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Gilberto Oneto se ne è andato spezzando il cuore della Padania

Belgirate – Gilberto Oneto, figura di alto livello dell’indipendentismo padano, è morto nella notte fra il 19 e il 20 novembre, a soli 69 anni, dopo una lunga malattia. Professore di architettura e figura forte dell’indipendentismo padano, della Libera compagnia padana, dell’Associazione Terra Insubre, e voce più indipendentista fra gli indipendentisti di radio Padania libera, Gilberto Oneto lascia grandi rimpianti e un profondo vuoto nel cuore dei leghisti e di tutti quelli che si sentono di appartenere a quel grande e variegato mondo dell’indipendentismo padano.

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Fu il riscopritore e il promotore del concetto di piccole patrie, che ha portato avanti fino alla fine. Domani, dalle onde di Radio Padania libera, dalle 12 in poi, sarà trasmessa la sua ultima rubrica, condotta insieme a Marco Pinti e registrata solo venerdì scorso.

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Anche io sarò lì, negli studi di radio Padania Libera, ad ascoltare la voce di Gilberto Oneto, come ho spesso fatto negli ultimi 25 anni. Per me è difficile trovare le parole per dire arrivederci all’insegnante, all’uomo di cultura e a colui che ha saputo rimettere ordine nelle mie, poche, conoscenze della storia, e nei concetti disordinati e incomprensibili che la scuola italiana mi ha lasciato, specie dopo che tanti altri, ben più degni di una casalinga con la passione per giornalismo, cronaca e computer, ne hanno raccontato il pensiero e la personalità.

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Come tanti altri che si sono ritrovati “finalmente a casa”, dopo un lungo e insoddisfacente peregrinare fra tante idee politiche, quando si è ricominciato, alla fine degli anni 80, a guardare alla storia e alla cultura proponendo autonomismo e indipendentismo, ho tutta la collezione dei Quaderni padani, una serie di riviste bimestrali, che letteralmente divoravamo, e la cui edizione iniziò quasi un anno prima della famosa manifestazione su Po per la dichiarazione di indipendenza della Padania.

Gilberto Oneto era spesso definito ideologo della Lega Nord, come Gianfranco Miglio e quasi con lo stesso tipo di rapporto conflittuale, fatto di alti e bassi, con i vertici del movimento che, prima del 2004, si chiamavano solo Umberto Bossi. Lui, invece, definiva se stesso un “divulgatore storico”.

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In effetti, con lui la storia prendeva vita. I personaggi che a scuola, anche alle superiori, erano semplicemente delle figurine mosse su una scacchiera, nei suoi racconti e nei suoi articoli diventavano vivi e acquisivano quelle caratteristiche umane che permettevano di comprendere anche la vigliaccheria, la stronzaggine, e l’ignoranza di cui erano impregnati. Gilberto Oneto era un distruttore di eroi italiani. Ne ha fatti fuori più lui con la sua sagacia che le baionette del Piave. Non ne è sopravvissuto nemmeno uno, dei loro miti. Sotto la sua penna si frantumavano e crollavano come castelli di sabbia.

Se un lato distruttivo di Gilberto Oneto prendeva di mira l’italianismo, un altro era quello del fine costruttore di idee che ha nutrito tante menti. Se il nome di Padania, il progetto di stato confederale degli indipendentisti delle Nazioni del Nord della penisola italiana, si è riempito di bandiere etniche e di contenuti storici reali, lo si deve a lui, che ha saputo riscoprirle, e che le ha magistralmente incanalate, anche con il libro l’Invenzione della Padania. Se da una parte era il fustigatore dei bizantinismi e del meridionalismo assistenzialista, dall’altra era quello che portava, ai convegni organizzati dalla Libera Compagnia Padana, gli indipendentisti siciliani e calabresi.

Gilberto Oneto è un uomo che lascia, nella cultura e nei cuori di chi lo ha apprezzato, un vuoto che non sarà facile riempire. Oggi in tanti, su Facebook e dalle pagine dei giornali, lo salutano: politici, leghisti, indipendentisti di altre formazioni politiche. Il primo è stato il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini che, questa mattina, gli ha mandato un abbraccio fraterno e commosso, che non ha mancato di dedicargli uno dei suoi post di Facebook e che non ha mai tralasciato di battersi perchè Brenno tornasse a parlare dalla onde di Radio Padania Libera.

Poche concise parole che si condensando soprattutto in un appellativo. “Buon viaggio Gilberto, fratello padano.” E poi continua: “Fiero di averti conosciuto, determinato a combattere anche per Te.”

Nota della redazione
I giornalisti di Co Notizie News Zoom lavorano duramente per informare e seguono l'evoluzione di ogni fatto. L'articolo che state leggendo va, però, contestualizzato alla data in cui è stato scritto. Qui in basso c'è un libero spazio per i commenti. Garantisce la nostra libertà e autonomia di giornalisti e il vostro diritto di replica, di segnalazione e di rettifica. Usatelo!Diventerà un arricchimento della cronaca in un mondo governato da internet, dove dimenticare e farsi dimenticare è difficile, ma dove la verità ha grande spazio.

Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

2 pensieri riguardo “Gilberto Oneto se ne è andato spezzando il cuore della Padania

  • Claudio Villani

    Carissima anch’io sono rimasto malissimo per questa scomparsa!!!
    Lo incontrai per l’ultima volta prima delle vacanze e nonostante le incomprensioni con alcuni della Lega, aveva voglia di ritornare in radio!! Sempre educato e gentile!!! Ci salutammo e di lui mi restano i suoi quaderni che non trovo più ma sono qui, da qualche parte, nel mio studio!!
    Un abbraccio Ilaria!!!!

  • :) la radio… Io gli dicevo, “quand’è che torni?” e fino a qualche anno fa mi rispondeva: “mai.” Poi lo avevano convinto ed è stata una gran bella cosa.

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