Prendimi per mano. Percorso gratuito per i bambini di Corbetta
Prendimi per mano è un’emozionante collaborazione tra lo Spazio Montessori di Cerello, frazione di Corbetta, e lo Studio Stregatto di
Tra i tesori nascosti di Ossona vi sono le tracce lasciate da alcuni antichi abitanti del nostro comune, i Burgari. I Burgari erano uno dei popoli alleati ai longobardi e che con loro scesero dalle pianure della Pannonia, l’Ungheria, fino alle nostre terre nel 569 dopo Cristo, seguendo il re longobardo Alboino.
I Longobardi affidarono ai Burgari le due linee di difesa sul Ticino e questi costruirono dei castelletti fortificati le cui tracce, ad esempio, sono molto ben riconoscibili nel tracciato e in alcune particolarità del centro di Ossona, nel cortile del Burgass.
Il Burgass ha anche nel toponimo il segno della sua origine. I tesori storici che però sono stati lasciati a Ossona in eredità da questi importanti antenati sono due sarcofaghi, forse tre, scavati nella pietra che si trovano in villa Litta, utilizzati in uno strano modo: uno infatti è stato trasformato in una fontana e si trova nel cortile della ex casa del Gin Russin, e l’altro è utilizzato come fioriera e di trova nel giardino di villa Litta.
Si tratta di sarcofagi di arte del periodo longobardo: le tradizioni artigianali dei burgari erano un po’ diverse da quelle dei longobardi, e la scultura era dedicata più ai coperchi delle tombe, che erano comunque più grezze rispetto a quelle longobarde. Uno dei coperchio si trova in un cortile di Asmonte, rovesciato e usato come abbeveratoio per le galline.
Un sarcofago simile a quelli di Ossona è stato rinvenuto a San Lorenzo di Parabiago, riconosciuto e catalogato come una rara testimonianza del periodo storico longobardo, è noto al mondo come il sarcofago di Basiliana, a causa della iscrizione epigrafica che vi è apposta.
Sui sarcofagi di Ossona, invece, non è ancora stato possibile appurare se esistono delle iscrizioni. Son passati più di 1500 anni e le iscrizioni sulla pietra si consumano e possono essere riconosciute solo da esperti delle belle arti, che comunque non hanno mai esaminato i nostri sarcofaghi. Inoltre, i due sarcofagi sono stati esposti alle intemperie per molto tempo, e l’uso che se ne continua a fare non ha certamente aiutato la conservazione storica dei due tesori di Ossona.
Articolo aggiornato il 17/01/2016 18:36