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Ossona. Cede la recinzione e interviene il Sindaco Marino Venegoni. Poi vede cosa succede la notte in piazza Litta, e…

Ossona. Ieri sera una piccola emergenza di protezione civile a causa di una recinzione in piazza. Interviene sindaco Venegoni che, in più, chiede l’intervento del 112 per un assembramento in piazza Litta. Arrivano i carabinieri. Poi un arabo scemo mi chiama su commissione alle 2.30 di notte. Ecco il sabato sera di Ossona.

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Vi racconto Ossona di sabato notte. Ieri sera, 22.30 stavo tornando a Ossona dopo aver finito il servizio con la Guardia Nazionale a Vanzaghello. Arrivo in piazza Litta. C’è un casino bestiale: musica alta, bar aperti e nel pieno del lavoro, tanta gente senza mascherina e assembrata. Vicina vicina come se il Covid non fosse mai esistito. Soprattutto i tavolini e i divanetti del bar Colazione da Tiffany erano pieni di gente vicina vicina e senza mascherina. Decido di andare verso casa. La Guardia Nazionale non ha una convenzione con il comune Ossona, per ora, e quindi non ci sono gli estremi per intervenire.

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In piazza Litta, dietro la torre, c’erano 2 uomini che pisciavano contro il muro

Fanno schifo, sono ubriachi e mi danno il voltastomaco ma, lo ripeto, non c’è convenzione con l’amministrazione comunale e quindi non posso fare nulla. Svolto in via 11 febbraio, la via del vecchio Granaio e della Crai. A momenti vado a sbattere contro una parte della rete di recinzione del cantiere che ha ceduto e si è pericolosamente inclinata verso la strada. Tiro 4 accidenti a bassa voce. Qualche ubriaco probabilmente ci si è attaccato, e la ha tirata giù.

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Se si inclina ancora puó causare danni seri alle persone. Il terreno è molle e impregnato d’acqua e la rete è pericolosa per le persone. A quel punto, come volontario di protezione civile, non posso piú andare via. Faccio il giro con l’auto e la posiziono in sicurezza con le 4 frecce e i fari accesi, in modo da indicare il pericolo su ogni lato.

Sono le 23, dalla zona dell’angolo di via Brasca continua ad arrivare musica ad alto volume, urla e rumore. Prima di chiamare il 112, mando un messaggio whatsapp al sindaco Marino Venegoni. E’ l’autorità pubblica di protezione civile, di viabilità, di sicurezza e di ordine pubblico del paese: il diretto referente in questi casi. Lo avviso della situazione. “Se dorme già, chiamo il 112” mi dico. Il sindaco risponde subito e mi dice che chiama la Protezione civile.

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“Ok. Aspetto”. Il mio pensiero è che, non appena arrivano le Ali Bianche, passo la palla al balzo e vado a casa a dormire. Però, invece della Protezione Civile di Ossona, arrivano il sindaco e il vicesindaco. Chiamo rinforzi dalla Guardia Nazionale. Non posso fare da sola e non posso andarmene senza dare le consegne. Il sindaco Marino Venegoni e il vice sindaco Giovanni Oldani sistemano la rete che stava cadendo. Io continuo a deviare il traffico per farli lavorare tranquilli. Una volta finito chiedo se posso andare. Mi danno via libera sposto l’auto e vado ad augurare la buona notte.

A quel punto il Sindaco Marino Venegoni diventa apprezzabilmente “rambo”

Davanti al bar sull’angolo di via Brasca, che aveva ancora la clèr alzata nonostante l’ora (coprifuoco o no, erano passate le 23), c’erano una trentina di persone vocianti e diversi ubriachi. Consiglio di restare coperti nel chiamare le forze dell’ordine, ma il sindaco Marino Venegoni, al telefono con il 112, si fionda davanti al bar.
Non conoscevo questo lato “rambo” del sindaco di Ossona e mi ha sorpreso. Ha preso in mano la situazione e in attimo è arrivato al bar. Non mi è rimasto altro da fare che seguirlo e assisterlo prima che qualcuno, vedendolo solo, gli tirasse una bottigliata o un pugno.

Erano passate le 23.30 circa, quando hanno visto arrivare il sindaco, dall’interno del bar hanno iniziato a calare la cler. La gente sentendosi osservata da tre persone, fra cui il sindaco, ha cominciato a defluire, senza troppa fretta. La radiomobile dei carabinieri è arrivata alle 23.45 circa, gli avventori erano quasi tutti spariti. Il sindaco ha parlato con i carabinieri e poi se ne è andato e io lo ho seguito. Emergenza chiusa. Posso finalmente andare a dormire.

La storia però non finita

Alle 2.30 di notte suona il telefono che utilizzo per le emergenze. Una voce con un chiaro accento straniero
“Sei tu?” Non sono mai assonnata quando mi svegliano di notte.
“Tu chi?” chiedo
“Palmieri”
“Ha sbagliato numero” Faccio per chiudere la chiamata quando quell’imbecille dice:
“Cerco donna”. Ho capito. La telefonata è legata all’emergenza della serata. Qualcuno non ha gradito la mia presenza e ha dato il mio numero ad un arabo scemo dicendogli di darmi della puttana e lo scemo ha chiamato con il suo telefono.

“Come ti chiami?
“Alì”
“Bene Alì. Il tuo numero domani mattina è sul tavolo della procura, perchè chiamare di notte una donna per darle della puttana è un fatto molto grave.” Poi ho chiuso la chiamata. Ho salvato il numero, ho visto che Alì ha whatsapp e gli ho inviato il testo della legge in base alla quale sarà denunciato. Chissà che si decida a dire chi gli ha dato il mio numero di telefono. Curiosi di sapere chi è Alì? La questione da domani riguarderà la procura, ma la prossima volta che qualcuno, chiunque, mi chiama con una proposta del genere, l’identità di Alì sarà pubblica, perchè pubblicherò qui il suo numero di telefono.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica. Ora scrivo su alcune testate, coordino portali di informazione, sono una giornalista, e una Web and Seo Editor Specialist

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