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Operazione Boxes. I carabinieri smantellano il traffico di droga nel legnanese

Legnano. Operazione Boxes. Diverse bande di trafficanti di droga, che hanno distribuito oltre 50 kg di cocaina sull’asse Novara Legnano Turbigo, sono state bloccate dai carabinieri della compagnia di Legnano, con una operazione iniziata questa mattina e tutt’ora in corso. Il video ne mostra alcune scene strategiche con l’entrata nel magazzino dove si trovava la droga da distribuire. Sono stati sequestrati 15 chili di cocaina e 330mila euro in contanti. Arrestati 10 italiani e 5 stranieri. Altri 3 stranieri indagati. Questo il bilancio, per ora.

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Nel corso delle operazioni di oggi sono stati impiegati 115 militari e 50 automezzi, delle Compagnie di Legnano, Busto Arsizio (VA), Saronno (VA), Novara, Gonzaga (MN), Novi Ligure (AL), Como, del 3° Reggimento Carabinieri Lombardia di Milano e due unità cinofile del Nucleo Carabinieri di Casatenovo (LC). Sono state effettuate 19 perquisizioni domiciliari e locali e alcuni degli arrestati avevano ancora con loro 50 gr. di cocaina, un’arma clandestina e 35.000 € in contanti. Per loro quindi vale anche la flagranza di reato. 10 persone sono in carcere, 5 agli arresti domiciliari e una ha l’obbligo di dimora.

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Nomi e soprannomi

I componenti delle bande avevano l’abitudine, per rendersi meno riconoscibili in probabili intercettazioni telefoniche, di utilizzare dei soprannomi che ne descrivevano le caratteristiche o il tipo di funzione all’interno dei gruppi. L’operazione è uno spin off dell’operazione Tequila la Cicala e è stata denominata Boxes perché il gruppo organizzatore nascondeva, in 5 boxes, 3 auto nere modificate in modo da avere uno scomparto segreto in cui nascondere la droga.

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I provvedimenti cautelari emessi dal G.I.P. di Busto Arsizio, Dottoressa Nicoletta Guerrero, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica di Busto Arsizio Dssa Martina Melita, su indagini iniziate già nel settembre del 2018. Le bande hanno immesso sul mercato dello spaccio di stupefacenti del nord milanese e delle province di Varese, Mantova e Reggio Emilia, più di 50 chilogrammi di cocaina.

La Pilotina è ancora latitante

F.L. detta la Pilotina, albanese di 55anni e madre del Gigante, il 30enne M.R., è ancora irreperibile. La Pilotina guidava le auto con cui trasportavano lo stupefacente, mentre il Gigante è davvero un gigante dalla una corporatura imponente. I due sono residenti a a Bellinzago Novarese, in provincia di Novara dove, a casa del Gigante, i militari hanno trovato 105mila euro in contanti. I due, il gigante e la pilotina, sono stati individuati come il primo canale di approvvigionamento della droga che arrivava dall’Albania. La Pilotina dovrebbe essere in Albania.

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Carabinieri , operazione boxes a Trubigo

Turbigo. Il padre è il Netturbino, la madre la Vedetta e il figlio è il Mulo

A Turbigo è stata arrestata una intera famiglia che vive in una corte in via Don Bossi. La corte era il secondo snodo di consegna della droga. E.A. 39 anni, padre del Mulo, era detto il Netturbino, perché aveva la mansione di smaltire i residui della lavorazione della droga. La madre, M.P. 58 anni era detta la Vedetta perché quando avvenivano le consegne al figlio, si sistemava sulla ringhiera della corte, al primo piano per osservare attentamente la zona e segnalare eventuali pericoli.

Dopo l’arresto è stata posta al provvedimento di obbligo di dimora. J. A., 38 anni, detto il Mulo, invece, è finito in carcere. Il suo soprannome deriva dal fatto che aveva chiesto ad un conoscente di modificare la locandina del film “The Mule” con Clint Eastwood, sostituendo il viso dell’attore con il proprio. Lo teneva sopra la pressa, costruita da suo nonno, con cui tagliava la droga e che è stata sequestrata insieme al denaro e alla cocaina.

Turbigo, operazione Boxes, il blitz nella corte

Il blitz dei carabinieri nella corte

Il Mulo era il fornitore del gruppo legnanese di Kojak e non spacciava al minuto. Distribuiva solo quantitativi superiori al chilogrammo. Con l’aiuto della famiglia, che garantiva la costante sorveglianza, utilizzava la corte di Turbigo per gli incontri con i clienti e come punto di consegna.

Con scadenza regolare nella corte arrivava una Peugeot 208 bianca, guidata dalla Pilotina. Con lei c’era il figlio, il Gigante, che prelevava la droga dal bagagliaio e la consegnava al Mulo. Quindi i due ripartivano velocemente. Il pagamento avveniva in un altro luogo. Il gruppo di Turbigo e quello di Bellinzago mettevano in atto diverse strategie per limitare i rischi in caso di controllo da parte delle forze dell’ordine. In quel momento, però, i carabinieri li stavano osservando e riprendendo con le telecamere.

L’ultima consegna la ha fatta direttamente il Gigante, facendosi accompagnare dalla moglie e dai due figli di 5 e 7 anni. La pilotina era in Albania. Il Gigante ha consegnato il sacchetto al Mulo, e ha fatto per ripartire. E’ a quel punto che è scattato il blitz dei carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Legnano. Il sacchetto conteneva 6 chili di cocaina purissima. Nell’abitazione di Turbigo c’era un altro chilo di cocaina e 120mila euro in contanti. Il mulo era armato. Aveva una pistola calibro 7.65 clandestina con due caricatori completi di cartucce.

Kojak a Legnano. operazione Boxes

Legnano, il gruppo di Kojak organizzava

Tutti residenti a Legnano, in via Barbara Melzi, ma con diverse origini, sono invece i componenti di un gruppo criminale che aveva organizzato il punto di arrivo e di distributore a intermediari o spacciatori delle provincie di Mantova, Varese e Reggio Emilia, per grandi quantitativi di stupefacenti.

Legati anche loro, infatti, da rapporti stretti di parentela sono C.O. 33 anni nato a Legnano e detto Kojak, per via della testa pelata, suo padre, G.O, di Sassari, detto D’Artagnan per via del pizzetto alla guascona della barba, e la moglie di Kojak, L.N. 29 anni, albanese, detta la Commessa. Il suo soprannome deriva dal fatto che fa veramente la commessa nel negozio di abbigliamento, un outlet di capi firmati gestito dalla famiglia di Kojak nei pressi di Piazza San Magno, in pieno centro di Legnano.

Gli investigatori hanno sottolineato come la commessa e D’Artagnan fossero pienamente consapevoli del suo doppio lavoro, e avevano usato il negozio di abbigliamento per coprirlo. Lo aiutavano il padrino e il mongolese, M.S., di Legnano, unico componente del gruppo per cui gli estratti degli atti non danno una esplicita spiegazione del soprannome.

Il Padrino

Al gruppo familiare si può aggiungere anche “il Padrino”: R.S., 68 anni, nato a Legnano. Il suo soprannome non deriva dall’ammirazione per il personaggio interpretrato da Marlon Brando, ma dal fatto che ha fatto veraemente da Padrino al figlio di Kojak e della Commessa.

Il padrino aveva un tenore di vita medio alto ma non aveva alcun lavoro. Frequentava assiduamente persone conosciute come spacciatori di stupefacenti a Villa Cortese e a Legnano. Da sole queste particolarità non avrebbero reso necessarie delle indagini se non fosse che i carabinieri hanno notato che l’uomo andava a Villa Cortese a bordo di una Renault Clio nuova, la parcheggiava a Villa Cortese, e poi si recava a piedi in un box in via Lussemburgo 15, dove saliva a bordo di una citycar nera, una peugeot 107, sempre intestata a lui e ripartiva. I carabinieri che lo seguivano non hanno avuto difficoltà né a trovare la seconda macchina né a seguirla.

Sulla base del suo comportamento con le automobili gli investigatori dei carabinieri hanno chiesto al Pubblico ministero inquirente le prime intercettazioni telefoniche ed ambientali.

Momento della complicata consegna
Consegnare droga senza dare nell’occhio

Il padrino e il professore

Era il gennaio 2018. Durante uno dei servizi di osservazione i carabinieri hanno visto arrivare il Padrino con la peugeot 107 ad un campo sportivo di Villa Cortese, raggiunto dal Professore su una Volkswagen Up. In quella occasione sono stati testimoni della cessione. La droga è stata messa nel Cofano. Un “panetto” di cocaina purissima di oltre un chilogrammo ed un sacchetto contenente 12 mazzette da 5000 €uro ognuna, per complessivi 60’000 €uro. O.P. 46enne di Gorla Maggiore, in provincia di Varese, era chiamato il “Professore” perché aveva un’atteggiamento saccente.

Il Padrino è stato arrestato mentre era a bordo di una delle citycar nere all’ingresso di uno dei box. Aveva 3 kg di cocaina purissima, appena ritirata dal Mulo. Nel box in uso al Padrino c’era anche una pistola calibro 7,65 con matricola abrasa perfettamente funzionante.

caaaaarabinieri durante il blitx

Operazione Boxes. I carabinieri li attendevano come il gatto attende i topolini

Più complessa e difficile è stata l’individuazione del gruppo criminale che si muoveva su Legnano e l’individuazione del modus operandi con cui era distribuita la droga. Al centro c’era Kojak, individuato come organizzatore.

2 Peugeot 107 ed una Citroen C1. Erano queste le 3 citycar nere che venivano nascoste, in modo casuale, nei 5 Garage a disposizione della banda. 2 erano a Villa Cortese e 3 a Legnano. All’interno c’erano degli scomparti segreti in cui era nascosta la droga. Le usavano per consegnare la droga nella provincia di Varese e in almeno due occasioni anche a Poggio Rusco, in provincia di Mantova, dove i Carabinieri della Compagnia di Gonzaga hanno documentato l’incontro e lo scambio con l’acquirente arrestato oggi.

Ci vediamo al parco di Villa Cortese

Il gruppo di Kojak organizzava gli incontri per gli scambi della droga diversi da quelli del pagamento, sia quando la la ricevevano sia quando la distribuivano. Luoghi diversi e momenti diversi. Nel primo incontro stabilivano l’orario in cui si sarebbero visti a Villa Cortese in una via cittadina a ridosso di un parco pubblico. Il fornitore era il Mulo, di Turbigo. Lì comunicavano l’orario del pagamento. a Legnano, vicino a d un cantiere abbandonato, Kojak consegnava il denaro al Mulo.

I clienti

Durante l’operazione i carabinieri hanno arrestato in flagranza altre 4 persone, i clienti, e sequestrato di altri 8 kg di cocaina e oltre 45’000 €uro in contanti. Anche alcuni di loro avevano un soprannome. Poi R.T. 31enne di Legnano, detto“Pizzetta”. Il soprannome deriva dal suo lavoro come pizzaiolo nel ristorante di famiglia in centro a Legnano. Arrotondava lo stipendio con lo spaccio di droga. E’ stato arrestato nel gennaio del 2019. Lo avevano trovato in possesso di circa 400 grammi di stupefacente e di 4mila €uro.

Senza soprannome invece sono A.G. albanese di 28 anni residente a Legnano, E.S, marocchino 39enne residente a Poggio Rusco, in provincia di Mantova, S.C. 34 anni, di Busto Garolfo, nell’alto milanese, e Y.E. marocchino di 39 anni residente a Busto Arsizio. Un altro marocchino, M.C: di 34 anni, era già stato arrestato in flagranze di reato nel gennaio del 2019. Fu trovato con 100 grammi di cocaina e circa 6.500 euro in contanti. Aveva recentemente acquistato una casa a Serravalle Scrivia.

Boxes, spin off dell’operazione Tequila – La cicala

L’indagine Boxes è nata come spin off di un’altra indagine condotta nel 2017 dai carabinieri del nucleo operativo radiomobile di Legnano. L’ operazione “Tequila – La cicala” portò all’arresto di 10 persone, appartenenti a 2 famiglie albanesi, che utilizzavano il bar la Cicala a Villa Cortese (nell’altomilanese) e a San Giorgio su Legnano. Ad una delle due famiglie è stato recentemente sequestrato ai fini della confisca un ristorante che gli inquirenti ritengono sia stato acquistato con i proventi dello spaccio di droga.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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