Strani CasiMagazine

Ossona, lo strano caso dei sacchi neri dell’immondizia

Da qualche settimana a Ossona si vedono, posizionati qua e là, dei fogli bianchi e con le scritte nere che, con tono minaccioso, invitano la cittadinanza a non usare i sacchi neri per i rifiuti indifferenziati.

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Su alcuni di questi fogli c’è anche il simbolo del comune di Ossona, anche se si vede bene che si tratta solo di una fotocopia in bianco e nero fatta con paint di windows. L’avviso è ben lontano da assomigliare ad una ordinanza del comune di Ossona che proibisce l’uso dei sacchi neri, e quindi nessuno ha logicamente pensato di prenderlo in considerazione.

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Gli interrogativi sul sacco nero

Però la cosa ha posto alcuni interrogativi che non sono di facile soluzione. Il primo che viene in mente riguarda cosa usare al posto del sacco nero. Riflettendo bene sul significato di questa frase, risulta molto probabile che l’iniziativa dei fogli volanti sia uscita dal Comune di Ossona, perché solo chi ha a che fare  quotidianamente con la gestione dei rifiuti urbani può comprendere al volo un senso logico nella frase degli avvisi. Il resto della popolazione di Ossona si sta, invece, chiedendo cosa dovrebbe usare al posto del sacco nero e, soprattutto, se deve usare qualcosa al posto del sacco nero.

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la scala Rho b&b

Un altro interrogativo riguarda i rifiuti indifferenziati. Da quando si fa la raccolta differenziata dei rifiuti, ad Ossona  si è sempre parlato di secco, umido, verde, plastica, metalli, carta, vetro e lattine. La categoria “rifiuto indifferenziato” non esiste; qua si differenzia tutto.  Ancora una volta, solo l’addetto ai lavori comprende subito che si tratta del rifiuto chiamato secco, che in realtà secco non è, ma che significa semplicemente “tutto quello che non rientra nelle categorie di rifiuti che riesci a dividere e riutilizzare” e che deve contenere la minor quota possibile di rifiuti di tipo organico.

Supponendo che…

Ponendo il caso che i cittadini di Ossona siano particolarmente attenti, che siano arrivati alla conclusione che il foglio volante appeso ai cespugli e ai pali del paese abbia un senso logico, che sia stato distribuito dal Comune di Ossona, che abbiano fatto anche la supposizione che il rifiuto di cui si parla è il secco e che abbiano tutti compreso che l’imputato è il sacco di plastica nero che non deve più essere usato, rimane irrisolto il problema di cosa usare per essere certi che l’immondizia sia portata via dagli incaricati. Metteremo il secco libero in strada? Possiamo usare altri tipi di sacchi? Ad esempio, ci sono quelli viola, quelli gialli e ce ne sono anche di verdi.

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Abbiamo scherzato un po’. Ora diciamo cosa è successo davvero

Ora che abbiamo scherzato un po’ ( non troppo)  diciamo cosa è successo davvero.
Il problema dei sacchi non è il colore ma la trasparenza. Molti ossonesi usano per il rifiuto secco (o indifferenziato) quei sacchi di plastica nera pesante che andavano molto bene quando non si faceva la raccolta differenziata  e che si trovano ancora in commercio perchè destinati ad altri usi. La ditta che si occupa dello smaltimento dei rifiuti, le cui fatture sono pagate direttamente dal Comune, si lamenta perchè il rifiuto che arriva dal comune di Ossona contiene una frazione umida o organica troppo elevata, che abbassa la qualità del rifiuto stesso.

Si, anche il rifiuto ha una sua qualità

Il nostro rifiuto secco è incenerito e il calore che è sprigionato è utilizzato per creare energia o acqua calda. Però una parte di questa energia prodotta è consumata proprio nell’ incenerizione, e se il rifiuto contiene parti non secche, l’impianto ci mette più tempo del dovuto a raggiungere la temperatura ideale oppure per mantenerla senza produrre diossina. Quindi più il rifiuto è secco più è di qualità e può essere rivenduto. Per poter essere certi che il rifiuto sia ottimale per gli impianti di teleriscaldamento, gli operai della ditta di smaltimento dei rifiuti devono poter vedere cosa contengono i sacchi e perciò hanno bisogno di sacchi trasparenti.

Come funziona la tassa sui rifiuti

Ora passiamo a spiegare come funziona la tassa rifiuti. noi cittadini di Ossona paghiamo al Comune la Tarsu, che è calcolata sul numero di persone e sui metri quadri della casa in cui abitiamo. Però il Comune usa i soldi della Tarsu per pagare le fatture della società che si occupa dello smaltimento, e di cui il Comune stesso è socio. Queste fatture sono calcolate in base al tipo di rifiuto e ognuno ha il suo costo. Il più costoso per il Comune è il rifiuto indifferenziato. Meno rifiuti produciamo, e più sono differenziati quelli prodotti,  meno il Comune spende.  Poi l’azienda di smaltimento si occupa di rivendere i rifiuti per riciclarli. A fine anno i comuni soci dell’azienda di smaltimento si dividono l’utile, recuperando il prezzo di ciò che è stato venduto come riciclo.

Certo che se a Ossona si usa il sacco nero per l’indifferenziato,  dai e dai l’azienda non può riciclare, vendere e il Comune non può risparmiare. Quindi, per favore, a Ossona, per il rifiuto secco, usate dei sacchi trasparenti, così paghiamo meno tasse e abbiamo più servizi.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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