Prendimi per mano. Percorso gratuito per i bambini di Corbetta
Prendimi per mano è un’emozionante collaborazione tra lo Spazio Montessori di Cerello, frazione di Corbetta, e lo Studio Stregatto di
Politica – Un giornalista ha scritto: “guardando da vicino le mani di Matteo Salvini si capisce che non ha mai lavorato.” Lui non se la è presa, ma si è fatto una domanda:”ma che giornalismo è?”
Questa storia è però un anticipo di quello che ci aspetta nella prossima campagna elettorale. Le camere sono state sciolte da due giorni e la campagna elettorale impostata da Renzi è già posizionata sul binario dell’insulto retorico all’avversario politico e ha una corte abbastanza allargata di persone che gli andranno dietro scatenando la loro fantasia e i loro pregiudizi nel creare nuove interpretazioni della denigrazione. Sinceramente penso sia un atteggiamento insopportabile, specie se viene da un giornalista. O anche da un blogger. E’ lo stesso.
Non si tratta di non avere o non esprimere idee politiche, di fare o non fare propaganda per un Movimento o un progetto. Io sono una leghista convinta, approvo completamente la linea politica adottata da Matteo Salvini, mi piace come persona, ne ammiro le doti, anche professionali. Lo trovo chiaro, sintetico, concreto e con una forte carica ideale, come deve essere un politico del nostro tempo. Uno che, prima di parlare, mette idee, dati e risultati sul tavolo. Però, come giornalista ora, e come blogger ieri, non mi metterei mai a parlar di lui, o a parlar male dei suoi avversari politici, senza avere dati, teorie e argomenti seri, inerenti alle scelte politiche, da mostrare. La considero una questione di rispetto per i lettori, per il politico, per me stessa e per la professione di giornalista.
La questione è sempre la stessa. Può un giornalista esprimere idee politiche o fare propaganda? Per me si, se ha l’accortezza e l’onestà di dichiararle e di raccontare i fatti per quelli che sono, senza bugie. Se si fa un commento, specie se è come quello sulle mani belle di Matteo Salvini, bisognerebbe assolutamente dichiarare per chi si vota e di chi si è, o si vuol diventare, addetto stampa. Invece i giornalisti di sinistra si sentono esenti da questa attenzione nei confronti dei loro lettori, specialmente mentre provano a trasformarli in elettori. La propaganda va bene, ma che sia onesta.