ParabiagoBotteghe e ristorantiMagazineMilano città metropolitana

Quando le “scarpe buone” di Parabiago si compravano a Pizzo Calabro

Da Tropea, Briatico, Parghelia, Zambrone, Vibo Valentia… alla fine degli anni ’60 la gente, se voleva un paio di scarpe da donna di alta qualità, si doveva recare, in treno, in pullman o in macchina a nolo, a Pizzo Calabro. Era una tradizione che arrivava da lontano. A Pizzo, già in quel tempo, arrivavano le scarpe buone, quelle dove sulla scatola di cartone c’era scritto vera pelle e vero cuoio, costavano di più ma erano scarpe che duravano, non si invecchiavano mai, non facevano male, erano delle piume ai piedi, erano scarpe belle, avevano uno stile proprio.

Annunci

In quel periodo a Pizzo c’era il negozio di scarpe di Giorgio Tarzia. Lo ricorda bene lo storico Mimmo Pacifico, “Tarzia era un raffinato signore d’altri tempi, sempre ben vestito, con il cappello Borsalino, aveva il negozio sul corso di Pizzo”. Un negozio che oggi non esiste più dove arrivavano le scarpe dei calzaturifici italiani di tradizione lombarda, del Milanese, del Varesotto e del Pavese. Da Varese a Vigevano e a Parabiago, la riconosciuta Città italiana della scarpa dove, in alcuni periodi, convivevano più di duecento realtà produttive del settore calzaturiero.

Pizzo, cittadina sul mare legata fortemente, per motivi marinari, alla città di Genova, aveva dei canali privilegiati con le realtà produttive del Nord d’Italia e, all’epoca, arrivavano anche le comode scarpe da donna del marchio “A. Lamperti” che poi era la moglie di Giuseppe Valsecchi. Comprarle era davvero un vero lusso ma anche un investimento, per la qualità, per l’estetica, per lo stile e, soprattutto, per comodità della calzatura. Ma non erano scarpe per tutti! Non tutti si potevano permettere queste scarpe per i loro alti costi.

Annunci

La clientela era quella più raffinata ed esigente, per tutti gli altri rimaneva l’emporio del proprio paese, la fiera che si effettuava due volte l’anno o il caotico e colorato mercato settimanale in piazza. Quel maestro calzaturiero Giuseppe Valsecchi (che firmava i suoi prodotti artigianali A. Lamperti) di Parabiago, della città della scarpa in provincia di Milano, era un nome conosciuto e riconosciuto, già allora, come sinonimo di tradizione calzaturiera. Eppure tra il borgo marinaro calabrese affacciato a strapiombo sul Tirreno e la Parabiago dell’hinterland milanese ci sono quasi 1200 chilometri di distanza.

Siamo andati a Parabiago per scavare nella storia della scarpa di qualità Valsecchi. Il sapere artigianale Valsecchi nasce nel lontano 1927 quando Giuseppe inizia la sua attività di operaio artigiano calzaturiero con esperienze importanti e maturate in differenti aziende calzaturiere in Italia e in Francia da Charles Jourdan. Originariamente formatosi come calzolaio, aprì un negozio di scarpe a Romans-sur-Isère nella regione francese della Drôme, il centro dell’industria calzaturiera francese.

Annunci

Le sue linee di scarpe da donna prosperarono e questo divenne il fulcro della sua carriera. Dopo soli due anni Jourdan trasferì la sua azienda di scarpe in una fabbrica in Boulevard Voltaire e impiegò oltre 30 persone a Romans. Tra questi trenta c’era Giuseppe Valsecchi che, nel 1964, decise di camminare da solo, intraprende a Parabiago una propria attività a conduzione familiare con la moglie e i tre figli. Il figlio Vittorio ne assume la guida nel 1971 sviluppandola nel nuovo calzaturificio “Vittorio Valsecchi”.

Le vendite, dai negozi milanesi degli anni ‘70 alle migliori boutique italiane degli anni ’80 e ‘90, testimoniano il proseguo di uno stile molto personale che arriva da lontano, per tradizione ma anche una crescita aziendale confermata dall’avviamento della vendita diretta. Negli anni 2000 si inaugura un outlet per rispondere alla grande richiesta dei clienti. Ad oggi il calzaturificio oltre a produrre la propria linea “Vittorio Valsecchi” collabora con famosi brand e stilisti emergenti. I figli Lorenzo e Roberto guidano con passione, tramandato dalle precedenti generazioni, il calzaturificio con la supervisione del padre Vittorio. Oggi alcune delle scarpe di Vittorio Valsecchi sono diventate iconiche, esposte e ammirate, contemplate come vere e proprie opere d’arte, illuminate in teche espositive.

Annunci

Una curiosità: negli Stati Uniti d’America, alcune di queste scarpe marchiate “Vittorio Valsecchi” oggi le rivendono usate sui siti internet del tipo ebay. Centinaia e centinaia di dollari per un paio di scarpe usate e anche, alcune volte, molto usurate, ma griffate “Vittorio Valsecchi”, da Chicago a New York, da Los Angeles a Goodyear, in Arizona.

Oggi il Calzaturificio Vittorio Valsecchi è una delle aziende storiche del distretto di Parabiago essendo in attività da più di cinquant’anni. L’azienda produce calzature da donna di lusso ed alta qualità per importanti brand internazionali e ha una capacità produttiva di 200 paia al giorno realizzate con la massima cura nello stabilimento di Parabiago. I piccoli negozianti di scarpe di Pizzo Calabro avevano puntato sullo stile italiano-lombardo, avevano avuto tanto intuito e buon gusto ed intanto continua, oggi, ad avere, tra le sue strette ed eleganti viuzze del centro storico del borgo, i suoi negozi di scarpe dove trovare ancora prodotti garantiti di altissima qualità, proprio come una volta. Le scarpe buone si comprano ancora a Pizzo.

Nota della redazione
I giornalisti di Co Notizie News Zoom lavorano duramente per informare e seguono l'evoluzione di ogni fatto. L'articolo che state leggendo va, però, contestualizzato alla data in cui è stato scritto. Qui in basso c'è un libero spazio per i commenti. Garantisce la nostra libertà e autonomia di giornalisti e il vostro diritto di replica, di segnalazione e di rettifica. Usatelo!Diventerà un arricchimento della cronaca in un mondo governato da internet, dove dimenticare e farsi dimenticare è difficile, ma dove la verità ha grande spazio.
Avatar photo

Franco Vallone

Franco Vallone, giornalista e autore di saggi su temi legati alla cultura popolare, al cinema, alla musica e all'antropologia culturale. Vive tra il Sud della Calabria e il Nord della Lombardia

Commenti, repliche e rettifiche. Scrivi qui quello che hai da dire.