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25 ottobre, il raid di 2 giovani marocchini si conclude con il carcere. La storia

Lo scorso 25 ottobre, verso le 11 del mattino, nel parcheggio di un centro commerciale di Cantù ( Como) una rapina efferata. Un uomo aveva appena parcheggiato, quando è strato strappato giù dalla sua automobile e buttato a terracon violenza. I due uomini erano poi fuggiti rubandogli l’auto e dirigendosi in direzione di Milano. Un’ora dopo, verso le 12.15, una volante del commissariato Greco Turro li ha intercettati. La macchina viaggiava ad alta velocità inseguita dalla volante della polizia, fino a che, all’angolo fra via Moro e via Oriani, a Milano, hanno tamponato un’auto.

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La macchina si è fermata e i due occupanti sono fuggiti a piedi e sono riusciti a far perdere le tracce. Hanno però lasciato le impronte digitali e biologiche nell’auto rubata, che sono servite per identificarli. Dopo essere sfuggiti dalla polizia e aver abbandonato l’auto, i due marocchini di 18 e 21 anni che erano a bordo, alle 18.30, erano alla stazione ferroviaria di Seveso, dove hanno rapinato due passeggeri di un treno. Ad uno hanno portato via gli occhiali da sole, e all’altro il monopattino elettrico. Questa volta sono stati meno fortunati e non sono riusciti a fuggire. Sono stati catturati e arrestati dai carabinieri della tenenza locale.

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Colti in flagrante durante la rapina alla stazione di Seveso e con la certezza della loro colpevolezza, i 2 marocchini sono stati processati per direttissima e sono quindi finiti in carcere a Monza. Lì, lo scorso 3 gennaio, i poliziotti del Commissariato Greco Turro di Milano hanno loro consegnato anche l’ordinanza del tribunale milanese che ha deciso per la loro custodia cautelare in carcere, in attesa del processo, anche in merito alla responsabilità della rapina avvenuta a Cantù.

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