Il cyberbullismo colpisce anche a Magenta
Parlare di cyberbullismo non è facile. Generalmente il cyberbullismo è subdolo e nascosto, e gli effetti se ne vedono solo quando chi ne è vittima cede, oppure si ribella. Spesso non si riesce a capire come la comunicazione via internet possa avere un effetto sulla vita delle persone, si crede di essere soli davanti allo schermo. Non è vero. C’è un mondo enorme dietro il Video e nei gruppi facebook. Possiamo metterla così. Sul posto di lavoro, a scuola, capita spesso di incontrare qualcuno che appartiene alla categoria “stronzi o bulli”. Spesso però, specie se apparteniamo nostro malgrado alle categorie verso cui i bulli tendono a scaricare la loro bestialità, impariamo a difenderci, a evitarli, a cercare amici diversi. Lo facciamo con naturalezza, con un’alzata di spalle. Con il computer non è così facile. Specie se siamo delle donne, specie se le nostre idee politiche non sono le stesse dei cyberbulli. Il cyberbullismo, infatti, non discute mai di idee, non scherza e non è simpatico. Non si confronta.
Il cyberbullo cerca quello che potrebbe essere il punto debole della vittima prescelta, cerca la compagnia di altri bulli simili a lui o di persone deboli, che lo sostengano per paura di esserne le vittime e che ridano alle sue battute. Il cyberbullo lancia i suoi attacchi colpendo l’aspetto fisico, e ad ogni battuta che fa, per quanto idiota possa essere, ha sempre il gruppetto di personaggi che gli fa il verso. Il cyberbullo deride, denigra, mente e odia. Si sente un piccolo boss spalleggiato da altri come lui. Ci sono anche dei raggruppamenti che dicono di essere gruppi politici ma che in realtà sono solo dei raggruppamenti di cyberbulli.