Allarme guerra tra Ucraina e Russia. La Farnesina: Italiani lasciate il paese
L’unità di crisi della Farnesina, cioè del Ministero degli Esteri italiano, poco prima delle 14:30 ha lanciato un alert sulla situazione Ucraina. “In via precauzionale si invitano i connazionali, cioè gli italiani, a lasciare temporaneamente il paese, cioè l’Ucraina, con i mezzi commerciali disponibili. Considerato, inoltre, la situazione di incertezza ai confini, si raccomanda di posticipare tutti i viaggi non essenziali verso l’Ucraina e di mantenersi costantemente aggiornati sui mezzi di informazioni.”
Ha inoltre raccomandato a tutti gli italiani presenti in Ucraina a registrarsi sul sito www.dovesiamonelmondo.it e di scaricare la App Unità di Crisi. Ha poi ricordato che i viaggi, a qualsiasi titolo, nel Donnetsk, nel Luhanssk e in Crimea sono sconsigliati. Ricordo inoltre che la Ambasciata d’Italia a Kiev è operativa ed è raggiungibile al numero di emergenza indicato nella app Unità di Crisi.
Venti di guerra
Per fare un brevissimo sunto della situazione potremmo dire che le 3 regioni che vogliono staccarsi dall’ Ucraina, Donnetsk, Luhansk e Crimea, per formare delle Repubbliche indipendenti, sono sotto la protezione della Russia. Da stratega qual è, il presidente russo Putin le sostiene per impedire l’entrata dell’Ucraina nella Nato. L’Ucraina infatti ha da tempo chiesto di entrare nel patto occidentale, ma la sua domanda non è mai stata accettata perché c’è un patto di mutuo soccorso fra le nazioni che ne fanno parte e se l’Ucraina entrasse potrebbe chiedere subito il sostegno NATO contro le 3 repubbliche secessioniste. Fino alle elezioni della presidenza degli Stati Uniti,i paesi della Nato preferivano evitare lo scontro diretto con i paesi del Patto di Varsavia.
Questa situazione va avanti dal 2014, quando a mediare fra il Donnetsk e il Luhansk, la Russia e l’Ucraina, fu chiamata l’Europa, attraverso l’OSCE, che portò all’approvazione del protocollo di Minsk, che non fu mai rispettato. Anzi, da quanto raccontano le cronache, i combattimenti peggiori, come quello all’areoporto di Donnetsk, sono avvenuti dopo la firma del protocollo di Minsk. Non si sono mai fermati
Questioni di energia
Donnetsk e Luhansk, chiamata anche regione del Donbass, sono terre di minatori e la loro l’economia si fonda principalmente sull’estrazione del carbone e sull’agricoltura, e lo scoppio delle tensioni con il governo ucraino erano dovute inizialmente all’incapacità di mediare con gli abitanti delle due regioni, ed erano sorte a causa della crisi economica che aveva colpito queste regioni, Donnetsk e il Luhansk, con la diminuzione dell’uso del carbone come fonte di energia.
Le altre tensioni fra Russia e Ucraina riguardano soprattutto l’utilizzo del gas naturale siberiano con cui la Russia rifornisce l’Europa e i cui gasdotti passano sul territorio ucraino. Un terzo del gas per il riscaldamento dei paesi europei arriva dalla Russia e passa sul territorio ucraino. E’ fondamentale quindi per la Russia continuare ad avere un controllo sull’Ucraina. Un controllo che diventerebbe molto difficile se l’Ucraina entrasse nella Nato.
Anche se ho semplificato molto, è facile comprendere che, in una situazione simile, quelli che ci rimettono di più sono i paesi Europei, Italia compresa, in cui il gas naturale è fondamentale per aziende e abitazioni. Colpa nostra, perchè non abbiamo il senso dell’autonomia, e non sappiamo garantirci l’indipendenza nemmeno in caso di emergenza.
Nel 2017
Nel 2017 i rapporti erano ancora tesi e si combatteva ancora e vi fu chi parlò della regione come di una nuova Somalia.
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