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Moschea di Castano Primo. Ruzzolata sul PAR

Castano Primo – L’amministrazione di Castano Primo dovrà ritirare i permessi concessi alla moschea. E’ in contrasto con la Legge Regionale del Territorio che imponeva ai comuni che intendessero concedere i permessi per nuovi luoghi di culto, di approvare un Piano per le Attrezzature Religiose entro agosto 2016. E Castano Primo non lo ha fatto.

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castano primo moscheaNello scorso consiglio comunale di Castano Primo, l’amministrazione comunale ha approvato una mozione della Lega Nord che impegna il sindaco a ritirare i permessi di costruzione della Moschea concessi all’associazione Madni,  se, dopo l’esame, risultassero in contrasto con la legge regionale 2/2015. La Lega Nord è andata a colpo sicuro. Nonostante una prima concessione edilizia per la costruzione, l’amministrazione comunale di Castano Primo non ha approvato, nè mai elaborato il Piano per le attrezzature religiose. La legge 2/2015 integra la legge Moneta 12/2005 sui piani regolatori. Dal febbraio 2015 ha dato 18 mesi ai Comuni che intendevano dotarsi  di nuove strutture religiose di approvare il piano. Chi non lo avesse fatto entro agosto 2016, non può concedere permessi. La regola vale per tutte le religioni e per tutti i comuni della Lombardia.

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L’associazione Madni ha tentato di convincere gli amministratori pubblici che stava costruendo un centro culturale, non un centro religioso. Però nel suo statuto associativo dichiara i fini di mantenere e valorizzare le tradizioni culturali e religiose dei paesi d’origine dei musulmani e far rivivere gli insegnamenti del Profeta (SUnna) e la Rivelazione Divina (Corano). Il che ne fa una associazione religiosa, non culturale. Non è, per intenderci, l’associazione per la conservazione della cultura tradizionale della Tarantella, il Focolar Furlan e neppure l’accademia del Bruscit.

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Centro revisioni a Tradate

Cecchetti: “Comune blocchi definitivamente il progetto”

“Siamo pronti ad intervenire con ogni mezzo per far rispettare la legge regionale”. “Pare che anche la giunta di Castano Primo si sia resa conto che non sussistono le condizioni per realizzare una moschea sul territorio comunale. La legge regionale è chiara e ad oggi non è stata rispettata in quanto erano necessarie alcune procedure tecniche che il comune non ha seguito. Ora attendiamo di capire quale strada sceglieranno gli amministratori castanesi per scongiurare definitivamente l’apertura del centro di preghiera islamico, a fronte anche della forte contrarietà della propria cittadinanza. Ribadiamo il nostro no al progetto, pronti ad intervenire con tutti i mezzi a disposizione per far rispettare la legge regionale sui luoghi di culto!” ha scritto il vicepresidente del consiglio regione Lombardia in una nota rivolta proprio al caso di Castano Primo.

Castano Primo non ha scritto il Piano entro Agosto

Castano Primo è uno dei tanti Comuni che non hanno scritto il Piano entro il termine di agosto 2016. Quindi, per legge, non può concedere permessi per la costruzione di nuovi centri religiosi. Però, probabilmente per distrazione, negli scorsi mesi ha concesso all’associazione religiosa islamica Mandi dei permessi edili per costruire una moschea. Non appena il progetto ha preso forma e sono state posate le prime pietre, si è sollevata la protesta dei cittadini, portata al consiglio comunale dalla Lega Nord. Come era possibile che aprissero una moschea, se la legge regionale non lo permetteva? Dopo i primi confronti vivaci fra politici e cittadini, eccoci quindi a martedì scorso.La Lega Nord ha presentato una mozione in cui ha chiesto di verificare e ne caso ritirare i permessi. Il consiglio comunale ha accolto.

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La chiamano legge antimoschee

La legge integrativa 2/2015 segue un ragionamento pratico e di buon senso. Non riguarda solo l’islam. Non si possono costruire centri religiosi di nessuna religione se non si sono approvati, entro i termini, i piani di integrazione al PRG. I motivi sono semplici. Un centro di aggregazione religiosa ha bisogno di infrastrutture, parcheggi e altro. Sono opere determinate dalla Legge Moneta 12/2005, la legge quadro che stabilisce le regole con cui  i Comuni devono preparare il Piano di governo del territorio. L’applicazione della legge non è stata semplice, i comuni erano refrattari. Non tanto sugli intenti e sui principi, quanto sul mettersi a lavorare e a progettare sul serio. L’adeguamento dei PRG, i vecchi piani regolatori, ai nuovi PGT è stato un difficile cambiamento di mentalità.

Ben pochi Comuni Lombardi hanno scritto il Piano per le strutture religiose

C’era un Comune che non aveva scritto il piano del sindaco. L’altro che non aveva fatto gli incontri con cittadini per la partecipazione. L’altro ancora che non aveva zonizzato il rischio sismico con la relazione di un esperto. Dal 2005 fino al 2012 si è andati avanti a singhiozzi, lacrime, e rinvi dell’applicazione della legge. Poi, il nuovo modo di intendere la gestione del territorio, tramite la programmazione e rispettando le esigenze della popolazione, è stata completamente attuata. La necessità di includere nel PGT anche dei piani per le strutture religiose è arrivata proprio a causa della presenza degli islamici. Sono stati dati 18 mesi per scrivere i piani. Se tante amministrazioni non lo hanno fatto, è perchè nè amministratori nè cittadini ne sentivano l’esigenza. E’, alla fine, una questione di democrazia. Che islamici e filo islamici se ne facciano una ragione e rispettino le regole.

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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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