PoliticaPrima Pagina

Governo Draghi. Basta che non chieda soldi

Imbarazzante scena della corsa all’idolatria di Mario Draghi, come nuovo capo del governo, che può distribuire incarichi pubblici strapagati e 209 miliardi di euro. Corrono tutti, da qualunque parte del parlamento, nella sua direzione. Non ha ancora incassato il si di tutti i partiti e non è certo di avere la maggioranza in parlamento, ma la danno così scontata, ora, che è già partito il totoministri.

Mario Draghi può fare un governo in 2 modi. Una possibilità è la riedizione del vecchio governo giallorosso, composto da M5S, il pd, italia viva e gli altri partiti minori. L’altra è la riedizione del governo gialloverde, con la Lega, il M5S, Forza Italia ecc. Una terza possibilità potrebbe essere quella di governo in cui ci sono tutti, proprio tutti, con i ministri distribuiti in base al manuale Cencelli e con l’opposizione lasciata alla sola Giorgia Meloni.

Annunci

Due soluzioni hanno già fallito e l’accozzaglia proposta dalla terza potrebbe anche funzionare nell’ambito di un parlamento in cui gli aderenti hanno gettato la maschera mostrando il volto del più basso interesse monetario. Insomma, la dignità la possono riconquistare se invece di chiamarsi parlamento passano al nome di consiglio di amministrazione. Questo tipo di governo sembra infatti il consiglio di amministrazione di una grande azienda che è appena stata sballottata e demolita da un’Opa. Al tavolo siede il capo cordata, che ha rastrellato voti e deleghe, e detiene il 61% delle azioni. Ora li deve mantenere, ma sa che se garantisce un sostanziosa distribuzione degli utili avrà successo.

Annunci

In questo articolo parliamo di:

Il governo Draghi

Quindi prepara la sua task force, quelli capaci di far girare il denaro. Ed ecco che cominciano a girare i nomi. Una delle ipotesi ventilata per la poltrona di ministro dello sviluppo economico è Marcella Panucci, presidente di Confindustria. Altro nome è quello di Stefano Lucchini, l’esperto di comunicazione esterna di Intesa san Paolo. Pare che il suo nome sia stato fatto come portavoce del primo mnistro.

Se questo è il range si può comprendere perchè ho pensato ad un consiglio di amministrazione invece che ad un governo. Non avrebbe potuto essere diversamente. Non devo essere l’unica che ha avuto la sensazione di essere vittime di un’opa. Matteo Salvini ha fatto pubblicamente notare a Mario Draghi che la Lega e il centrodestra governano nella maggioranza delle regioni e che in parlamento sono presenti con 131 deputati.

Annunci

Matteo Salvini ha messo in chiaro che con le azioni che ha la Lega, le spetta un posto di rilevanza in consiglio di amministrazione. In compenso il Movimento 5 Stelle governa pochissime realtà e anche il quel caso non sempre con successo. Pare che il PD abbia escluso di proporre politici, ma che proporrà personalità tecniche e imprenditoriali della loro area. Mah, scusatemi la battuta, ma se è vero va a finire che ci troviamo un Benetton come ministro, magari alle infrastrutture o ai trasporti..

Draghi, non chieder soldi

Di fronte a tutto questo, quelli che forniscono il denaro per il funzionamento dello stato, la gente normale che dovrebbe avere la maggioranza delle azioni dell’azienda pubblica, è rimasta lì, con la loro delega in mano, costituita da un modello unico o da un mod 730 o un 740, senza che gli sia concesso neppure avvicinarsi al grande tavolo dei big. Ma senza il voto, senza l’esercizio della delega, potrà Draghi andar a chiedere soldi delle tasse? Sarò sospettosa e un po’ acida, ma secondo me è per questo che prima di pensare a mettere in piedi programma e ministeri hanno pensato all’esperto della comunicazione

Nota della redazione
I giornalisti di Co Notizie News Zoom lavorano duramente per informare e seguono l'evoluzione di ogni fatto. L'articolo che state leggendo va, però, contestualizzato alla data in cui è stato scritto. Qui in basso c'è un libero spazio per i commenti. Garantisce la nostra libertà e autonomia di giornalisti e il vostro diritto di replica, di segnalazione e di rettifica. Usatelo!Diventerà un arricchimento della cronaca in un mondo governato da internet, dove dimenticare e farsi dimenticare è difficile, ma dove la verità ha grande spazio.
Avatar photo

Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

Commenti, repliche e rettifiche. Scrivi qui quello che hai da dire.