AlbairateMilano città metropolitana

Albairate. Infarto mentre era alla guida. Muore a 42 anni

Lo scorso 6 ottobre, all’altezza del benzinaio sulla strada provinciale 114, nel comune di Albairate, un uomo di 42 anni si è sentito male mentre era alla guida della sua auto. È stato colpito da un infarto fulminante.

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Fortunatamente non ha causato incidenti ed è stato soccorso da un equipaggio di un’ambulanza della sezione di zelo Surrigone di ATA soccorso. I sanitari hanno prestato le prime cure gli hanno iniziato una veloce corsa, in codice rosso, verso il pronto soccorso del policlinico di Pavia, nel tentativo estremo di salvargli la vita. Purtroppo una volta giunti in ospedale I medici non hanno potuto far altro che constatare la sua morte.

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Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica. Ora scrivo su alcune testate, coordino portali di informazione, sono una giornalista, e una Web and Seo Editor Specialist

8 pensieri riguardo “Albairate. Infarto mentre era alla guida. Muore a 42 anni

  • Questa notizia non corrisponde al vero… L’ambulanza ha impiegato 25 minuti ad arrivare e quel signore è stato rianimato per altrettanti 25 minuti da un passante che si è fermato altro che ambulanza!

  • Iniziare una frase con il commento “questa notizia non corrisponde al vero”, quando è vera e una persona è morta, è un grosso errore. Mette in discussione la credibilità di tutto ciò che viene dopo nel commento.
    Si renda conto. Lei scrive che lo hanno rianimato per 25 minuti.
    Non è che sarebbe stato molto più esatto lasciar perdere l’idea di dar dei bugiardi agli altri, e scrivere semplicemente che un passante ha effettuato il massaggio cardiaco per 25 minuti, intanto che si allertava il 112?
    Anche sulla tempistica si sbaglia. L’ambulanza ci ha messo circa di 15 minuti dalla chiamata. Per quanto su questo intervento ci siano delle cose che andranno sicuramente chiarite a proposito della centrale operativa del 112 e della mancanza dell’elisoccorso, non è possibile credere che basti pensare di chiamare il 112, perchè l’ambulanza sia immediatamente sul posto.

  • La persona che ha rianimato la persona che è purtroppo deceduta è mio marito e quindi so benissimo di cosa sto parlando! E ribadisco che l’ambulanza ci ha messo altrettanti minuti ad arrivare. Questa è la verità. Nessuno si aspetta che ci metta un attimo ad arrivare un’ambulanza appena chiamata al 118 ma neanche 25 minuti! Chissà se si sarebbe potuto fare qualcosa di più se fosse arrivata in tempi più dignitosi…

  • Dipende da dove si è. Era presente anche lei? Ha chiamato lei il 112? Ha la app U are you? Ad esempio io sul cellulare ho la app U are you e la geolocalizzazione attivata perchè se dovesse capitarmi di dover soccorrere qualcuno non devo perdere minuti a pensare a dove sono e a cercare riferimenti fisici da comunicare all’operatore per localizzarmi e scegliere l’ambulanza più vicina da inviare.

    Come chiamo tramite app, il telefono invia le mie coordinate esatte alla centrale e posso indicare anche il tipo di urgenza con un tasto, prima ancora di parlare con l’operatore.

    Non so in che condizioni fosse il traffico in quel momento ma, se non si trovano imbranati lungo la strada, la media da chiamata della centrale all’ambulanza e arrivo dell’ambulanza sul posto è di 15 minuti. Lei mi dice 25 minuti… Quindi ci sono 10 minuti che crescono. L’operatore 112 ha tardato a rispondere? C’era campo telefonico a sufficienza?

  • Lei vuole cercare il pelo nell’uovo…va bene così. Ribadisco quanto detto in precedenza con fermezza anche perché se io fossi la moglie del deceduto mi chiederei ogni giorno della mia vita se un intervento più tempestivo l’avrebbe potuto salvare…i soccorsi, sempre a onor di cronaca, li ha chiamati mio figlio, 19 anni, mentre il padre rianimava quel signore…che si sta ancora chiedendo perché non siano arrivati prima. Saluti

  • Non si tratta di cercare il pelo nell’uovo, ma di analizzare i fatti con un po’ di freddezza. Chiunque abbia chiamato i soccorsi valgono le stesse osservazioni. Certo, non ci si aspetta una emergenza tutti i giorni e quindi ancora pochi usano quegli accorgimenti che permettono di stringere i tempi della segnalazione. Non ci si aspetta che chi si ferma a soccorrere sul posto abbia la formazione completa per stringere anche i tempi. Che si fermi un medico, o una persona che sa fare il massaggio cardiaco nel modo giusto, o che conosca le procedure e che non vada in panico, è una questione determinata dal caso. L’operatore 118 ha la formazione per guidare la persona a eseguire le manovre più semplici come l’indicazione della posizione in coordinate ( utilissime quando ci si trova in aree extraurbane) e le manovre di soccorso minime immediate. Più il soccorritore è già esperto più le manovre sono veloci. Poniamo che dalla telefonata di allerta al momento in cui il centralino dell’ambulanza è stato avvisato siano passati 5 minuti e che la strada a corsia unica su due carreggiate fosse trafficata e quindi non ha permesso all’ambulanza di correre al pieno delle possibilità e che, invece dei 15 minuti standard, ne abbia messi 18, magari perchè si è trovata davanti un camion che non aveva spazio per accostare in modo sicuro ( capita, eccome se capita). Eccole che ha i 10 minuti mancanti. Comunque vorrei fare i complimenti a suo marito. Il massaggio cardiaco manuale è una manovra molto faticosa. Eseguirlo per 25 minuti continui senza cambio è davvero estenuante. Penso che io non ce la farei, ma se dovessi avere un arresto cardiaco sarei felice se una persona come su marito passasse per caso. Sicuramente ha migliorato le possibilità di sopravvivenza di quel poverino, anche se poi non ce la ha fatta.

  • Buongiorno, sono Mario fratello di Pietro la persona deceduta , in primo ringrazio di cuore il marito della signora Cinzia in quanto è stato vicino a mio fratello…
    Poi vorrei sapere perché questo benedetto elisoccorso non è stato utilizzato e x finire vorrei sapere anche perché portarlo a Pavia quando abbiamo Magenta o legnano più vicini e non serviva un ora x arrivare ma questo lo vedremo in altra sede .
    Grazie

  • Buongiorno Mario, per prima cosa le esprimo tutta la mia comprensione e partecipazione per il dolore e il lutto che ha subito e soprattutto per come è successo.
    Sono una giornalista e posso darle una risposta solo in via generale. La scelta dell’ospedale in cui inviare una ambulanza è della sala operativa del 112. Prendono la decisione in base a molte variabili, traffico, condizioni meteo, personale specializzato presente al pronto soccorso o in grado di arrivarci velocemente, mezzi a disposizione, possibilità di assistenza durante il percorso. Alle volte la decisione di usare o meno l’elicottero per un trasporto è data da fattori diversi e molto spesso il trasporto avviene in modo ibrido. Ad esempio mi è capitato di vedere un’ambulanza fare un tratto di strada, e incontrare l’elicottero e metà strada, per poi concludere il trasporto ancora in ambulanza.
    Sempre in via generale, la scelta dell’ospedale di destinazione è scelta fra quelle che garantiscono una miglior chance. Ad esempio Abbiategrasso 3 vicina, ma ha una unità coronarica d’urgenza? Ha le attrezzature efficenti e libere in quel momento? Pavia in effetti è lontana, ed è una scelta che potrebbe essere sindacabile, andrebbero però chiesto al 112 come mai la hanno scelta. Quello che so, perchè ho domandato, è che sull’ambulanza durante il trasporto c’era anche un rianimatore e che non hanno mai smesso di tentare…

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