InverunoMilano città metropolitana

Inveruno. Vivai sotto sequestro. Arrestato il titolare

Inveruno. Chi è passato questa mattina davanti ai vivai Z. di Inveruno non ha potuto non notare il dispiego di auto della Guardia di Finanza e dei carabinieri. Erano lì per eseguire un’ordinanza di arresti domiciliari nei confronti di S. Z., unico titolare dell’azienda agricola Z., con cui gestisce il vivaio di Inveruno. L’accusa è caporalato e sfruttamento dei lavoratori.

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Caporalato in salsa milanese

I militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Milano, della compagnia di Magenta ( gruppo di Legnano) hanno posto sotto sequestro questa mattina il vivaio, che è rimasto chiuso solo poche ore. Giusto il tempo di eseguire il mandato. Il giudice, al fine di garantire la continuazione del lavoro, lo ha già affidato ad un amministratore giudiziario che metterà in regola i contratti dei dipendenti. Si tratta di almeno un centinaio di persone che sarebbero state pagate 3 euro l’ora invece delle 13 ore l’ora contrattuali.

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Contestato lo sfruttamento dei lavoratori sin dal 2010

Il Giudice delle indagini preliminari ha anche disposto la misura dell’obbligo di firma per una dipendente amministrativa. L’indagine della Compagnia della Guardia di Finanza di Magenta è stata coordinata dal pubblico ministero Donata Patricia Costa, del I Dipartimento della Procura della Repubblica di Milano ed è partita nel 2018, la Procura però contesta il reato di sfruttamento dei lavoratori a partire dal 2010.

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3 euro l’ora invece di 13 euro

“Si è scoperto un articolato sistema di sfruttamento dei lavoratori con cui il titolare della ditta, coadiuvato nelle condotte illecite da due impiegate, era arrivato a ridurre il costo del lavoro a quasi 3 euro all’ora (rispetto ai 13 euro circa previsti in osservanza delle norme vigenti). Secondo fonti pubbliche, alle indagini delle Fiamme gialle si sarebbero affiancati i controlli amministrativi dei funzionari dell’Ispettorato territoriale del Lavoro di Milano-Lodi e dell’Inps. Avrebbero quantificato in oltre un milione di euro i contributi previdenziali dovuti con la riqualificazione dei contratti di lavoro del personale e togliendo le agevolazioni di “coltivatore diretto” del titolare. “

3 milioni di euro sotto sequestro

Come operatore agricolo e coltivatore diretto, S.Z. non era tenuto a pubblicare un bilancio, così il valore di quanto sequestrato è stato determinato dal fatturato dell’azienda, quantificato in 3 milioni di euro l’anno, compresa la valutazione dei terreni e del vivaio stesso. Una cifra davvero enorme.
Secondo quanto documentato e comunicato dalla Guardia di finanza sono oltre 100 i dipendenti, che hanno vissuto «in un costante clima di tensione e soggezione, lavorando per oltre 9 ore al giorno e in assenza di pause, riposi settimanali e ferie retribuite, “approfittando della loro situazione di bisogno”. Molti lavoratori erano cittadini extracomunitari, giovani alla prima esperienza lavorativa, ma anche disoccupati italiani. Il turn over era altissimo.
Alla luce delle risultanze dell’attività investigativa svolta, l’Autorità Giudiziaria ha quindi disposto il sequestro dell’azienda florovivaistica, comprensiva di 13 immobili e beni strumentali per un valore complessivo di oltre 3 milioni di euro, nonché di 10 conti correnti riconducibili alla ditta individuale, nominando un amministratore giudiziario al fine di permettere la continuazione dell’attività aziendale nel rispetto delle normative vigenti.

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“Sta no a ca’ a fa gnet. Va là dal Z. ca’l ciapa tucc”

In zona, infatti, si diceva che S. Z. assumeva tutti, anche chi era senza curriculum, e molti si presentavano, alla ricerca di un lavoro del genere “putost che gnent le mej putost” anche se Z. non pattuiva il pagamento o l’orario del periodo di prova di 20 giorni, cui seguiva sistematicamente l’instaurazione di un rapporto di lavoro che, anziché subordinato, veniva indebitamente formalizzato come “prestazione di lavoro occasionale”, consentendo ingenti e illeciti profitti al titolare, in spregio di tutti i diritti riconosciuti ai lavoratori.

L’impegno della Guardia di Finanza

“Nel salvaguardare la legalità economico-finanziaria, l’operazione di servizio testimonia l’attenzione e l’impegno della Guardia di Finanza anche a tutela del mercato del lavoro e nel contrasto delle più gravi forme di concorrenza sleale, operate pure mediante la prevaricazione e lo sfruttamento in danno dei lavoratori, specie nei casi in cui si trovino in condizioni di particolare debolezza o bisogno.” conclude il comunicato stampa

Nota della redazione
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