Milano

A Casa Chiaravalle nasce una nuova comunità per minori

A Casa Chiaravalle, mercoledì 14 ottobre, nell’avvolgente cornice bucolica che circonda la celebre Abbazia del XII secolo, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione di una nuova comunità educativa – “Cento Passi” – destinata a bambini e ragazzi allontanati dalla famiglia di origine. (Nella foto i momenti della conferenza stampa: il coordinatore della Fuoriluoghi Giulio Di Rosa, il presidente della Comin Emanuele Bana, il presidente del consorzio Passepartout Marco Lampugnani, l’assessore alle Politiche Sociali e Abitative Gabriele Rabaiotti).

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Un progetto nato dall’attenzione all’accoglienza e all’integrazione socio-educativa della cooperativa Fuoriluoghi unitamente all’esperienza pluriennale nella cura dei minori della cooperativa Comin. Erano presenti: l’assessore alle Politiche Sociali e Abitative Gabriele Rabaiotti, il presidente della Comin Emanuele Bana, il presidente della Fuoriluoghi Matteo Avalli, il coordinatore della Fuoriluoghi Giulio Di Rosa e il presidente del consorzio Passepartout Marco Lampugnani.

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Casa Chiaravalle. Un luogo bellissimo

Premettendo che, attualmente, il Comune di Milano gestisce ben 177 proprietà confiscate (tra appartamenti, negozi e pertinenze un tempo luogo di attività illegali o patrimonio criminale) bisogna sottolineare che Casa Chiaravalle è quella più importante. Il complesso è davvero ampio e articolato: per la precisione stiamo parlando di ben 3 ettari di giardino, 7 ettari di terreno agricolo, 700 mq di capannoni e 1300 mq di immobili.

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Una volta passato l’ingresso, si rimane davvero sorpresi dalla piacevolezza degli ambienti interni, curati fin nei dettagli: un camino perfettamente restaurato, scale e pavimenti in marmo (talvolta intarsiato), eleganti infissi con persiane che si aprono su enormi terrazzi. Sia che si tratti di un retaggio dello sfarzo della precedente proprietà, sia che si tratti di una sapiente ristrutturazione, non si può che restare ammaliati dal genius loci.

“Confiscata alla criminalità organizzata e affidata alla comunità organizzata”
E’ con questo slogan che Casa Chiaravalle – un tempo patrimonio di un clan di ‘ndrangheta, ora il bene di maggior valore confiscato alla mafia in Lombardia – è stata restituita alla cittadinanza, come ha tenuto a precisare il presidente del consorzio Passepartout, Marco Lampugnani. Fino ai primi mesi del 2019 la struttura ha ospitato soprattutto migranti e rifugiati (circa 70) ma poi non è stata rinnovata la partecipazione al bando della Prefettura di Milano (con contestuale ricorso al Tar) poiché gli stanziamenti, conformandosi ai nuovi limiti di spesa imposti dal decreto Salvini, sono stati considerati insufficienti a garantire un’accoglienza adeguata ai bisogni di tutti.

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Pertanto è dal 1° luglio 2019 che Casa Chiaravalle ospita 10 famiglie numerose in stato di disagio abitativo (vale a dire: in attesa di una casa popolare) per un totale complessivo di 49 persone. È quindi nell’ottica di una ridefinizione degli spazi e di una “coabitazione virtuosa” che, in quello che era l’ex fienile, troverà posto la nuova comunità per minori mentre, al primo piano, alloggeranno i loro nuclei familiari. Emanuele Bana (Comin), intervenendo, ha espresso soddisfazione nel poter condividere la lunga esperienza accumulata nella gestione di comunità educative per minori con altre realtà come la cooperativa Fuoriluoghi seppur in un periodo assai “faticoso” come quello dell’emergenza sanitaria.

Giulio di Rosa, coordinatore della comunità Cento Passi, vice presidente della Fuoriluoghi e con un trascorso lavorativo in Comin, ha auspicato che il progetto possa aiutare i minori accolti a sviluppare delle relazioni positive in un ambiente “familiare” che non si sostituirà alla famiglia d’origine. Il progetto, nello specifico, prevede l’accoglienza di un numero massimo di dieci bambini / ragazzi, ambosessi, di età compresa fra i 5 e i 17 anni, i quali saranno supportati da un’equipe educativa composta da alcuni dipendenti della Comin e alcuni soci lavoratori della Fuoriluoghi.

In chiusura è intervenuto l’assessore Rabaiotti il quale ha ringraziato per l’utile iniziativa e ha rilanciato chiedendo che, oltre all’accoglienza, si intervenga anche sull’emergenza sociale legata alla perdita del lavoro, immaginando nuovi percorsi di reinserimento occupazionale, magari con un nuovo progetto che ripensi e metta a frutto i terreni agricoli di cui Casa Chiaravalle dispone.

Casa Chiaravalle: ieri, oggi…

Già nel 2014 Casa Chiaravalle veniva assegnata dal comune di Milano – tramite bando in concessione ventennale ad uso gratuito – ad un gruppo di 4 organizzazioni del terzo settore Milanese composto da: Consorzio SIS, Arci Milano, cooperativa Chico Mendes e cooperativa sociale La Strada. In coerenza con quanto richiesto dal bando, il progetto prevedeva il recupero la sistemazione del complesso immobiliare per la realizzazione di diverse funzioni tra cui

  • un’accoglienza abitativa di utenti fragili e medio fragili, in un contesto di mix sociale, prevalentemente rivolta alle fasce di popolazione colpite dalla crisi economica
  • coltivazione dei terreni agricoli di pertinenza e valorizzazione delle parti verdi circostanti (frutteto, orto e giardino)
  • realizzazione di uno sportello e di un punto di transito della Valle dei Monaci nella quale il complesso immobiliare è inserito
  • luogo di promozione di attività culturali aperto a tutti (incontri, seminari e laboratori con una particolare attenzione al tema della legalità e al coinvolgimento della popolazione locale).

Successivamente, a novembre del 2017, in occasione degli Stati Generali della lotta alle mafie, alla presenza del ministro della giustizia Andrea Orlando e dell’allora assessore alle politiche sociali Pierfrancesco Majorino Casa Chiaravalle veniva ufficialmente “presentata” e ne veniva dichiarata la “mission”: “ospiterà, da marzo, grazie ai lavori della rete di imprese locali Passepartout, le prime sessanta donne italiane e straniere, vittime di violenza”.

Quindi, domenica 20 maggio 2018 – contestualmente alla maratona milanese “Insieme senza Muri” – Casa Chiaravalle veniva ufficialmente inaugurata e si trasformava (in seguito a una lunga ristrutturazione a cura del consorzio Passepartout, di Bpm spa e dell’associazione Amici di Casa Chiaravalle) in uno spazio di relazioni e di accoglienza destinato quasi esclusivamente alle donne straniere e italiane vittime di violenza assistite, assieme ai loro bambini, dagli operatori di Passepartout.

…e domani…

Chissà se nell’ampio complesso immobiliare di casa Chiaravalle (o in una delle altre 176 proprietà confiscate) potranno trovare posto anche alcuni papà separati che, duramente colpiti dalla crisi, rimasti senza lavoro e senza casa, disperatamente cercano un sostegno, anche temporaneo, essendo più che ben disposti a rendersi utili.
Noi lanciamo l’idea… certi che la sensibilità dimostrata dall’assessore Rabaiotti, unitamente alla progettualità delle cooperative, saprà farla propria.

Nota della redazione
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Articolo aggiornato il 18/08/2022 22:56

Alateia Parenti

Giornalista da molti anni. Mi occupo anche di temi sociali difficili che mi obbligano ad utilizzare, alcune volte, un nickname

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