Parabiago: restaurata la Madonna del Pra dell’edicola sacra di Via Cadore
Questa è una bella storia di fede, devozione, pietà popolare ma anche di continuità generazionale di una famiglia. Siamo a Parabiago alla fine degli anni ottanta, in Via Cadore non ci sono ancora tutte le belle ville e le tante costruzioni che ci sono oggi, è tutto verde di prati e campagne che proseguono a perdita d’occhio fino ed oltre al fiume Olona. Nell’ultima casa della via, prima della campagna, ci abita Giovanni Scalvini con la sua famiglia, che un bel giorno, agli inizi degli anni Novanta, decide di costruire, inglobata nel muro di recinzione della casa, all’esterno e sulla pubblica via, una grotta dedicata alla madonna.
Giovanni Scalvini all’epoca si recò personalmente in Trentino Alto Adige presso uno dei famosi scultori locali del legno e fece scolpire una bella madonna in legno che intitolò come Madonna del Pra, un’effige sacra dedicata all’ambiente agreste, al prato, alla campagna circostante alla sua casa. La grotta, protetta da un cancello in ferro battuto, era – a quei tempi – ben curata, contornata di edera e illuminata, la madonna sempre contornata di tanti lumini, candele e vasi con fiori freschi. Era un punto di riferimento devozionale per chi passava da quei luoghi. Ma le cose, con il tempo, molte volte cambiano.
Il signor Giovanni Scalvini si trasferì, con parte della famiglia, in Sardegna e, da allora, la grotta con la Madonna del Pra, pian piano, cadde nell’oblio e nell’abbandono più completo, senza alcuna manutenzione e una costante opera di pulizia. La luce, con il tempo, fu staccata, e recentemente l’edicola grotta presentava al suo interno tanto degrado con portafiori divelti, bottiglie, fiori di plastica rotti, fogliame rinsecchito e sporcizia varia, alcuni vasi con piante ormai secche, tanto disordine degli oggetti votivi. Un luogo di devozione, anche se privato ma fruibile ed esistente sulla pubblica via, non meritava affatto di essere tenuto in questo modo, nel caos e nel degrado più assoluto.
Alcuni mesi fa una coppia di Parabiago, passando per via Cadore, aveva notato il degrado dell’edicola e si era offerta, tramite articoli sui giornali e appelli sui social, di ripulire volontariamente la grotta, di dare una mano a ristabilire la bellezza del luogo e ridare dignità a quel luogo di devozione. Come dicevamo, fortunatamente esiste in questa storia la continuità generazionale di una famiglia, che in questo caso si chiama Diego Scalvini, personaggio politico parabiaghese, nipote di nonno Giovanni.
Diego Scalvini ha provveduto a far ripristinare il luogo con la pulizia della grotta ed ha fatto restaurare la madonna che, causa le intemperie, si era rovinata. Ad effettuare il restauro un artigiano del legno, il falegname Luciano Evolini, che ha provveduto anche ad eliminare le tante crepe del legno e l’innaturale patina che si era creata sulla scultura, riportando agli antichi splendori la Madonna del Pra.
La benedizione della Madonna del Pra
Oggi la Madonna del Pra, nel corso di una cerimonia di benedizione da parte del prevosto Don Maurilio Frigerio, è stata riconsegnata alla comunità. C’è da ricordare che le edicole votive sono, di solito, realizzate a seguito di un voto, quindi edificate in dono a Dio, alla Vergine, a un santo, per grazia ricevuta o in adempimento di una promessa.
Il termine edicola deriva dal latino aedicula, ed originariamente era associato alle piccole cappelle al cui interno era contenuta l’immagine sacra venerata. Le edicole votive stradali posizionate in tempietti o sulle facciate dei palazzi, fanno capo ad una consuetudine che risale alla civiltà romana; infatti, a quei tempi era diffuso il culto dei Lares, per cui la loro effige veniva posizionata sulle mura delle Insulae e delle Domus. La funzione dell’edicola era ed è punto di aggregazione e di riferimento per tutto il vicinato come luogo di culto per recitare il Rosario o semplici orazioni nel corso della giornata.
In passato le edicole votive venivano poste a protezione di una casa o di una strada, e alle donne veniva affidato il compito di tener viva la devozione e prendersi cura dell’edicola, della “loro” edicola con qualche fiore o con un lumino. Il loro valore risiede nella grande testimonianza di fede della comunità, e, pertanto, esse andrebbero tutelate, al di là della loro storicità e del loro valore artistico.
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