Prendimi per mano. Percorso gratuito per i bambini di Corbetta
Prendimi per mano è un’emozionante collaborazione tra lo Spazio Montessori di Cerello, frazione di Corbetta, e lo Studio Stregatto di
La Rinnovata Pizzigoni, non è una scuola come le altre, questo lo si capisce subito, appena la si vede. Si fa persino fatica a credere che si tratti di una scuola pubblica e non privata, e che perciò è accessibile solo per chi fa parte del bacino di utenza che è strutturato come per tutte le altre scuole.
Vi ho già parlato di questa scuola nell’articolo rinnovata-pizzigoni-una-scuola-che-fa-scuola perciò non mi dilungherò ulteriormente nella descrizione. Quello di cui vi voglio invece parlare, è del suo valore storico, di come è resistita alla nascita e diffusione del fascismo, come è resistita ai bombardamenti, e poi a tutto il periodo storico che in dagli anni 40 ad oggi ha mutato totalmente il tessuto sociale e culturale nel nostro paese.
Ma non è solo un concetto, qui la storia, la possiamo letteralmente toccare con mano, vedere, quasi rivivere, perché, nell’archivio storico della scuola, che da poco è stato riconosciuto patrimonio culturale della Lombardia, escono veri e propri momenti di storia. Ci sono documenti, foto, temi scritti dagli alunni, e persino firme autorevoli sul registro delle visite.
Tra le tante foto scattate dagli inizi del 1900, quando la fotografia non era ancora molto diffusa, ad oggi, possiamo perciò riconoscere bambini di ogni epoca. Se avete un parente che ha frequentato questa scuola, anche molti anni fa, è molto probabile che sia stato immortalato in una di queste fotografie.
Il grande sforzo che si sta facendo adesso, è rendere tutto questo materiale di grande valore storico, fruibile a tutti, senza rischiare che venga danneggiato, o peggio che alcune parti vengano perse come purtroppo è successo in passato. Ecco perché gran parte del materiale dell’archivio dell’Opera Pizzigoni, l’associazione che si occupa della divulgazione e diffusione di tutto ciò che riguarda questa scuola, sta per essere digitalizzato.
il 23 Settembre 2018 in occasione di una delle Giornate europee del patrimonio (GEP 2018) si è svolta una visita guidata all’archivio e alla scuola. Purtroppo a causa del fatto che gli archivi non godono di larghi spazi, la visita è dovuta avvenire a numero chiuso. La richiesta di partecipazione ha infatti superato ogni più rosea aspettativa. La visita si è perciò svolta in tre diversi gruppi, che si alternavano nella visita degli archivi e del complesso scolastico, per fare in modo che non più di 7 persone accedessero agli spazi dell’archivio contemporaneamente. Le visite si sono svolte inoltre in due sessioni diverse, con un numero complessivo di circa cinquanta persone.
Un personaggio femminile che per ignoti motivi non viene quasi mai citato nelle cronache storiche, ha lasciato la sua firma sul registro delle visite alla scuola. Si tratta di Margherita Grassini Sarfatti, e se questo nome non vi dice nulla sappiate che è legato ad un nome che invece conoscono tutti, ovvero Benito Mussolini. La Sarfatti è stata per oltre 20 anni, quello che oggi definiremmo compagna, o forse potremmo dire amante, del dittatore italiano, prima della seconda “amante”, Clara Petacci, e prima e contemporaneamente al matrimonio di Mussolini con Rachele Mussolini.
La cosa che più stupisce però, è che la Sarfatti fosse di origini ebraiche, origini di cui era molto fiera anche se convertita alla religione cristiana. Donna di grande cultura, tanto che parlava quattro lingue, collaborò attivamente con Mussolini nel periodo socialista, per poi appoggiare pienamente nella sua ascesa il dittatore, tanto da essere direttrice editoriale di “Gerarchia”, la rivista di teoria politica fondata da Benito Mussolini.
Poi, nel 1932 con un improvviso voltafaccia, Mussolini la fece interdire dai palazzi istituzionali. Solo cinque anni più tardi, nel 1938, Mussolini firmerà le leggi razziali discriminando gli stessi italiani di origine ebraica tra cui eroi della prima guerra mondiale e persino simpatizzanti della dottrina fascista.
Una semplice firma ci ricorda la persona che ha molto probabilmente contribuito all’ascesa della persona che poi, firmerà quelle leggi che porteranno alla deportazione di migliaia si ebrei italiani nei campi di concentramento, tra cui, la stessa sorella di di Margherita Sarfatti, Nella Grassini Errera, deportata e morta ad Auschwitz assieme a suo marito.
La storia di questa donna è tanto avvincente quanto piena di dettagli che potrebbero gettare nuova luce su un periodo storico così buio e funesto, ed è una delle tantissime storie di ogni genere, legate ai documenti storici e fotografici dell’archivio della Scuola Rinnovata Pizzigoni.
Articolo aggiornato il 01/11/2019 21:26