Barona, via Lope de Vega. La variante inglese non c’è, e il papà sta bene
Milano. La Barona è un quartiere in subbuglio, allarmato senza ragione a causa del focolaio di Covid 19 alla scuola materna di via Lope de Vega. La causa è in alcune notizie pubblicate su Facebook da Stefano Mansi, sindacalista Rsu del Comune di Milano, e da altri sindacalisti, e riprese da alcuni quotidiani lo scorso 18 febbraio.
Notizie esagerate. Il papà era in ospedale, ma non in terapia intensiva. Ora è a casa e sta bene
Partiamo dal papà di uno dei piccoli alunni della scuola materna di via Lope de Vega perchè tranquillizzare chi lo conosce è la cosa più importante. Il giorno prima che scoppiasse il caso, giovedì 11 febbraio, è stato ricoverato in ospedale perchè aveva sviluppato i sintomi della malattia. Tutti gli alunni e le 9 maestre positive al covid 19 oltre al personale della scuola materna erano a casa già dall’8 febbraio.
Per il papà 10 giorni di ricovero con la terapia standard: un po’ di ossigeno, eparina, e cortisone e isolamento in un reparto Covid. E’ tornato a casa ieri, il 20 febbraio, e sta bene. Dovrà continuare ancora un po’ la terapia con il cortisone, ma le sue condizioni di salute sono buone. Domani effettuerà il primo tampone post ricovero. Se sarà negativo, si potrà parlare di storia chiusa.
Questo papà è l’unico fra genitori della scuola materna di via Lope de Vega che ha avuto bisogno delle cure ospedaliere quindi è facilmente identificabile al quartiere Barona.. Immaginate la comunità di una scuola materna. Ogni classe ha la sua chat whatsapp. Poi c’è la chat di quartiere. Quando sono usciti gli articoli dei giornali è successo il putiferio.
La moglie si è preoccupata molto
“Mio marito mi mandava messaggi ridendo e scherzando dall’ospedale. Quando ho letto sul giornale che era in terapia intensiva mi è preso un colpo. Tutti sapevano che mio marito era ricoverato, quindi mi sono arrivati milioni di messaggi del tipo: perché non ce l’hai detto?”
Il commento del Consigliere Lega del Municipio 6 Carlo Giuseppe Goldoni
“Una notizia tremenda che ha creato paura e incertezza nel quartiere Barona ma non solo
“Milano: focolaio di variante inglese alla scuola materna in Barona, genitore in terapia intensiva” così alcuni titoli dell’informazione. Girando nei pressi dell’asilo, di via Lope de Vega, si taglia col coltello la preoccupazione dei pochissimi passanti, obbligati a passare, perché li residenti. Oggi, pur nella sua gravità, viene raccontata una verità diversa, dai diretti colpiti, meno catastrofica. Non sono un negazionista, anche perché dal covid ci sono passato, ma questa epidemia andrebbe raccontata con più distacco, serietà e dati reali per evitare che le persone confuse dalle contraddizioni smetta di seguire i comportamenti virtuosi per contenere il virus.
La variante inglese non c’è. Per ora è solo una ipotesi per cui si effettuerà uno screening
Infatti i tamponi molecolari ai bambini che sono entrati in contatto con le maestre positive al virus potranno iniziare solo dopo il 22 febbraio, cioè 14 giorni dopo l’ultimo contatto avuto con le maestre positive. Il sospetto che si tratti di una variante è dato probabilmente dal fatto che il numero degli infettati è davvero alto. 9 su 9 le maestre, molti genitori positivi. I bambini ancora non si sa. Qui sotto la lettera inviata dall’Ats di Milano alla direzione didattica, che chiarisce quale procedura si seguirà. Il tampone molecolare è richiesto solo ai bambini e al personale che hanno avuto contatti con le maestre. Non ai genitori, nè ai fratelli dei bambini.
Le istruzioni date dall’Ats sono chiare e rientrano tutte nella gestione di quella che è ormai diventata la prassi nel caso si individui un punto della città in cui il virus è particolarmente attivo, come in questo caso.
Il Nido di via Lope de Vega è aperto
In questa storia si è parlato anche del nido di via Lope de Vega che dista un solo portone dalla scuola materna comunale. E’ ancora aperto e lo resterà, perchè una sola educatrice è risultata positiva. Si è ammalata 2 settimane fa e da quel momenti la sua sola classe è in isolamento. L’educatrice ha fatto un periodo in isolamento in ospedale ma neppure lei è stata in terapia intensiva. A breve si suppone che bambini e insegnante ritorneranno alla loro quotidianità al nido.
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