Prendimi per mano. Percorso gratuito per i bambini di Corbetta
Prendimi per mano è un’emozionante collaborazione tra lo Spazio Montessori di Cerello, frazione di Corbetta, e lo Studio Stregatto di
Allegra non ha potuto telefonare a casa per la Festa della mamma. Dopo due anni in comunità senza nessun motivo e in cui le hanno imposto di non sentire i suoi genitori senza chiedere, gli educatori della comunità del comune dove la tengono si sono “ dimenticati” di dirle che poteva chiamare la mamma per farle gli auguri.
Di Allegra abbiamo parlato molte volte. Lei come un buon numero di bambini sono trattenuti nelle comunità da un sistema, quello dell’assistenza sociale, che li utilizza per mantenere, con le rette dei comuni, le strutture stesse. Dai servizi sociali, quando i genitori si sono lamentati della telefonata mancata, sono arrivate 3 scuse diverse, una di seguito all’altra, man mano che la precedente veniva smontata.
L’assistente sociale Caprioli di Voghera ha prima comunicato al padre di Allegra che la referente si era dimenticata della festa della mamma. Le è stato fatto notare che la referente è lei. Allora la scusa è cambiata e la colpa della mancata telefonata della festa della mamma è stata data alla comunità, che nè ha combinate un po’ di tutti i colori, come vi ho raccontato in questi mesi. Infine la colpa è diventata di Allegra, povera bambina, che non avrebbe chiesto agli educatori di poter chiamare la madre. Ora Allegra avrà un bel senso di colpa perchè, per essere ubbidiente, non ha chiesto, urlato e pianto e magari graffiato o morso la mano di un educatore, perchè la lasciassero telefonare e fare gli auguri della festa della mamma.
Il reale motivo della chiamata telefonata della bambina lo sappiamo tutti. E’ inconfessabile da parte degli assistenti sociali perchè altrimenti confesserebbero la loro inadeguatezza a occuparsi seriamente dell’assistenza sociale. La festa dalla mamma cade di domenica e la domenica è festa. Assistenti sociali, educatori e altri operatori smettono di lavorare al venerdì alle 17.30. In questo periodo sono anche meno presenti del solito perché siamo in emergenza Covid 19. Gli educatori presenti nella comunità sono a servizio ridotto perché è domenica e devono visitare i congiunti, e siamo in emergenza sanitaria.
Nelle strutture dovrebbero esserci per legge 6 educatori ogni 10 bambini ricoverati, ma non ci sono mai. Le strutture avrebbero dovuto chiudere per l’emergenza sanitaria, perchè assimilante ai servizi per l’infanzia, ma c’è chi ha usato l’emergenza sanitaria Covid 19 per evitare persino di dimettere bambini di cui il giudice aveva decretato la dimissione immediata.
Potrei fare una valutazione ad occhio senza temere di sbagliare. Ogni 10 bambini italiani ricoverati nelle comunità residenziali e protette con rette pagate dai Comuni, 9 potrebbero benissimo essere assistiti a casa dei genitori a meno della metà dei costi. Il dubbio è naturale. Fanno apposta per continuare a incassare le rette pagate dai comuni. C’è qualcuno del “sistema” che può negarlo e che riesce a dare una spiegazione logica di quanto succede? Sono mesi che attendo un tentativo di difesa, ma la risposta è la stessa nella maggioranza dei casi:” segreto professionale”
Articolo aggiornato il 31/08/2020 01:37