Prima Pagina

Terrorismo. Arrestato mediatore culturale marocchino che sembrava integrato, ma minacciava giornalisti e politici su internet

La Polizia di Milano ieri mattina arrestato un marocchino di 27 anni, El Mahdi Tbitbi. E’ accusato di istigazione a delinquere con finalità di terrorismo ed è indagato per associazione con finalità di terrorismo internazionale. L’ordinanza è stata emessa dal GIP del Tribunale di Milano. L’uomo, già noto alle forze dell’ordine per reati contro la persona, il patrimonio e per detenzione di stupefacenti, è stato arrestato mentre si trovava in un centro di accoglienza dove lavorava saltuariamente come interprete e mediatore culturale. L’operazione è stata svolta dai reparti della Digos milanese e attualmente è rinchiuso in carcere, in via cautelare.

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L’Indagine

Si tratta di uno di quei casi in cui la legge, e la Digos, entrano nell’ambito della prevenzione dei terrorismo data la gravità dei sospetti, diventate quasi certezze, basate sulle prove portate davanti al giudice delle indagini preliminari. Generalmente bisogna aspettare che un reato si verifichi, prima di arrestare il colpevole, ma con il terrorismo si preferisce la prevenzione, soprattutto nei casi in cui è dimostrata la radicalizzazione religiosa.

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Dopo l’attentato di Mosca, inoltre, l’attenzione alla prevenzione e al controllo è stata intensificata. Un’intervista al ministro dell’interno Piantedosi dello scorso 26 marzo ne dà conferma. L’indagine, è stata effettuata dalla D.I.G.O.S. di Milano, da qualche giorno guidata dal dott. Antonio Marotta, in collaborazione con la Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, è partita da una querela per minacce presentata nel novembre 2023.

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Le minacce al direttore di Libero

La querela era del direttore di Libero, Daniele Capezzone, che dopo una trasmissione sul velo islamico aveva ricevuto delle minacce sul suo profilo Instagram, accendendo i riflettori della Digos su El Mahdi Tbitbi. Secondo l’ordinanza, le minacce erano state piuttosto esplicite: “Sciacquati la bocca prima di parlar del velo islamico. Volete un paese di puttane. Un paese di usa e getta, attenzione userò tutta la tua famiglia per fartelo capire”. Non solo, continuando ad indagare sui suoi profili social, sono state trovate minacce e messaggi al presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ad altri politici e persino a Papa Francesco.

Sembrava integrato, invece si è radicalizzato

Gli investigatori hanno deciso di dar seguito alla denuncia e di indagare, monitorando il sospetto attraverso i suoi profili social. Hanno così rilevato, anche andando indietro nel tempo, un crescente radicalismo, con delle delle manifestazioni anti-occidentali, nato tra il 2022 e il 2023. L’uomo, residente a Milano dal 2020, era arrivato in Italia nel 2011 come minorenne non accompagnato ed era stato collocato in una comunità educativa.

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Il curriculum

Aveva avuto esperienze negative, commettendo alcuni reati per i quali era stato denunciato e punito, ma il sistema con lui pareva, tutto considerato, aver funzionato e sembrava infine essersi integrato nella nostra società. Da una decina di anni alternava lavori saltuari, sempre diversi ma in continuo, spostandosi in diverse province. Aveva fato il cuoco, l’operaio edile, il fattorino e fungeva da mediatore culturale in diversi centri di accoglienza, in cui veniva chiamato all’occorrenza.

Pareva quindi che fosse destinato a concludere il suo percorso con l’integrazione e, fino a due anni fa, sui social parlava molto bene della sua esperienza di vita in Italia. Sempre sui social si dichiara l’autore di un libro, “Liberi”, in cui racconta, in modo positivo, la sua esperienza di immigrato in Italia e ringrazia tutti quelli che ha incontrato sul suo cammino.

Il “mi piace” ai post social inneggianti all’attentato al Crocus City Hall di Mosca

Tuttavia, la sua attività sui social negli ultimi due anni si è intensificata, pubblicava contenuti sempre più violenti e dava sostegno pubblico ad atti di terrorismo, come un “mi piace” a un post successivo all’ attentato al Crocus City Hall di Mosca, in cui morirono 140 persone, e rivendicato dalla formazione terroristica Isis K. E’ stato proprio questo mi piace a far scattare l’allarme e la decisione di metterlo sotto custodia cautelare. Sotto al post pubblicato da un inneggiatore al terrorismo islamico già espulso dall’Italia nel 2017 per ragioni di sicurezza nazionale, in cui i terroristi islamici dell’Isis K rivendicavano l’attentato di Mosca, aveva messo un “mi piace”.

Si trattava di un minaccioso versetto della surah delle donne:” Preparate le vostre teste ad essere tagliate, oh voi che aiutate il diavolo a sussurrare“. Il tutto condito, sui social, da foto con in mano il corano, con armi, ed altri post in cui si comprendeva la sua intenzione di unirsi ai terroristi e di andare ad arruolarsi ai guerriglieri islamici in medio oriente.

La radicalizzazione religiosa

Indagando sulla vita di El Mahdi Tbitbi, gli uomini della Digos avevano scoperto che lo scorso gennaio aveva fatto un viaggio in Arabia Saudita, visitando la Mecca, ma dove si pensa ci siano diversi centri di addestramento militare frequentati da islamici, aumentando i sospetti sulle sue attività e intenzioni future. Poco dopo gli eventi del 7 ottobre 2023, aveva prenotato un volo per la Giordania, ulteriore indizio delle sue potenziali intenzioni di unirsi a organizzazioni terroristiche all’estero. Il biglietto è stato trovato nascosto fra le sue cose, in una delle abitazioni a sua disposizione. Avrebbe dovuto partire il prossimo 20 settembre.

L’arresto

La Polizia ha sequestrato materiale elettronico che sarà esaminato. Le indagini non sono , infatti, finite. Il GIP del Tribunale di Milano, la dottoressa Lorenza Pasquinelli, ha preso atto dei gravi indizi emersi dalle indagini, confermando nell’ordinanza l’accusa di istigazione a delinquere con finalità terroristiche, ma si cercano possibili altri collegamenti, con altri possibili aspiranti terroristi. Durante l’arresto El Mahdi Tbitbi non ha opposto resistenza, si è comportato in modo molto tranquillo. Forse fin troppo tranquillo.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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