Prendimi per mano. Percorso gratuito per i bambini di Corbetta
Prendimi per mano è un’emozionante collaborazione tra lo Spazio Montessori di Cerello, frazione di Corbetta, e lo Studio Stregatto di
Busto Garolfo – Nelle piazze di molti Comuni padani si trovano le casette dell’acqua e del latte. Un servizio ottimo, un’idea geniale che oggi è diventata simbolo della resistenza ad un’Europa che ci vorrebbe imbottire di cibi di plastica, che vorrebbe imporre il formaggio con il latte in polvere e che ci espone alle conseguenti reazioni allergiche. Un’Europa che entra troppo nelle nostre vite imponendoci modelli e cibi di plastica.
L’idea mi è venuta lì, al momento, oggi pomeriggio a Busto Garolfo, quando, dopo una passeggiata nel parco comunale, ho visto la casetta del latte nella piazzetta del mercato. Perchè no? Voglio provare, a Ossona non c’è né la casetta dell’acqua né, tanto meno, quella del latte. Usare la casetta è facilissimo. Si compra la bottiglietta sterile (20 centesimi) e poi la si mette sotto l’erogatore. Si compera tanto latte quanto ne serve. 1 euro al litro, ma se ne serve meno se ne compra meno. Ne ho preso per un euro e mezzo diviso in tre bottiglie.
Ed è stato proprio nel momento in cui è realizzato di aver digerito benissimo il latte fresco, senza nessun sobbalzo o contorsione delle viscere, che mi è venuto in mente che l’Europa vuol obbligarci a fare i formaggi con il latte in polvere e anche molte altre cose molto strane. Ho sentito che nelle mie viscere qualcosa si ribellava, ma non era il latte, era il mio No all’Europa di quei burocrati nemici delle cose buone. Ho realizzato che la casetta del latte, e anche quella dell’acqua, diventeranno il centro della mia resistenza alimentare. D’ora in poi quello sarà l’unico latte che berò. A proposito, la mia cena tradizionale è costata, in tutto, tra pane, sobbolittura e altro, circa 1,50 euro. Ne è valsa la pena. e mentre pucciavo il pane in quella delizia bianca mi sono tornate in mente le parole che mi ha detto tanti anni fa Gilberto Buson, uno degli indipendentisti del campanile di San Marco, in Veneto. ” Mangiavamo maiale, che era buonissimo e poco costoso. Ci han detto che ci faceva male ed aveva il colesterolo e abbiamo smesso di mangiarlo. Ora ce lo servono al ristorante, lo chiamano cinghiale e ce lo fanno pagare come se fosse oro, ma è sempre il nostro maiale con la polenta.” Perchè lo tolleriamo? Perchè ci lasciamo prendere in giro? Resistiamo.
Articolo aggiornato il 14/08/2015 10:24