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Stati Generali della Natalità. Emanuele: “Nessuno parla del motivo per cui non si fanno figli”

Il 9 e 10 maggio, all’Auditorium della conciliazione di Roma si tengono gli annuali Stati Generali della Natalità. Gli esperti analizzeranno i motivi per cui in Italia si fanno pochi figli e le proposte per delle politiche che potrebbero essere utili a invertire la rotta.

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A questo importante convegno, lo scorso anno hanno partecipato il Papà e la presidente del consiglio Giorgia Meloni. Quest’anno gli invitati sono una serie di ministri e di esperti di massimo livello. E’ presente anche Ernesto Emanuele,  Presidente dell’Associazione Famiglie Separate Cristiane e Papà Separati APS, che ha assistito alla sguaiata contestazione da parte delle femministe, e che ha una spiegazione piuttosto realistica e pratica sulla bassa propensione delle persone ad avere figli e  lamenta  che a questo convegno sia  stato completamente ignorato uno dei  motivi più importanti per cui in Italia non si fanno più figli. 

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Ne parliamo con Ernesto Emanuele

Al convegno si è parlato di madri che devono conciliare il lavoro con i figli, di asili che non ci sono, e di seri aiuti alle famiglie che in Italia mancano. Quindi niente di nuovo. Sostanzialmente, la colpa di questo trend negativo, per Emanuele, è del modo in cui sono applicate le leggi sulla famiglia. “Tutti sanno che non sempre i matrimoni, civili e religiosi, e le unioni senza matrimonio vanno a finire bene.

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Per questo motivo in Italia le persone non vogliono rischiare il proprio futuro avendo figli: per le donne contano molto i lunghi tempi dei tribunali per le separazioni, e per gli uomini conta il rischio di perdere la casa, su cui magari grava un mutuo che dovranno continuare a pagare, e di finire così in povertà, in caso di separazione. Le statistiche sono contro di loro”.

I dati

In caso di separazione, il 52,8% dei papà separati non vedono mai i figli, mentre  il 22,7% li vede solo qualche volta al mese. Solo il 14,6% dei papà vede regolarmente i figli e di questa percentuale solo una piccola parte ha pari diritti con la mamma. Gli uomini non sono propensi ad avere figli perché sanno che ci sono migliaia di padri separati in difficoltà proprio per il fatto di essere separati.

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Nessun accenno

“Di tutti questi problemi, che si accentuano nelle famiglie separate, agli Stati generali della natalità non è stato fatto neanche un accenno. Forse qualcuno se la sentirà di parlarne oggi, su questo input, anche se non espressamente previsto dal programma. Nel programma distribuito si citano i motivi per non avere figli: la mancanza di un partner, la difficoltà abitativa, la troppa fatica, le difficoltà economiche, lavorative, di età o di salute.”

In Italia, dal 1975, anno di approvazione sulla legge della separazione, ci sono stati 3 milioni e mezzo di separazioni. Quindi in Italia ci sono circa 7 milioni di persone separate, e molte sono ridotte in povertà, perdono la casa ma continuano a pagarla, sono costretti a vivere in auto oppure a tornare a casa dai genitori. Tantissimi perdono le speranze, molti pensano al suicidio e alcuni lo compiono come atto estremo per interrompere una sofferenza insostenibile.” 

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L’impegno delle associazioni

“Un dramma nel dramma che non può essere ignorato. Le associazioni Famiglie Separate Cristiane, Papà Separati, Mamme Separate e Donne nella Separazione si battono per cambiare questo sistema italiano. Tutti dovrebbero essere uguali di fronte alla legge e non è accettabile un sistema sbilanciato che alimenta tutti i giorni rabbia e frustrazione.

Gli Stati Generali della natalità

Parlando degli Stati Generali della natalità,  l’ingegner Ernesto Emanuele dice: “Fanno un convegno importante, grande, cui ha partecipato persone importanti con rilevanti dispiego di mezzi, e nessuno si è accorto, neppure gli organizzatori, dei problemi posti in questo tema. In italia la denatalità dipende dal fatto che ci sono delle leggi che vanno contro il matrimonio. A parte il problema della povertà e della mancanza di case che esiste in tutti i paesi, in Italia abbiamo delle leggi per cui uno sa che si fa un figlio o se si sposa…”

“Anzi, neanche se si sposa, ma se solo fa un figlio, e poi si separa, perde la casa, e c’è l’assegno di mantenimento da dare, e finisce spesso in povertà. Se uno fa un figlio e va a coabitare con la donna, in caso di separazione la casa rimane sempre alla compagna, anche nel caso in cui sia esclusivamente sua,  persino nel caso in cui la erediti. Un giudice ha allontanato un papà da casa dei suoi genitori perché la donna lo ha accusato di violenze in famiglia e stalking”.

“Un padre perde la casa fino a che il figlio resta in casa, ma ne deve pagare il mutuo. Un padre, se guadagna meno di 1200 euro al mese, finisce in povertà.”E’ questo il motivo per cui non si fanno figli . Non solo i separati, ma anche chi non è separato si chiede perché mai deve fare dei figli se corre il rischio di trovarsi tutte queste grane. Così tanti casi bruttissimi fanno perdere la voglia di avere dei bambini.”

Ernesto Emanuele e I Papà Separati

Ernesto Emanuele è presidente dell’associazione famiglie cristiane e Papà separati. È  un imprenditore prestato al volontariato che da 35 anni si occupa di questi problemi. È  stato definito dal avvenire i papa dei separati italiani.  Nel 2020 ha ricevuto il premio Ambrogino d’oro dal comune di Milano.

 Come associazione ha organizzato la grande fiaccolata a Bibbiano nel 2019 da cui sono seguiti subito dopo sempre a Bibbiano gli interventi degli onorevoli Giorgia Meloni, Salvini e di Maio. È  stato l’artefice della approvazione della legge 54/2006 sul affido condiviso. Ernesto Emanuele sarà presente in aula a Roma, durnte gli stati Generali  tutta la mattinata di oggi e domani ed è disponibile a chiarire di persona quanto sopra. È raggiungibile anche al telefono al numero 335 808 1455

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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