Ossona, altri particolari sulle minacce dei rom
In questi ultimi due giorni sono arrivati altri particolari su quanto è successo domenica a Ossona e che ha profondamente spaventato e fatto arrabbiare quanti ancora non sapevano che a Ossona era tollerato il fatto che delle persone di etnia rom ma di origini serbe, picchino e derubino e scippino anziani, minaccino e picchino i bambini e i ragazzini e le loro mamme, anche mentre tornano da scuola.
Dai racconti della cittadinanza su ciò che succede con terrificante regolarità a Ossona, sembra che la donna che è protagonista di questi fatti (ne è rimasta una sola, dopo l’arresto della minorenne che ha effettuato lo scippo in piazza Aldo Moro) si faccia chiamare Chanel, nonostante non sia il suo vero nome, ma pare che sia il nome della bambina di 4 o 5 anni che vive con lei. A quanto pare, la donna si comporta così perchè quando compie i suoi misfatti, come le aggressioni, l’accattonaggio e altre cose, nelle denunce la gente la indica la responsabile con il nome di Chanel.
Quando interrogata, l’adulta mostra la bambina di 4 o 5 anni dicendo che Chanel è la bambina e che lei ha un altro nome. In questo modo dà dei bugiardi ai testimoni e inficia le loro testimonianze. Nella sua mentalità contorta, scarica la colpa sulla bambina e chi raccoglie la denunce tende a confondere le due persone e a porsi, ovviamente, dei dubbi. Nessuno, infatti, potrebbe arrivare a pensare che a una persona normale venga in mente di porre in essere una strategia simile, tanto meno ai testimoni e alle vittime delle vessazioni e delle minacce.
Una persona normale penserebbe ad una ingenuità che non può aver legalmente seguito, (e invece ne ha perchè si indica una persona come responsabile e non degli “ignoti”) e bisogna far rilevare la perfidia di questo atteggiamento che scarica su una bambina piccola, in quanto non punibile, le colpe usandola in un modo che definire stomachevole è ancora poco.
La situazione non è chiaramente più sostenibile ad Ossona, e i componenti del Comitato Ossona Sicura hanno deciso che informeranno anche l’assessorato alla sicurezza della Regione Lombardia, dato che non vi sono risposte da parte dell’amministrazione comunale e dell’assessore alla sicurezza Porrati, nemmeno dopo che, due settimane fa, il presidente del Comitato ha chiesto di avere un appuntamento con il sindaco Marino Venegoni. Il sindaco di Ossona, ad oggi, non ha dato ancora cenno della sua esistenza.
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Daccordissimo con te Roberto Paciolla, non capisco neanche io come e perche’ queste persone devono essere tutelate in tutto e per tutto diversamente da noi, posso solo pensare che purtroppo istigano le persone a farsi giustizia da sole, daltronde in Italia e’ cosi’ , finche ( e neanche ) non succede qualcosa di grave o ci scappa il morto, la giustizia “non puo’ fare nulla” . Ma il comune il sindaco e tutto il resto, possibile che non puo’ fare niente???????? Non ci credo!!!!! Non ho parole
Ormai è una vergogna
Ma in tutto questo mi domando : perché una povera famiglia sana ma con solo la colpa di essere povera intervengono assistenti sociali ad allontanare i figli da casa x non essere in grado di mantenerli anche se magari a fatica ma vivono e queste merde non interviene nessuno di questa gente ?????
Ma x il primo cittadino il problema non esiste !!!! Va tutto bene x lui