Il ricatto sessuale online e la sextortion: la maggior parte delle vittime sono uomini. Inchiesta e analisi sulla sicurezza informatica 2025
Il secondo articolo della nostra inchiesta sulla sicurezza informatica in Italia ha messo in evidenza che il ricatto, o estorsione, sessuale in rete e la diffusione non autorizzata di immagini o video intimi hanno colpito vittime sia maggiorenni sia minorenni. L’analisi dei dati diffusi dalla polizia postale nel gennaio del 2025 , evidenzia che, dal 2023 al 2024, i primi sono in diminuzione e i secondi in aumento.
E’ importante sottolineare anche questo aspetto, chiamato Sextortion. Più che di una truffa si tratta di un vero e proprio ricatto che fa leva sulla paura di essere “sputtanati”, ( scusatemi ma si tratta del termine giusto) dopo essersi lasciati andare a delle libertà sessuali tramite internet. Si tratta di un reato che prevede l‘attivazione del Codice Rosso, perchè spesso porta alla rovina finanziaria delle vittime e alcune volte anche al suicidio. Nei 1500 casi di sextortion scoperti e documentati, le vittime sono principalmente uomini. In tema di codice rosso, una spiegazione schematica delle legge 69/19 si può trovare a questo link.
La fonte è la relazione della polizia postale
Nel corso dell’anno 2024 incisiva è stata l’attività della Sezione Operativa della polizia postale riguardo il contrasto ai reati contro la persona commessi attraverso l’utilizzo dei dispositivi informatici e i social network, e particolare attenzione è stata dedicata a tutte quelle forme di aggressione previste dal “codice rosso”. In generale, i reati contro la persona perpetrati attraverso la rete sono in aumento. Tra questi, 1500 casi di sextortion – le cui vittime maggiorenni sono state principalmente uomini – e 264 casi di diffusione non consensuale di immagini o video intimi, prevalentemente nei confronti di donne – che hanno portato alla denuncia di oltre 200 persone.
Non è sempre detto che se la vittima è uomo, il ricattatore sia donna, ma succede molto spesso che lo sia. La formula può essere di vario tipo: da quella classica della rivelazione alla moglie o ai figli (specie nel caso di vittime anziane) a quella più complessa della rivelazione pubblica di una relazione internet. Per convincere il malcapitato che è meglio pagare per evitare le rivelazioni pubbliche sui social in genere la ricattatrice inizia rivelando qualche particolare che solo la vittima può comprendere.
Esempi di metodi usati per il ricatto
Possono essere frasi come “È da circa due anni che studio il comportamento di un uomo già impegnato con una donna ufficiale.” pubblicata sul profilo Facebook che la ricattatrice sa che la vittima legge. Facebook è un social che si presta molto bene a questo tipo di azioni. In questa frase ci sono due elementi che possono attrarre e contemporaneamente intimidire la vittima: il tempo e la citazione della compagna ufficiale. Poi può continuare con “So che non è la sola donna che frequenta. Ha diverse passioni “virtuali” e alcune anche in palestra. Ma io non mi sono mai prestata, non sono una rovina famiglie. Lo ho solo osservato. E’ una questione di giustizia e di lealtà femminile”.
Le formule possono essere un po’ diverse, ma la strategia del ricatto sessuale passa quasi sempre da un “assaggio” del potere che il ricattatore ha nei confronti della vittima. Inizia così un concitato scambio di messaggi e di insulti che si concludono con una richiesta di denaro. Pagato una volta, pagano sempre. Ed è così che si spiegano i 1500 casi di persone terrorizzate dalla rivelazione pubblica delle loro debolezze.
Se la vittima è una donna
Quando la vittima è una donna, il ricatto è spesso diverso. La tendenza del ricattatore uomo nei confronti della donna sembra mirare piú a ottenere materiale pornografico da vendere nel dark web, che a farsi consegnare denaro. Alle volte capita anche che, in cambio del suo silenzio, chieda prestazioni sessuali reali. In ogni caso, sono situazioni in cui le forze dell’ordine vanno avvertite immediatamente.
Il terrore se sei in Cina
Da segnalare anche un caso particolare, avvenuto in Lombardia, di estorsione sessuale nei confronti di un italiano residente in Cina. Fra le tante operazioni svolte nel 2024, l’attività investigativa del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica ( C.O.S.C. ) Lombardia ha portato all’Operazione “Polo Est”. In quel frangente ci furono 12 perquisizioni nei confronti di un italiano, un senegalese e 10 nigeriani, che sono stati considerati responsabili di estorsione nei confronti dell’italiano. L’uomo aveva ritenuto autentica un’ email recante il logo della Polizia Postale e la firma di un funzionario di polizia realmente esistente, ed era stato indotto a versare ai criminali la somma di 117.500 euro dietro la minaccia di un finto procedimento penale per reati di pornografia minorile.
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