AreseMilano città metropolitana

Gruppo Ultras Arese. Arresti domiciliari per 2 membri. Sono accusati di aggressione e sequestro di persona. Altri 2 indagati

In grossi guai, accusati di aggressione e sequestro di persona, due membri del gruppo degli Ultras Arese, indicati come vicini a Casapound. Nella mattinata del 29 gennaio 2025, i carabinieri della Stazione di Arese li hanno arrestati e posti in custodia cautelare agli arresti domiciliari. Si tratta di due giovani, di 24 e 25 anni, residenti in città. Il provvedimento, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Milano, riguarda i reati di sequestro di persona, lesioni personali volontarie e minacce aggravate. Contestualmente, i militari hanno effettuato una perquisizione domiciliare nei confronti di altre 2 persone, anch’esse indagate per gli stessi reati.

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L’aggressione del 28 settembre 2024

L’inchiesta nasce da quanto successo lo scorso 28 settembre 2024, quando un consigliere comunale di Arese, di 22 anni e un suo coetaneo studente furono vittime di una violenta aggressione. I due giovani, erano nei pressi di un residence in viale Sempione, e avevano notato alcune scritte riconducibili al gruppo degli “Ultras Arese”, che, secondo quanto testimoniano i carabinieri in base alla loro esperienza e conoscenza del territorio, è noto per la sua vicinanza a CasaPound. Idue ragazzi hanno quindi deciso di rimuovere le scritte.

In quel momento, furono avvicinati da quattro individui che, dopo averli minacciati, hanno iniziato a a colpirli con calci e pugni. Una delle vittime venne trattenuta contro la propria volontà all’interno di un parco adiacente, riportando lesioni giudicate guaribili in 20 giorni. Da questo ulteriore fatto è derivata l’accusa di sequestro di persona.

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Le indagini e i sequestri

Le indagini dei carabinieri hanno permesso di ricostruire l’intera dinamica e identificare i responsabili, tutti appartenenti al gruppo “Ultras Arese”, con due di loro legati al movimento giovanile di CasaPound, “Blocco Studentesco”. Le perquisizioni domiciliari hanno portato al sequestro di materiale informatico, armi improprie tra cui tirapugni, coltelli a serramanico e da caccia, una pistola ad aria compressa, un passamontagna e ventidue manganelli artigianali.

Nota della redazione
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Alessandra Gornati portulaca

Alessandra Gornati

Mi piace leggere, mi piace scrivere, ma amo la privacy. Vivo in un piccolo Comune, e questo mi condiziona. Si potrebbe dire che amo parlare di quello che capita agli altri, ma se parlano di me, mi sembra di mettermi in mostra e sono in imbarazzo. Pensa a me come ad una donna timida e invisibile, senza misteri ma molto ricca nell'anima. Quello che do al mondo, lo do con le mie parole.

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