Sgominata la banda dei Giovi. Gli albanesi gestivano la prostituzione in larga scala
La squadra mobile di Milano ha sgominato un’organizzazione per lo sfruttamento della prostituzione sulla statale dei Giovi, fra le province di Monza Brianza e di Como. (nella foto: Il dirigente della squadra mobile di Milano Lorenzo Bucossi e il dirigente della seconda sezione criminalità straniera e prostituzione Vincenzo La Torre)
E’ la seconda trance dell’operazione Mercante in fiera che aveva portato all’arresto di 24 persone che sfruttavano la prostituzione in zona Giambellino Lorenteggio. Questa volta sono stati arrestati 21 uomini albanesi e una donna rumena. Il clichè era lo stesso. Una parte del gruppo gestiva gli spazi. “Affittavano” il pezzo di strada a 50 – 100 euro, a seconda del traffico prevedibile: Gli uomini di un altro gruppo invece inviavano le conviventi a prostituirsi. Erano 25 giovani ragazze dell’est europeo, tra i 20 e i 25 anni. Albanesi, moldave, bulgare, polacche, rumene e ungheresi. Fra loro c’era anche una minorenne.
Erano reclutate nei paesi di origine, con le solite bugie e promesse. Poi, una volta in Italia, erano sottoposte a violenze se non obbedivano allo sfruttatore. Il denaro finiva tutto nelle mani del pappone che le teneva sotto stretto controllo durante la loro attività, contavano anche il numero di clienti che intrattenevano. Nessuna di loro aveva avuto la benchè minima possibilità di fuga e nessuna ha denunciato lo sfruttatore.
Ilir Berischa. Ucciso per uno sgarro
L’organizzazione era composta da più gruppi di criminali albanesi che governavano il sistema di minacce e di violenza. Diverse le liti per le piazzole di prostituzione considerate più redditizie. Chi sgarrava moriva, come è successo a Ilir Berisha. Berisha era un componente dell’organizzazione. Aveva avuto uno screzio per la gestione del traffico di donne e piazzole. La notte fra il 15 e il 16 settembre 2017, a Cermenate, due colpi di arma da fuoco alla schiena misero fine alla sa vita. Uno raggiunse il cuore. Fu lasciato davanti all’ospedale in cui morì. Emiljano Biqmeti, 33 anni, albanese, fu accusato dell’omicidio e arrestato a Courmajeur. Tentava di passare il confine con la sua convivente, una delle donne che obbligava a prostituirsi.
Non è finita. Anche se in carcere, continuavano a gestire la prostituzione
Due delle persone accusate di sfruttamento della prostituzione si trovavano già in carcere. Gestivano il traffico dalla casa circondariale di Monza e dal carcere di Opera. Le donne erano portate a prostituirsi nei comuni di Arosio, Lentate sul Seveso, Bregnano, Cermenate, Figino Serenza, Vertemate con Minoprio, Mariano Comense e sulla lunghezza della statale dei Giovi. Ogni ragazza portava al suo sfruttatore dai 6mila ai 12 mila euro al mese.
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