Milano vive tra servizi sociali che non funzionano e proposte de cavolo
Milano. Ci sono talmente tanti senzatetto in città che sopravvivono in condizioni indecenti al punto che rappresentanti di associazioni professionali degli amministratori di condomini chiedono ai loro amministrati di ospitarli nelle cantine e negli spazi comuni. Questo succede perchè i servizi sociali di Milano non si occupano in modo accettabilmente efficiente dei senzatetto, che in una città com Milano non dovrebbero proprio esistere. L’impressione esterna è che sembra che credano che se non s occupano di un problema in modo risolutivo, il problema cessi di esistere da solo.
Ma quale, scusate la mancanza di diplomazia, proposta del cavolo può essere quella di dare alloggio alla gente senza tetto in cantine e spazi comuni dei condomini privati, con la tipologia di regole che governa un condominio? Se succede qualcosa, come è probabile succeda, sarà il condominio a pagarne le conseguenze o risponderà l’assicurazione?
Per un giornalista sono domande lecite quando al suo indirizzo email arriva un comunicato stampa che dice questo: “In questi giorni Lucia Rizzi (presidente dell’Associazione nazionale amministratori professionisti immobili e condomini) ha avviato una lodevole iniziativa per offrire un riparo sicuro ai tanti senzatetto che in questo inverno gelido non trovano un rifugio accogliente per la notte, coinvolgendo sempre più condomini di Milano disposti ad accogliere persone bisognose all’interno dei loro stabili. Mi auguro che il Comune di Milano, sulla scia di quanto già avviene in altre realtà, avvii subito un’interlocuzione con la presidente Rizzi, offrendo il suo contributo a questa nobile causa” afferma Gianluca Comazzi, consigliere comunale e capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale.
“Ogni anno – prosegue l’azzurro – assistiamo inermi alla drammatica fine di alcuni senzatetto, che a causa del freddo e della mancanza di un riparo sicuro perdono la vita nell’indifferenza generale. Un dramma che porta con sé alcune domande: in che condizioni versano le strutture di accoglienza comunali? A quanto ammontano i contributi di sostegno per l’affitto e quelli destinati alle persone meno abbienti? Mi auguro – conclude Comazzi – che la giunta avvii un dialogo proficuo con Anapic affinché si creino le giuste condizioni per sostenere e aiutare i nostri cittadini in difficoltà”.
Un problema reale e preoccupazioni reali ma proposta folle
Ogni inverno si arriva all’emergenza freddo per i clochard e quando le temperature scendono sotto lo zero, al primo caso di morte di freddo, nasce il problema e non si sa dove farli alloggiare. Ogni anno ne muoiono diversi, qualcuno di freddo, altri ustionati dai fuochi che accendono senza saperli governare, altri ancora di malattie che prendono facendo una vita senza igiene, indeboliti dal freddo e dalla nutrizione di fortuna. Veniamo a sapere della morte di queste persone solo quando i loro corpi sono ritrovati in spazi pubblici.
Eppure l’inverno arriva ogni anno, quasi sempre alla stessa data. Possibile che l’idea migliore sia quella di arrivare a gennaio per fare una convenzione ed alloggiarli nelle cantine dei condomini privati? Non sarebbe invece il caso di fare in modo che i servizi sociali creino, quando fa caldo, delle strutture che siano vivibili e concludano questa routine dell’emergenza freddo?
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