Scoperta la joint-venture maranza-Rom. Il caso delle rapine delle collanine
Svelati i dettagli dell’operazione di questa mattina all’alba contro le bande di maranza a Milano. 50 arresti per rapine e ricettazione San Siro, base della banda e l’oro rivenduto in Romania da parte di una intera famiglia di donne rom con a capo un uomo, Nico. La centrale su cui si appoggiavano era una casa popolare occupata abusivamente in via Ricciarelli, a San Siro. I maranza, tutti di con nazionalità marocchina o egiziana, vi si recavano a qualunque ora del giorno e della notte.
La joint venture maranza rom
Come si diceva questa mattina, la Squadra mobile della polizia di Milano ha sgominato un’organizzazione criminale dedita a rapine e furti con strappo in strada, arrestando 50 persone, tra cui 18 minorenni. I ricettatori sono invece 7 rom con nazionalità romena. C’è una sola persona con la cittadinanza italiana. Una minorenne nata in Italia ma di etnia magrebina. Il gruppo prendeva di mira collane d’oro, strappandole dal collo delle vittime, che trasformavano in denaro con un sistema collaudato di ricettazione. I provvedimenti restrittivi sono di due tipi: un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e un decreto di fermo del PM. Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere, rapina, ricettazione e riciclaggio.
Indagini e il video diffuso.
L’indagine della Squadra Mobile della Questura di Milano, condotta con l’ausilio delle sezioni investigative dei Commissariati cittadini, ha svelato il modus operandi della banda. Tutto è partito da una rapina avvenuto a luglio 2024 e in cui i poliziotti avevano arrestato il colpevole. In quell’occasione i poliziotti avevano trovato addosso ai rapinatori un telefono cellulare con un gruppo whatsapp tenuto da un certo Nico, cui l’arrestato aveva appena inviato una foto dell’orologio appena rubato.
La rete della ricettazione: una famiglia romena al vertice
Quella chat di whats app ha svelato un mondo e l’alleanza fra i gruppi di Maranza e la famiglia di rom. I poliziotti sono riusciti così a documentare ampiamente e a ricostruire, finora, 25 rapine aggravate avvenute tra luglio e dicembre 2024, su autobus in città, a Milano, e in metropolitana, ai danni di giovani vittime. In un caso solo si è riusciti a documentare una rapina avvenuta ai danni di una donna più anziana.
Per mettere in relazione le rapine con i rapinatori sono stati incrociati i filmati depositati al momento della denuncia della rapina con i messaggi e le foto inserite nel gruppo whats app. Nel rintracciare l’utenza telefonica di Nico è stato determinante un bel cartello con scritto NICO appeso proprio fuori del cortile di via Ricciarelli. Infatti se è facile, per le forze dell’ordine avere la posizione geografica e le coordinate di un’utenza cellulare, meno facile è determinare l’altezza e il piano del caseggiato in cui si trova, specialmente a Milano.
Lo avrebbero trovato ugualmente ma l’aver messo il nome sulla porta ha reso più facile il lavoro dei poliziotti che si sono presentati, questa mattina alle 5, nei due appartamenti. Infatti, oltre alla casa di Nico, in via Ricciarelli, i poliziotti sono andati a bussare anche in via Primo Mazzolari, a casa dei parenti stretti dello stesso.
È a casa di questi parenti di Nico, la madre, le due sorelle e la nonna, che sono stati ritrovati 39 fra catenine e altri gioielli d’oro di provenienza furtiva. C’i sono alcune foto di quanto ritrovato, e si attende che i proprietari si rechino in questura per il riconoscimento. Al centro del sistema di ricettazione infatti c’era tutta una famiglia romena composta da sette persone 6 donne e Nico. Fra le donne anche la sorella minorenne di Nico. Sono tutti stati arrestati con l’accusa di associazione per delinquere, ricettazione e riciclaggio, meno una. Pare che all’appello manchi la nonna, attivamente ricercata.
Centrale di ricettazione
Nell’appartamento di via Ricciarelli sono stati trovati i bilancini per pesare l’oro. Pare fosse pagato poco meno del valore ufficiale di mercato. I maranza si recavano da Nico ad ogni ora del giorno e della notte e poi usciti dall’appartamento, in fondo al cortile, si dividevano il denaro. Poi l’oro era portato in Romania. Sono stati documentari almeno due viaggi. Nel secondo viaggio stava viaggiando con 3,5 kg d’i’ oro rubato e fuso. Ad un certo punto di questa storia Nico and family avevano anche incaricato di condurre le trattative e ritirare l’oro rubato, come persone di fiducia, un 21enne libico e la 17enne magrebina con cittadinanza italiana. una scelta per allargare il giro di ladri da gestire.
I 50 arrestati sono accusati a vario titolo e con diverse responsabilità di rapina aggravata, ricettazione e riciclaggio nell’ambito dell’associazione a delinquere. Sono stati sistemati, in custodia cautelare, in varie carceri della penisola. Alcuni altri rapinatori che avevano agito in circostanze similidevono essere identificati
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