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Sull’indipendenza non ha vinto il No: ha vinto la Scozia

Il referendum sull’ Indipendenza della Scozia ha cambiato molte cose in Europa. Le avrebbe cambiate più velocemente se avessero vinto i Si all’indipendenza, ma la maggioranza degli scozzesi ha deciso che, per questa volta, conveniva accettare al proposta della devoluzione di maggiori poteri al parlamento e al governo scozzese e hanno fatto quello che dovevano fare: esprimere il loro voto pensando alla Scozia.

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E’ una cosa normale eppure si rimane stupiti dal modo in cui il primo ministro inglese Cameron e il primo ministro del governo scozzese e leader degli indipendentisti dello Scottish National Party, Alex Salmond, hanno affrontato l’uno la vittoria e l’altro la sconfitta del loro pensiero. Lo hanno fatto democraticamente accettando quello che è il volere del popolo scozzese e comportandosi di conseguenza. Entrambe le parti si sono battute, Cameron ha ceduto su quasi tutto. Alex Saldon chiederà che tutte le promesse fatte da Cameron siano concretizzate, ma intanto si è dimesso da segretario dello Scottish National Party.

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La Scozia, anche se ha vinto il No alla secessione dal Regno Unito, che è comunque uno Stato federale, ha ottenuto di poter legiferare e amministrare su ogni materia, a parte la politica , la difesa e l’economia estere. Di fatto, oggi la Scozia ha votato per restare parte di una confederazione di Stati che ha il diritto, ed è questa la cosa più interessante, di votare sulla possibilità di uscire dalla confederazione. La Scozia, e il popolo scozzese, hanno in effetti ottenuto ciò che volevano.

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L’Europa di banche e stati, invece, non ha ancora smesso di tremare: non sfugge a nessuno che il fatto che sia stato permesso e rispettato il voto scozzese, della sola Scozia, sul proprio futuro abbia messo delle opzioni ben chiare anche agli altri Stati dell’Unione Europea. A novembre i Catalani voteranno sulla indipendenza dalla Spagna ed è facile prevedere che il governo spagnolo non avrà la stessa saggezza, sportività e cultura politica di Cameron, a meno che non sia proprio l’atteggiamento di Cameron a ottenere il tanto temuto “effetto domino”, per cui gli Stati centrali, pur di non veder prevalere la secessione di vaste parti dei loro stati, concederanno tutti i diritti di autodeterminazione e autogoverno ai popoli europei che chiedono l’indipendenza.

Un interessante articolo è stato scritto ieri sul Washington Post, in cui sono elencate le 8 nazioni che prossimamente voteranno e potrebbero ottenere l’indipendenza. La prime due  indicate sono il Veneto e il nord italia e poi la Catalunya. Dall’articolo su uno dei più importanti quotidiani americani si comprende che davanti a noi esiste una strada che dobbiamo solo seguire.

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Ilaria Maria Preti

Metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica. Ora scrivo su alcune testate, coordino portali di informazione, sono una giornalista, e una Web and Seo Editor Specialist

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