Omicidio di Hanna Herasimchyk: arresto di Konrad Daniec. Decisivo l’esame del DNA
La notizia dell’arresto del compagno polacco di Hanna Herasimchyk , Konrad Daniec, è di ieri mattina, ma nel frattempo sono arrivate le notizie che raccontano di come di sono svolte le indagini e di come gli investigatori hanno scoperto l’identità dell’aggressore. Per quanto si debba tenere conto che fino al momento della sentenza definitiva del processo, una persona va trattata come innocente, ci sono delle evidenze che possono essere raccontate. Specie in quello che sembra delinearsi come l’ennesimo caso di femminicidio, anche se in realtà ancora il movente non è definito.
Infatti, non mi stancherò mai di ripeterlo, il femminicidio è l’aggravante dell’omicidio che delinea il movente della gelosia o del cosiddetto “delitto d’onore”. Quello che si sa è che la coppia litigava spesso, che le liti erano burrascose, che si aggredivano fisicamente e che il loro rapporto era logoro. L’accusa contro Daniec per ora è omicidio doloso aggravato dalla relazione con la vittima. Si trasformerà nell’aggravante di femminicidio? Ancora non lo sappiamo.
La ricostruzione dell’omicidio effettuata dai carabinieri del comando provinciale di Milano, condotto dal colonnello Antonio Coppola, si è basata su riscontri di tipo scientifico. Giovedì si è parlato della mostra sulla polizia scientifica al museo della scienza e della tecnologia, ma l’arma dei carabinieri, che svolge molte funzioni di polizia interna, è altrettanto organizzata e le specializzazioni scientifiche e informative dei nuclei e reparti dei carabinieri hanno condiviso le stesse metodologie e gli stessi progressi storici.
I fatti in cronologia
Hanna Herasimchyk, bielorussa, 46 anni, ballerina e badante, è stata trovata morta il 13 giugno scorso nella sua abitazione di via Del Citra, a Pozzuolo Martesana, in provincia di Milano. A dare l’allarme era stato il suo compagno, Konrad Daniec che aveva chiamato i soccorsi alle 5:15 di quella mattina, sostenendo di aver trovato il corpo della compagna al suo rientro a casa dopo due giorni di assenza.
In questi casi, in genere, il luogo del delitto è messo sotto sequestro, fino a che gli investigatori non decidono che hanno trovato tutto quello che c’era da trovare. Negli ultimi 6 mesi, però, Daniec non tornato a vivere in quella casa, e ha utilizzato il furgone della ditta per cui lavora come dimora.
L’autopsia ha stabilito che Hanna era morta fra le tra le 13:50 dell’11 giugno e le 4:50 del 12 e i carabinieri del nucleo investigativo di Milano che hanno l’analizzato le celle telefoniche hanno scoperto che il segnale GPS localizzava il furgone nella zona di via del Citra in due diverse occasioni all’interno del periodo di tempo in cui la donna era morta. Una prima volta tra le 21:07 e le 22:11 dell’11 giugno e poi di nuovo tra l’1:58 e le 2:16 della notte successiva.
Tra le prove acquisite dagli inquirenti ci sono anche i tentativi di Daniec di costruirsi un alibi, inviando diversi messaggi alla compagna, che era già morta. “Vedo che non rispondi, immagino tu stia dormendo. Capisco, effetto collaterale delle medicine”. Un altro messaggio del mattino seguente indicava: “Ho lasciato sullo zerbino sigarette e vino”. L’ultimo messaggio sembra voler giustificare la presenza del furgone in zona nella notte. Un altro fatto è intercorso. I carabinieri hanno raccolto la testimonianza di un’amante di Daniec, che ha raccontato che l’uomo gli aveva detto, dopo la morte di Hanna che la donna era incinta all’ottavo mese e che la sua morte l’aveva privato, oltre che della compagna, anche del figlio.
Un modo probabilmente per conquistare la pietà della donna, e trovarsi un’alleata, ma le indagini tecniche degli investigatori hanno escluso questa possibilità. Hanna infatti non era incinta. Non sono però state le bugie raccontate dall’uomo e nemmeno i riscontri tecnici che lo posizionano nei pressi del luogo del delitto che hanno convinto il Gip Anna Magelli, ad emettere l’ordine di carcerazione cautelare per Donac, ma gli esami del dna. Infatti sotto le unghie di Hanno, durante l’autopsia, sono state trovate le tracce genetiche di Doniac, alcuni frammenti di pelle, che Hanna gli ha strappato nel vano tentativo di difendersi.
Si tratta delle classiche trasposizioni da difesa. Questo elemento, insieme al quadro delle indagini, ha portato all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Dall’insieme delel prove è emerso infatti che Hanna sarebbe stata uccisala sera dell’11 giugno e che è stata soffocata, dopo un pestaggio, con una mano che le chiudeva naso e bocca.
Secondo le regole, l’arresto in via cautelare avviene quando sussistono tre elementi: la possibilità di inquinare e prove, di fuggire, o di reiterare il reato. Nel caso di Daniec, ciò che preoccupa è il pericolo di fuga, in quanto essendo polacco, ha la possibilità di recarsi senza problemi al suo paese e di eludere così i controlli. Konrad Daniec è quindi detenuto a San Vittore con l’accusa di omicidio doloso aggravato, in attesa del processo.
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