo stesso testo della legge della regione Lombardia. “Ritengo inoltre alla luce dei fatti di Parigi e delle decisioni annunciate dal primo ministro francese, che questa nostra legge regionale possa essere adottata anche dalle altre Regioni italiane e diventare dunque un modello nazionale in questo settore così delicato”.
Non si tratta di una provocazione o di una sfida al governo, come qualcuno potrebbe pensare, ma della necessità di affrontare con forza un pericolo serio e che minaccia la Lombardia molto da vicino. Se non bastasse la normale sensazione di insicurezza diffusa, dovuta a fatti concreti che ci avvengono intorno, in questi giorni è stata pubblicata una ricerca effettuata dall’Istituto Demoskopika ha tracciato la mappa delle regioni a più alto rischio di infiltrazione terroristica. La Lombardia è al primo posto assoluto. L’assessore regionale alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione Simona Bordonali si è detta molto preoccupata della situazione:
“Apprendiamo con grande preoccupazione dagli organi di stampa che, nel mese di agosto, il terrorista islamico Salah Abdeslam è passato da Como insieme ad altri pericolosi colleghi. Chiediamo dunque al Governo un’attenzione particolare al territorio lombardo”. Una richiesta che va ad aggiungersi a quella di Roberto Maroni, quindi, ma sono anche i contenuti di relazione ufficiale che preoccupano l’assessore. “La relazione dell’Antiterrorismo con l’elenco dei centri islamici potenzialmente pericolosi indica che quattro si trovano in Lombardia.
Sono quello di via Quaranta e la moschea di viale Jenner a Milano; la moschea Omar Al Faruk di Varese e il centro islamico di via Domenico Pino, proprio a Como. Sono da registrare inoltre i diversi arresti effettuati nei mesi scorsi proprio in Lombardia: l’imam di Zingonia (Bg), l’ex imam di Cremona, il giovane jihadista residente a Vobarno (BS), cosi’ come la residenza a Inzago (Mi) della terrorista Fatima.
Sappiamo che le Forze dell’ordine lavorano quotidianamente per prevenire qualsiasi attacco, ma chiediamo al Governo di fare di più. Chiediamo che vengano chiusi i luoghi di culto islamici considerati a rischio e che vengano inviati in Lombardia altri agenti delle Forze dell’ordine per coprire anche solo parzialmente una carenza stimata in 2.500 unità.”
Leggermente diversa, anche se solo per particolari non sostanziali, la posizione del presidente del consiglio Raffaele Cattaneo che questa mattina ha iniziato il suo intervento in aula chiedendo ai mussulmani presenti in Lombardia uno sforzo maggiore nel condannare quanto è successo in Francia.“Chiediamo alle comunità islamiche gesti concreti, netti e unanimi di presa di distanza e di condanna del terrorismo, senza se e senza ma. Le manifestazioni di Roma e Milano sono state primo segnale. La prima comunità che deve mostrare di avere gli anticorpi per combattere la deriva fondamentalista che fa da brodo di coltura del terrorismo è proprio la comunità islamica a cui chiediamo una reazione forte, responsabile, indubitabile”.
Definire le manifestazioni di Roma e Milano un primo segnale è giusto
Non è sfuggito a nessuno, specie ai lombardi, che i numeri dei partecipanti islamici alle manifestazioni erano troppo esigui per essere considerati qualcosa in più di un debole segnale, primo solo, per il momento, nelle speranze. Se i partecipanti fossero stati solo qualche decina in meno si sarebbe potuto parlare di prese di posizione singole.
E’ quasi certo che la legge ” sui luoghi di culto domani sarà uno dei punti della discussione nella parte che riguarda i metodi di contrasto del terrorismo che la regione potrà realizzare. Anche il movimento 5 stelle di regione Lombardia darà probabilmente il suo apporto alla discussione, dato che si è già espresso tramite il consigliere Eugenio Casalino che ha così commentato le dichiarazioni di Roberto Maroni sulla richiesta fermare l’impugnativa del Governo sulla legge regionale sui luoghi di culto.
“La legge regionale “anti moschee” (così denominata dalla maggioranza) impugnata dal governo di fronte alla Corte Costituzionale rappresenta una regressione oscurantista di questa regione e secondo la stessa maggioranza dovrebbe costituire uno strumento per la sicurezza dei cittadini, come stanno ripetendo in questi giorni suoi esponenti dopo i tragici fatti di Parigi. La realtà è esattamente il contrario: tenere negli scantinati a pregare centinaia di musulmani rappresenta una regressione per la sicurezza dei cittadini e un inasprimento delle tensioni con la comunità dei musulmani che lavorano e pagano le tasse in Lombardia, più di 400 mila. Una scelta tipicamente propagandistica di questa maggioranza che porterà solo problemi, e non soluzioni, su tutti i fronti.
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Anche se ciesa sarebbe in perfetta lingua milanese, il mio è stato un refuso, intendevo chiesa.
Purtroppo il buonismo uccide.
Se io domani costituissi una setta religiosa che avesse fra i suoi principi l’uccisione dei non cristiani, verrei immediatamente arrestato, e giustamente.
Lo stesso deve valere anche per le religioni già esistenti.
Non è tollerabile che si possano leggere in ciesa versetti che incitano al crimine. Quindi, al pari delle bibbie che riportano note esplicative, anche i Corano usati in Italia debbono avere a margine la nota che i precetti valevano solo per l’epoca. In caso di disubbidienza, o se l’imam dovesse incitare verbalmente a compiere quanto non può essere messo per iscritto, va espulso, e la sua moschea chiusa.
sono d’accordo su ogni parola detta dal Presidente Roberto Maroni. Non accetto, né condivido quanto asserisce Casalino del movimento 5 stelle. Lui sì che è fazioso e cavalca l’onda del buonismo a tutti i costi. Non si è ancora reso conto della paura che serpeggia fra la gente comune che sento il pericolo molto vicino e non sa come fare a proteggersi.
Solo chi ha il coraggio di dire le cose come stanno avrà ragione, gli altri fanno il gioco dei terroristi!!!