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Cecchetti: Castrazione chimica per il violentatore di San Zenone al Lambro

Volevo intitolare il pezzo di commento del caso di San Zenone al Lambro con un “Castriamolo” e fra le migliaia di cose che in questi giorni sono passate nella testa della gente che ha assistito a questa storia sicuramente penso sia la frase più democratica e civile. Certamente il maliano non è un uomo normale. Gli uomini normali non violentano nessuno e non si può nemmeno parlare di scusante del retaggio culturale perchè non c’è nessuna cultura che dice che, quando hai la fortuna di trovare un lavoro e avere un permesso di soggiorno in Italia, devi andare in giro a violentare le ragazzine.

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Costui aveva tutto quello che un africano arrivato in Italia senza arte nè parte può desiderare: un lavoro onesto, un permesso di soggiorno regolare e aiuti che agli italiani in difficoltà non sempre sono concessi, e ha fatto la cosa più schifosa e terribile che si può immaginare. No, non ci sono scusanti, di nessun tipo. Ha offeso anche tutti quelli che non hanno avuto le possibilità che a lui sono state concesse, quelli che lo hanno aiutato e tutti gli uomini e le donne del suo paese. Dovrebbero rimandarlo in Mali, ho pensato, ma consegnandolo alla giustizia. Poi mi è capitato sott’occhio il comunicato stampa dell’on Fabrizio Cecchetti che dice quasi la stessa cosa che penso io.

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“Cecchetti (LEGA): Stupro San Zenone: espulsione immediata e castrazione chimica”

Il caso della ragazza violentata a San Zenone, da un immigrato ospite di un centro di accoglienza, conferma quanto sia urgente dare un segnale forte e immediato. Non basta l’arresto: chi commette atrocità simili va espulso subito dall’Italia e deve affrontare la castrazione chimica obbligatoria. Solo così si può impedire che si ripetano reati immondi e si dà un deterrente vero a chi pensa di ridurre le donne a vittime. Non servono scuse, non servono attenuanti: davanti a episodi così brutali ci vuole la massima fermezza. La sicurezza e la dignità delle donne devono venire prima di tutto.

Ecco. Preferisco farlo dire ad un deputato, che ha sicuramente più probabilità di far accadere quanto sarebbe giusto di quante ne ho io.

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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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