Occhiali spaziali: innovazione e tecnologia dalla Terra allo spazio al Centro Ottico Rossini & Licciulli di Parabiago
A Parabiago, al centro ottico Rossini & Licciulli , che si trova al numero civico 44 della statale del Sempione,
Ossona. Follie del sabato sera. Questa è la foto postata sui sociale dai residenti di via madre Teresa di Calcutta. Sono da diverso tempo costretti a convivere con dei gruppi di incivili che pur avendo a disposizione un cestino per i rifiuti vuoto e pulito, preferiscono abbandonare i rifiuti sul marciapiede.
Una foto di questo genere è talmente emblematica da far quasi cadere le braccia. Lì in mezzo c’è il cestino dei rifiuti solitarimente vuoto, la domenica mattina. Ieri notte gruppi di ragazzi di Ossona, la maggior parte adolescenti di 13 o 14 anni, ma alcun gruppetti arrivano fino ai 18 anni, si sono radunati lì. E’ una abitudine che dura da qualche anno e non ci sarebbe nulla di male se non facessero bagordi per tutta notte, se non bevessero superalcolici, rovinando lo sviluppo dei loro cervellini, e non abbandonassero i rifiuti in questo modo.
In realtà non c’è una morale. C’è il segno il segno del fallimento educativo. Anzi, è il fallimento di tutti i sistemi educativi utilizzati finora, se siamo arrivati al punto che i ragazzi considerano poco figo mettere un bicchiere di plastica in un cestino dei rifiuti. Di questa foto andrebbe fatto un manifesto e andrebbe appeso su tutti cartelloni pubblicitari del paese.
La frase scritta sotto? “Se sai che tuo figlio il sabato notte frequenta il piazzale di via Madre Teresa di Calcutta, sai anche che non sa a cosa serve il cestino dei rifiuti. Diglielo ed Educalo.”
In paese c’è chi chiede le telecamere, chi di far girare i carabinieri che hanno comunque altro da fare, piuttosto che correre dietro a dei ragazzini cui la maleducazione dovrebbe essere corretta in famiglia. C’è anche chi chiede l’intervento in notturna della polizia locale, un intervento che ha dei costi altissimi. Si potrebbe fare solo se fossero poi i genitori degli incivili a pagare il loro lavoro notturno, e non tutta la comunità. Io avrei una idea diversa per far passare loro la voglia di fare. Già una volta avevo pubblicato su facebook il numero di targa delle automobili di alcuni incivili maggiorenni. Potrei rifarlo, e sarebbe un piacere.
Anche a Casorezzo, comunque non si sta meglio. Non è questione di dire “mal comune ” mezzo gaudio”. Il gaudio non c’è e il mal comune fa arrabbiare ancora di più. Questa è la foto postata su Facebook che mostra Casorezzo la domenica mattina.
Articolo aggiornato il 04/10/2020 17:38