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Il Connie mancato, l’aereo di vacanze romane

Il Connie mancato di vacanze romaneNel 1945 la guerra ormai conclusa aveva devastato gran parte degli stabilimenti industriali del paese, fra cui il grande polo della Breda costruito fra Milano e Sesto San Giovanni. Durante il Secondo Conflitto Mondiale la Breda Aeronautica aveva costruito idrovolanti per la Regia Aeronautica e la Regia Marina principalmente progettati dall’ingegner Filippo Zappata; fu proprio l’ingegnere marchigiano ad intuire la necessità futura di dotarsi di grandi aerei metallici e quadrimotori che avrebbero permesso di attraversare l’oceano sia ad una compagnia aerea, che ad un esercito. Già nel 1942 Zappata aveva in mente il progetto di uno di questi aeroplani: il Breda Zappata BZ. 308. Come era solito, questo grande quadrimotore avrebbe dovuto essere costruito nello stabilimento aeronautico Breda di Milano, ma la catena di montaggio era stata danneggiata dai bombardamenti americani.

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Da questa situazione si dimostrò una grande “coscienza operaia” delle maestranze Breda: pur di salvare la storica azienda in cui molti di essi avevano trascorso gran parte della loro vita e che avrebbe potuto continuare a dare loro un lavoro, gli operai decisero di lavorare senza retribuzione ed in maniera autogestita per riuscire a completare l’aereo rapidamente. A testimoniare l’affetto degli operai, non appena venne terminata la fusoliera, vi fu la “parata” in cui si trasformò il trasferimento via terra dallo stabilimento all’aeroporto di Bresso per il montaggio finale. Con questa grande forza di volontà si riuscì a completare in un anno l’aeroplano (tempo che si giustifica pensando alla scarsità di risorse successivamente alla guerra). Prima e durante la guerra Zappata utilizzava propulsori aeronautici realizzati dalla Piaggio o dalla Alfa Romeo per motorizzare gli aeroplani che disegnava. Subito dopo il conflitto le principali aziende produttrici di motori decisero di riconvertirsi alla realizzazione di motori per motociclette, autocarri e trattori, escludendo le produzioni aeronautiche.

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L’ingegnere si trovò quindi a dover pensare a motorizzazioni straniere per equipaggiare il suo più recente aeroplano e la scelta cadde sulla inglese Bristol. I motori scelti da Zappata furono quattro Bristol Centaurus 568 in grado di erogare 2 550 CV ciascuno (per un totale di 10 200 CV) e avrebbero dovuto essere consegnati nel 1946 per permettere i primi voli di collaudo. Tuttavia, con un gesto che viene ancora oggi considerato una macchinazione anglo-americana per escludere tutta la potenziale concorrenza, i propulsori vennero consegnati solamente nel 1948. Finalmente il maestoso aereo poté dirsi completo e venne trainato a mano dagli operai della Breda dall’hangar fino alla pista di Bresso da cui intraprese il primo volo il 27 agosto dello stesso anno; ma la partita è ormai persa per la Breda che, nonostante la volontà di ordinare alcune di queste macchine da parte di Air India, Iranian Airways e Aerolineas Argentinas fu costretta a chiudere la sezione aeronautica dell’azienda nel 1951. La gara per dotare il mondo di un quadrimotore civile la vinsero gli americani che già durante la Guerra disponevano di aeroplani come il C-54 O l’L-049 “Constellation”, che venne individuato come il principale avversario dell’aereo di Zappata tanto da essere definito il Connie italiano (Connie era il soprannome usato dagli equipaggi per indicare il Costellation). Una piccola soddisfazione ciononostante il BZ. 308 la riuscì ad ottenere comunque, anche se poco celebre. Durante il celebre film “Vacanze Romane” del 1953 compare l’aereo della Breda spacciato come un Constellation; la macchina venne messa a disposizione dell’Aeronautica Militare che nel 1948 aveva acquistato l’unico BZ. 308 costruito.

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Generalmente i militari stilizzarono l’aeroplano per i collegamenti fra Roma e Mogadiscio grazie alla grande capacità di carico (60 o 80 posti a sedere in base all’allestimento) fino ad uno sfortunato incidente il 21 febbraio 1954: durante un atterraggio all’aeroporto di Mogadiscio lo Zappata urtò con un estremità dell’ala una betoniera utilizzata per la manutenzione della pista e li venne abbandonato dall’Aeronautica poiché giudicata antieconomica la riparazione. Presto l’aereo venne “cannibalizzato” in un paese dove anche una vite è Preziosa. Una fine davvero tragica per l’aeroplano che non avrebbe mai dovuto volare.

Nota della redazione
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Cristopher Venegoni

Sono nato e cresciuto tra Arluno e Ossona e studio giurisprudenza. la mia passione sono gli aerei e il volo, per questo sono guida volontaria al Museo di Volandia, Varese.

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