Prendimi per mano. Percorso gratuito per i bambini di Corbetta
Prendimi per mano è un’emozionante collaborazione tra lo Spazio Montessori di Cerello, frazione di Corbetta, e lo Studio Stregatto di
Fra le grandi armi più recenti che vennero utilizzate dall’uomo in guerra vi sono i sommergibili ed i sottomarini. I primi vennero utilizzati addirittura per la prima volta durante la Guerra di Secessione Americana e diedero prova del grande potenziale durante i due Conflitti Mondiali, mentre i secondi sono un evoluzione tecnologica dei primi.
La baia Scapa Flow venne usata come un porto sicuro in cui ancorare le navi più grandi della Home Fleet britannica fin dal 1812, visto il fondale profondo ed il gran numero di isole presenti intorno alla baia. I primi tentativi tedeschi di penetrare nella baia risalgono alla Prima Guerra Mondiale ma non diedero gli effetti sperati; la baia divenne celebre nel 1919 quanto divenne sede dell’autoaffondamento della flotta tedesca effettuata per non consegnarsi alla Gran Bretagna a seguito della Conferenza di pace di Parigi. Fu proprio questo evento a spingere il commodoro tedesco Dönitz ad ideare un piano per attaccare la baia. Secondo il piano un U-Boot avrebbe dovuto infiltrarsi nella baia tramite lo stretto di Kirk, fra le isole Lambs Holm e Mainland, per poi attaccare ogni bersaglio ancorato ed uscire dallo stesso stretto; delle otto entrate naturali alla baia, solamente tre erano ancora libere dai tempi della Grande Guerra. Negli stretti più orientali erano stati affondati alcuni vecchi mercantili inglesi, mentre bisognava ancora farlo per un accesso (proprio lo stretto di Kirk) ed erano stati fissati dei cavi di sbarramento negli altri due.
Al momento dell’uscita dell’U-Boot dal porto di Kiel vi fu il primo di una serie di fatti che avrebbero potuto mettere a repentaglio la missione: l’U-47 incrociò l’U-46 che stava rientrando in porto ed il suo comandante urlò a Prien, con un megafono, se fosse diretto a Scapa Flow, considerato dai comandati degli U-Boot come il bersaglio più pericoloso dell’Atlantico. Prien trasalì all’idea di una fuga di notizie che sarebbe potuta arrivare agli informatori britannici infiltrati in Germania, ma poi giudicò il fatto come una semplice goliardia. Dalla partenza la navigazione procedette tranquillamente fino alle isole Orcadi, quando la mattina del 13 ottobre venne riscontrata un’infiltrazione d’acqua di mare che venne riparata con una grondaia dal direttore di macchina, il sottotenente di vascello Hans Wessels.
Quella stessa notte (per sfruttare la combinazione di marea favorevole e assenza di luna) cominciò la vera e propria missione. Anche in questa fase si verificarono altri fatti che avrebbe potuto far fallire la missione: all’inizio Prien diresse l’U-Boot verso lo stretto sbagliato e fu costretto ad una rapida virata per evitare una collisione. Navigando in superficie ed usando l’aurora boreale come unica fonte di luce, Prien riuscì a guidare il sommergibile attraverso la Seriano e la Numidian, due dei molti mercantili affondati e usati come barriere, per subire un altra piccola sventura: un taxi di passaggio illuminò il battello tedesco per alcuni secondi, ma il guidatore non si accorse di nulla. Alle 00:27 del 14 ottobre una frase del capitano fece il giro per l’U-Boot «Wir sind in Scapa Flow» (Siamo dentro Scapa Flow); il momento della caccia era ormai giunto. Oltrepassando lo stretto, l’U-47 si diresse in direzione sud-ovest per portarsi al centro della baia, ma il comandante si rese conto che le navi erano state spostate in piccoli gruppi al margine della baia. Quindi fece invertire la rotta, non vedendo l’incrociatore appena varato HMS Belfast otto chilometri più avanti, puntando contro una nave classe Revange ancorata nella zone est della baia ed una non identificata seconda imbarcazione posta subito dietro. Alle ore 00:58 l’U-Boot è allineato ed un ordine rimbomba per il sommergibile: «Torpedos aus den Rohren raus!» (Siluri fuori dai tubi!).
Dopo aver lanciato la prima salva di siluri Prien fece girare l’U-Boot per lanciare un siluro anche dal tubo posteriore, che però non andò a segno, mentre venivano caricati i tubi anteriori. Rigirato l’U-47 vennero lanciati ancora tre siluri alla 01:13 che colpirono a mezzanave la HMS Royal Oak tre minuti dopo, iniziando a farla inclinare fino a 45º in pochi minuti ed affondandola alle 01:29.
Durante i soccorsi alla corazzata, i britannici pensarono ad un esplosione spontanea dei materiali esplosivi all’interno della nave o ad un attacco aereo come cause dell’affondamento, ma quando in mattinata alcuni sommozzatori ispezionarono il relitto, trovarono i resti dei siluri tedeschi e fecero chiudere ogni accesso alla baia, ma l’U-Boot era già ripartito. La stessa mattinata la BBC trasmise un bollettino radio in cui annunciava l’affondamento della nave da guerra, bollettino che venne captato anche dal U-47 che stava rientrando in Germania. Quando alle 11:44 del 17 ottobre Prien ed il suo equipaggio rientrarono a Wilhelmshaven vennero accolti come eroi nazionali.
Di lui Karl Dönitz, che venne promosso da Commodoro a Viceammiraglio e Befehlshaber der U-Boote (Comandante della flotta sottomarina) proprio grazie a questa impresa, disse: “era tutto ciò che un uomo doveva essere: una grande personalità, piena d’impegno, energia e gioia di vivere, totalmente dedito al dovere” Questa è una delle molte prove dell’audacia dei comandanti di U-Boot che intrapresero missioni come queste per tutta la guerra. Anche per questo motivo gli U-BootMann hanno subito uno dei tassi di mortalità più alti di tutti i conflitti dell’età moderna, ben il 75%.
Articolo aggiornato il 19/09/2015 03:01