Abbiategrasso. Omicidio Elsharkawy. Rivelato l’esito dell’ interrogatorio di garanzia per i 4 italiani e confermato il carcere
Si è svolto oggi l’interrogatorio di garanzia dei 4 indagati dell’omicidio di Mohamed Elsayed Elsharkawy, il 21enne egiziano ucciso la vigilia di Pasqua in via Fusè ad Abbiategrasso. I tre fratelli e il loro amico hanno potuto così dare le loro spiegazioni su quanto accaduto quella notte, davanti ad un giudice, al pubblico ministero e al loro difensore, Roberto Grittini. Si tratta di un’intervista, una serie di domande, che il giudice pone agli indagati dandogli la prima possibilità di difendersi dalle accuse.
Da quanto si è appreso dalle fonti ufficiali, si è confermato che la serie di risse, poi sfociate nell’accoltellamento mortale, aveva avuto origine da una partita di droga pagata dagli italiani ma non consegnata dall’egiziano.
Indagini e prove documentate dell’omicidio Elsharkawy
Le indagini dei carabinieri di Abbiategrasso e del Nucleo Investigativo di Milano, coordinati dalla Procura della Repubblica di Pavia, hanno individuato i 4 partecipanti dopo aver ascoltato molti testimoni, e aver esaminato le immagini di diversi impianti di video sorveglianza, sia privati sia pubblica, che hanno ripreso varie scene delle risse. Sono anche stati sequestrati gli abiti e le scarpe indossati quella notte e sui quali sono state trovate tracce di sangue compatibili con al scena de crimine.
Due giorni fa un articolo di Ticino Notizie riportava un virgolettato dell’avvocato Grittini, in cui affermava che c’erano ancora degli aspetti dei fatti a chiarire. “Non possiamo escludere che a sferrare la coltellata che ha causato la morte di Mohamed Elsharkawy sia stata una quinta persona. Quello che posso dire, al momento, è che di sicuro non era loro intenzione di uccidere. La situazione è degenerata, ma non era quello che si aspettavano”. Parole che mirano a escludere la premeditazione, a tentare di ottenere un’ accusa di omicidio colposo, cioè non intenzionale, e a insinuare il dubbio che l’omicida possa essere un quinto uomo, ma che non hanno convinto, perlomeno oggi, il giudice delle indagini preliminari.
Infatti ha confermato l’accusa di omicidio volontario in concorso nei confronti dei 4 indagati . All’esito dell’interrogatorio di garanzia, il GIP ha convalidato il provvedimento di fermo, applicando per tutti e 4 gli indagati la custodia cautelare in carcere, in attesa del processo che stabilirà quanta responsabilità hanno individualmente nella morte dell’egiziano.
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