Quote latte: Salvini sostiene gli agricoltori. Lunedì in 10mila a Bruxelles
Bruxelles – Lunedì 7 settembre 10 mila produttori di latte, provenienti da tutta Europa, si recheranno a Bruxelles, manifesteranno di fronte al palazzo del Consiglio Europeo, nel quale si svolgerà un vertice di 28 ministri dell’agricultura. Insieme all’European Milk Board, il coordinamento degli allevatori e produttori europei, ci sarà anche la Copagri, la confederazione produttori agricoli. La loro richiesta sarà di annullare subito le multe sulle quote latte e di variare norme a sostegno del comparto agricolo.
Abbiamo chiesto a Donatella Magnoni Vitali, presidente Copagri di Milano e Monza Brianza, di illustrarci la situazione attuale degli allevamenti e della produzione di latte, dopo la manifestazione che settimana scorsa ha portato i produttori a presidiare alcuni caselli autostradali lombardi. Un dato agghiacciante: in 22 anni la Lombardia perso il 50% delle aziende agricole Lombarde, nella totale indifferenza. “A questa manifestazione abbiamo avuto solo il sostegno della Lega Nord,” ci racconta immediatamente “del suo segretario federale Matteo Salvini, del commissario nazionale della Lega Lombarda Paolo Grimoldi, che si sta adoperando per creare degli strumenti politici in aiuto al nostro comparto e dei consiglieri regionali leghisti della Lombardia. Gli automobilisti e i passanti hanno accettato la nostra protesta e si sono dimostrati interessati e solidali.”
Quali obiettivi ci si proponeva con la manifestazione con il presidio ai caselli autostradali? Quale è ora la situazione con le quote latte? Puoi farci un breve sunto?
– E’ stata indetta da Copagri ma aperta a tutti gli Agricoltori a prescindere dalle sigle sindacali di appartenenza. Infatti è senza bandiere. I motivi essenzialmente sono due: il grave stato di crisi in cui versa l’agricoltura e la zootecnia italiana ed europea da più di 10 anni, a causa delle scellerate politiche agricole europee, e far sapere a tutti che oltre a non tutelare il Made in Italy se non con falsi proclami, questo governo a fronte di un ipotetica multa di 30 milioni di euro modificando decreto Zaia ci ha chiesto 103 milioni di cui 70 verranno dati, anzichè x sviluppo agricolo, ai soliti amici degli amici. Sono 25 anni che insistiamo che i dati di Agea sono falsati, che non ci sono tutte queste vacche e che dati sono taroccati. Basta andare in una stalla e chiedere ad un allevatore quanto vive una vacca da latte. Dai 10 ai 15 anni, risponderanno, e non 99 come dice Agea.
A proposito di prezzi: al supermercato il latte costa intorno all’euro al litro, quale è al percentuale che va al produttore?
Bisogna distinguere innanzitutto il latte. Quello che tu prendi dall’agricolture costa 1 euro al litro ed è prezzo equo sia per chi produce sia per chi compra latte italiano al 100%.
Al supermercato o al negozio il latte fresco costa 1.50 – 1,70 euro al litro ma non sempre, anche se etichettato come confezionato in Italia, è latte italiano. Una legge europea, infatti, permette che tutti prodotti agricoli confezionati in Italia possano essere identificati come italiani, anche se arrivano da ogni parte del mondo.
Oggi all’allevatore è riconosciuto un prezzo alla stalla di 0,35 – 0,34 euro al litro contro reale costo di produzione di 0,50 euro al litro. Il prezzo potrebbe scendere ancora perché, non essendo più italiano nessun marchio storico, da Parmalat a Galbani, (venduti dai nostri governanti a gruppi esteri) vorrebbero pagarlo 0,28 – 0,26 euro al litro, come in Francia. Peccato che le nostre tasse e i nostri costi di produzione sono il doppio o il triplo dei costi di altri produttori che già con questi prezzi non riescono più a vivere.
Quali sono i problemi economici più gravi che un allevatore deve affrontare?
I problemi più pressanti del mondo agricolo italiano sono la sofisticazione del made in Italy, le Tasse, la Burocrazia, le Politiche europee che non tengono conto della qualità, ma solo della quantità, il costo del gasolio agricolo, i problemi idrici legati alla cattiva gestione del territorio, il consumo di suolo indiscriminato, l’imu agricola e, non ultimo, l’insufficiente ricambio generazionale .
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