Magenta, la sukkeggiante Sagra di San Rocco

A Magenta non bastavano la tubercolosi dei clandestini ospitati alla Vincenziana e le dichiarazioni del sindaco Invernizzi. In questi giorni ha avuto, infatti, un altro momento di imbarazzo culturale. La Sagra di san Rocco che si svolge da decenni con numerose bancarelle si è trasformata in nemmeno troppo piccolo suk.

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Di chi sia la colpa non si sa. Forse lo scopriranno, per porvi rimedio e fare in modo che non accada mai più, le forze politiche magentine che tengono alla cultura e a curare le tradizioni peculiari della graziosa e storica cittadina lombarda.

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Passeggiare fra le bancarelle della Sagra di San Rocco è stato particolarmente imbarazzante, tale era il susseguirsi di venditori che non avevano nulla a che fare con Magenta e con la sagra.

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Erano presenti forse più di cento bancarelle che si diramavano fra le vie in modo più o meno ordinato. A parte qualche sporadico caso, c’erano bancarelle di giocattoli cinesi, seguite da bancarelle di vestiti cinesi, per poi continuare con bancarelle di scarpe cinesi, intervallate da bancarelle di tendaggi e cuscini e altri tessuti cinesi.

Negli intervalli fra le bancarelle di prodotti cinesi facevano bella mostra di sè i tappeti nordafricani, le chincaglierie prodotte probabilmente in qualche laboratorio indiano di non si può sa bene paese. C’ erano anche le bancarelle di caramelle e, spero, non fossero cinesi anche quelle. A ben guardare, però, se non era Cina poteva benissimo essere Sudamerica.

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Come poi confermato anche dalla polizia locale su un noto quotidiano online, alcuni venditori non erano in regola con i permessi, alcuni perfino completamente abusivi e vendevano merce contraffatta, che è poi stata sequestrata. La polizia locale di Magenta è stata presente ed è intervenuta in modo continuo e solerte dove c’erano delle chiare violazioni della legge, ma di certo non poteva migliorare la qualità culturale della sagra.

La sensazione di passeggiare per un suk era talmente pesante che quando ho visto un banchetto di dolci siciliani mi sono risollevata e quasi sentita a casa. Le altre bancarelle che meritano menzione erano una di prodotti alimentari toscani e una signora con dei gran bei cesti di funghi porcini secchi, oltre naturalmente al banco della pesca di beneficenza  organizzato dai volontari della parrocchia.

Eppure non sarebbe stato particolarmente difficile organizzare la sagra lasciando uno spazio riservato ai venditori di artigianato locale o di prodotti più vicini alla cultura lombarda. Mi è mancato un bel banco di vini, o dei rigattieri, o quelli dei libri vecchi, dei pittori, dei fabbri. Insomma, speravo di poter parlare di qualcosa di Magenta cui dare un po’ di risalto e non c’era nulla.
Non posso nemmeno girarci  intorno e parlar di cultura cinese, visto che non c’erano certo bancarelle di porcellane.
Quindi mi spiace per la critica, ma è meglio dire la verità: quest’anno a Magenta non c’è stata la sagra di San Rocco, ma un mercato sukkeggiante.

Nota della redazione
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Articolo aggiornato il 23/06/2019 15:09

Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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Testata registrata presso il Tribunale di Milano n. 47/2020 del 3/06/2020 Direttore responsabile Ilaria Maria Preti
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