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Maltrattamenti, urla, minacce e insulti: 8 educatori sospesi in un centro per disabili a Milano

Maltrattamenti in un centro per disabili a Milano. Lo scorso 8 aprile 2025 i carabinieri della stazione Milano Vigentino hanno eseguito un’ordinanza che vieta a 8 educatori di esercitare la professione. Il provvedimento è stato disposto dal Gip del Tribunale di Milano su richiesta della Procura della Repubblica, nell’ambito di un’indagine avviata per presunti maltrattamenti ai danni di persone con disabilità. I destinatari della misura lavoravano in un centro diurno per disabili situato in città. La decisione è stata presa per evitare il rischio di reiterazione dei reati e per proteggere le vittime, considerate particolarmente vulnerabili.

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La denuncia partita da un’ex dipendente

Le indagini sono partite dopo la denuncia di una ex lavoratrice della struttura. La donna ha raccontato agli inquirenti episodi gravi, sostenendo che gli ospiti del centro sarebbero stati vittime di maltrattamenti sistematici. Le sue parole hanno portato la Procura ad avviare accertamenti approfonditi, affidati ai carabinieri. Durante l’attività investigativa, sono state eseguite intercettazioni ambientali all’interno del centro e sono stati acquisiti documenti e atti relativi alla gestione e alle attività svolte con gli utenti.

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Le accuse: minacce, insulti e isolamento punitivo

Secondo quanto emerso dalle intercettazioni e dagli elementi raccolti, gli otto operatori avrebbero sottoposto gli ospiti a trattamenti degradanti e violenti. L’elenco delle condotte contestate comprende urla, minacce, insulti, strattoni, isolamento punitivo e persino l’uso degli utenti per scopi personali, come farsi fare massaggi. In molti casi, le attività educative previste non venivano svolte. Il quadro indiziario è stato definito grave e attuale. La Procura ha evidenziato la necessità di interrompere ogni rapporto tra gli indagati e i soggetti fragili affidati alla loro cura.

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La Procura: “Tutela delle persone offese prioritaria”

Nel motivare l’adozione delle misure, gli inquirenti hanno sottolineato l’urgenza di proteggere le vittime e di evitare l’inquinamento probatorio. La sospensione cautelare dall’esercizio della professione di educatore riguarda, quindi, non solo l’attività nel centro dove lavoravano, ma ogni impiego presso strutture per disabili. Le indagini proseguono. Gli inquirenti stanno valutando anche eventuali responsabilità gestionali o omissioni da parte della direzione del centro.


Lo scorso 8 aprile 2025 i carabinieri della stazione Milano Vigentino hanno eseguito un’ordinanza che vieta a otto educatori di esercitare la professione. Il provvedimento è stato disposto dal Gip del Tribunale di Milano su richiesta della Procura della Repubblica, nell’ambito di un’indagine avviata per presunti maltrattamenti ai danni di persone con disabilità.

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I destinatari della misura lavoravano in un centro diurno per disabili situato in città. La decisione è stata presa per evitare il rischio di reiterazione dei reati e per proteggere le vittime, considerate particolarmente vulnerabili.


La denuncia partita da un’ex dipendente

Le indagini sono partite dopo la denuncia di una ex lavoratrice della struttura. La donna ha raccontato agli inquirenti episodi gravi, sostenendo che gli ospiti del centro sarebbero stati vittime di maltrattamenti sistematici. Le sue parole hanno portato la Procura ad avviare accertamenti approfonditi, affidati ai carabinieri. Durante l’attività investigativa, sono state eseguite intercettazioni ambientali all’interno del centro e sono stati acquisiti documenti e atti relativi alla gestione e alle attività svolte con gli utenti.

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Le accuse: minacce, insulti e isolamento punitivo

Secondo quanto emerso dalle intercettazioni e dagli elementi raccolti, gli otto operatori avrebbero sottoposto gli ospiti a trattamenti degradanti e violenti. L’elenco delle condotte contestate comprende urla, minacce, insulti, strattoni, isolamento punitivo e persino l’uso degli utenti per scopi personali, come farsi fare massaggi. In molti casi, le attività educative previste non venivano svolte. Il quadro indiziario è stato definito grave e attuale. La Procura ha evidenziato la necessità di interrompere ogni rapporto tra gli indagati e i soggetti fragili affidati alla loro cura.


La Procura: “Tutela delle persone offese prioritaria”

Nel motivare l’adozione delle misure, gli inquirenti hanno sottolineato l’urgenza di proteggere le vittime e di evitare l’inquinamento probatorio. La sospensione cautelare dall’esercizio della professione di educatore riguarda, quindi, non solo l’attività nel centro dove lavoravano, ma ogni impiego presso strutture per disabili. Le indagini proseguono. Gli inquirenti stanno valutando anche eventuali responsabilità gestionali o omissioni da parte della direzione del centro.


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Nota della redazione
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Redazione CNNZ

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