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Radicalizzazione lampo tra i giovanissimi: 22 casi legati al terrorismo, di ogni tipo

Una inchiesta della polizia di stato ha toccato un tasto particolarmente critico a proposito del terrorismo e delal radicalizzazione violenta. I più fragili, i più facili da condizionare e manipolare sono i giovanissimi, spesso anche sotto i 14 anni, in età non punibile. In questi giorni ci sono state 22 perquisizioni che hanno toccato vari fronti contrapposti del terrorismo.

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Le perquisizioni e i provvedimenti penali hanno toccato ragazzi di ogni parte politica: ci sono i sostenitori della creazione del caos che predicano e praticano l’accelerazionismo, un po’ di destra e un po’ di sinistra. Ci sono poi i suprematisti bianchi, gli jadhisti e gli antagonisti.

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Tutte forme di estremismo politico e sociale, estremamente violento, che coinvolgono i più giovani ma anche più sprovveduti soprattutto tramite un uso intensivo di internet. La polizia ha redatto anche una serie di profili psicologici dei ragazzi che cascano nella trappola della radicalizzazione estemistica. E’ interessante notare che , qualunque filosofia estremista scelgano, il loro profilo è comune in tutte.

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Il profilo psicologico dei giovani estremisti

Molti dei ragazzi coinvolti nella radicalizzazione online hanno difficoltà relazionali e situazioni familiari o scolastiche problematiche. Vivono spesso isolati e trovano nel web una sorta di rifugio, dove costruiscono un’identità alternativa e si sentono parte di una comunità. Sono molto giovani, spesso sotto i 14 anni, ma hanno grande dimestichezza con il linguaggio digitale, usano meme, parlano soprattutto in inglese e mostrano una forte attrazione per la violenza e per le armi, anche realizzate con stampanti 3D. Spesso si ispirano a simboli e figure di riferimento estremiste e usano piattaforme di gioco online, dove possono diffondere idee radicali e rischiano di trasformare nella realtà ciò che sperimentano virtualmente.

La White Jihad

Le indagini hanno fatto emergere il fascino che il cosiddetto “White Jihad” esercita sui ragazzini: è un’ibridazione tra l’estremismo islamico e il suprematismo bianco. Nelle chat analizzate sono circolati contenuti neonazisti, antisemiti e video di estrema violenza, comprese uccisioni di matrice jihadista.

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Richiesta di interventi alla commissione europea

Per questo motivo l’Italia ha chiesto all’Unione Europea di inserire la radicalizzazione online dei giovani tra le priorità dell’agenda antiterrorismo, con l’obiettivo di collaborare con i fornitori di servizi internet e ridurre la diffusione di propaganda violenta che colpisce soprattutto i minori più vulnerabili.

L’indagine dai risultati sconvolgenti

Negli ultimi anni sempre più ragazzi cercano online contenuti antisemiti e legati all’estremismo violento. Il processo di radicalizzazione è diventato rapidissimo: si passa dall’esposizione alla propaganda alla pianificazione di un attacco in poche settimane, mentre vent’anni fa servivano molti mesi.

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Anche in Europa il fenomeno è in crescita e coinvolge sempre più minorenni, anche sotto i 14 anni. Molti di loro riescono a restare anonimi in rete e provengono da situazioni di solitudine, disagio sociale o problemi psicologici. Nel 2024 due terzi degli arresti legati all’ISIS hanno riguardato adolescenti e, nel Regno Unito, un sospettato di terrorismo su cinque è minorenne.

La Polizia di Stato ha eseguito 22 perquisizioni in tutta Italia nei confronti di ragazzi tra i 13 e i 17 anni emersi in contesti estremisti suprematisti, accelerazionisti, antagonisti e jihadisti. L’operazione è stata coordinata dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione con le Procure dei Minorenni territorialmente competenti. Di grande importanza è il web monitoring, effettuato continuamente da squadre dedicate.

L’indagine e il ruolo del web

L’attività è infatti nata da acquisizioni d’intelligence condivise nel Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo e sviluppate dalle DIGOS insieme alle Sezioni operative di sicurezza cibernetica. Da queste acqusizioni di informazioni è emerso un coinvolgimento crescente di minorenni in contesti di devianza e terrorismo. Internet, con la sua facilità di accesso e anonimato, si è confermato uno strumento chiave per indottrinamento, propaganda e addestramento.

I casi più importanti: I gruppi di destra

Cagliari

Partiamo dagli estremisti di destra. La delega è della Procura dei Minori di Cagliari. In provincia di Oristano sono stati scoperti 2 15enni. Sono stati trovati durante le indagini su l caso di un 14enne che era già stato perquisito lo scorso 11 aprile a Oristano. La squadra mobile locale aveva trovato sul suo profilo Facebook delle sue fotografie con il volto mascherato e mentre impugnava coltelli e pistole. Il ragazzino aveva consegnato di sua spontanea volontà, una bandiera con una svastica, un fucile a pompa giocattolo, privo di tappo rosso e con impresse numerose scritte e simboli riconducibili alla galassia suprematista, e i nomi dei noti attentatori Anders BREIVIK, Stephans BALLIET, Alexandre BISSONNETTE e Patrik CRUSIUS.

Cosenza, Padova e Messina

Nella stessa inchiesta sono stati individuati anche un ragazzino che non ha compiuto ancora 13 anni, residente in provincia di Cosenza, un 17enne della provincia di Messina e un 15enne di Padova.

Sassari

Altra storia simile ha portato alla perquisizione di un17enne residente nella provincia di Sassari, trovato durante una indagine iniziata nel 2023, nei confronti di un 19enne arrestato il 6 settembre 2024 dalla DIGOS di Cagliari per arruolamento con finalità di terrorismo commesso per finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale e religioso e propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa.

Mantova, Cremona e Bergamo

Sono stati perquisiti 2 17enne, residenti nelle province di Mantova e Cremona, e un 15 enne residente a Bergamo, ma in vacanza in provincia di Matera. Sono stati trovati durante le indagini su un 14enne perquisito il 6 febbraio 2025 dalle DIGOS di Torino e di Alessandria, per propaganda e istigazione a delinquere per aver pubblicato online contenuti di natura nazista e antisemita.

Taranto

Un 15enne residente in provincia di Taranto è stato indagato per propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa e per porto illegale di armi in luogo pubblico. Nel corso di una conversazione in chat, con altro ragazzino indagato dalla Procura dei Minori di Venezia, aveva affermato di essere stato in passato membro dell’associazione suprematista “The Base” e di dedicarsi alla fabbricazione di ordigni artigianali.

Milano, Arezzo e Firenze

A queste si aggiungono la perquisizione svolta in provincia di Milano nei confronti di un 16enne, autore di messaggi pubblicati su canali Telegram riconducibili alla destra suprematista e neonazista, quella a carico di un 14enne e un 17enne della provincia di Arezzo, e quella a casrico di un 15enne residente in provincia di Firenze.

Il gruppo è saltato agli occhi delle DIGOS della Toscana, dopo le indagini su diversi episodi di imbrattamento compiuti lo scorso marzo a San Giovani Valdarno (AR) che hanno permesso di evidenziare condotte dei tre soggetti, connotate dal tenore discriminatorio e antisemita, contro l’ideologia “antifascista” e verso tutti coloro che non si identificano nella razza bianca.

Genova

A Genova sono stati perquisiti due ragazzini che non hanno ancora 16 anni. La DIGOS li ha scoperti sui social in cui facevano propaganda di tipo fascista, in varie località della provincia. Il loro scopo era di raccogliere proseliti per le attività del loro movimento.

I sequestri

All’interno delle abitazioni dei ragazzi sono stati trovati manuali e documenti di matrice suprematista e nazionalsocialista, alcune riproduzioni di armi da sparo prive di tappo rosso, giacche militari da combattimento, passamontagna anche di tipo militare, materiale per l’addestramento soft air e una divisa delle SS ( si comprano facilmente su internet, a poco prezzo).

Antagonismo di Piazza

Bologna

Sul fronte del contrasto all’antagonismo di piazza sono stati perquisiti due 17enni. LI hanno riconosciuti in occasione di una manifestazione non preavvisata svoltasi a Bologna, lo scorso gennaio. Protestavano contro le forze dell’ordine intervenute nel noto inseguimento conclusosi con il decesso del 19enne Rami Elgaml a Milano. I due giovani avevano danneggiato con armi improprie telecamere, vetrine di esercizi commerciali e gli uffici e sportelli di alcune banche presenti sul percorso del corteo.

La jihad

Ravenna

Ed eccoci alla minaccia jihadista: un 17enne, residente in provincia di Ravenna, è stato identificato e perquisito dopo degli accertamenti sviluppati su indirizzi IP, acquisiti in ambito di collaborazione internazionale, che hanno registrato connessioni con spazi web riconducibili alla propaganda jihadista tra cui l’“Al-Raud Media Archive”, spazio riconducibile all’Islamic State.

Lì, secondo quanto stabilito dalle indagini, è consultabile del materiale di propaganda jihadista proveniente dai canali mediatici del Califfato quali la rivista Al Naba, la fondazione mediatica Al-Furqan e la radio Al-Bayan. Il ragazzino si era connesso al sito diverse centinaia di volte. Inoltre aveva condiviso in alcuni gruppi WhatsApp dei contenuti propagandisti della Jihad stessa.

White Jihad: un connubio di estremismo islamico e ideologia nazifascista

Catanzaro

Durante lo stesso filone di indagini la Digos di Catanzaro ha identificato e perquisito un 17enne, residente nel capoluogo calabrese, che partecipava ad un gruppo WhatsApp di cui ha fatto parte un altro ragazzino arrestato lo scorso anno per addestramento con finalità di terrorismo. In quella chat c’erano messaggi correlati sia all’estremismo islamico sia all’ideologia nazifascista.

Livorno

La Digos di Livorno ha identificato un 14enne e un 16enne residenti in provincia. Durante le indaginisono stati indicati come responsabili di aver realizzato, portato in luogo pubblico e di aver esploso un ordigno esplosivo. A fine maggio lo avevano costruito e portato all’esterno di una scuola superiore, e fatto esplodere durante l’orario delle lezioni. Le indagini della digos stanno cercando i individuare la matrice politica, eversiva o discriminatoria dell’atto.

In casa di uno dei ragazzini di Portoferraio sono stati trovati componenti per la realizzazione di molotov e di un bilancino per la pesa di polvere da sparo.

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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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