Oms. La Cina non ha ancora dato il permesso di investigare sul Codiv 19. I raffreddori di Pechino
Tedros Adhanom Ghebreyesu, direttore generale dell’Oms (Organizzazione mondiale della Sanità), ha inviato in Cina una squadra di tecnici per investigare sulla reale origine del coronavirus Covid 19. 2 dei tecnici sono già in viaggio, ma da Pechino non sono ancora giunti i permessi di entrata.
“Ci auguriamo che le autorizzazioni per i nostri team di esperti non siano ancora arrivati per motivi logistici. E’ molto frustrante”, dice all’Ansa il capo per l’emergenze dell’Oms, Mike Ryan. E’ la notizia dell’ultima ora. Dall’Oms dicono che stanno facendo pressione perchè i cinesi si sbrighino a rilasciare i permessi.
All’Oms, come da molte altre parti, hanno dimenticato che la Cina è l’ultimo paese comunista rimasto e chi ha ricordi della guerra fredda, ricorda anche che, quando dal lato occidentale della cortina di ferro si chiedevano spiegazioni sulla fine di qualche personaggio che secondo il lato orientale parlava troppo, il portavoce dei soviet rispondeva che era indisposto perchè aveva il raffreddore. Di quei raffreddori moriva tantissima gente. Non tanta quanta ne è morta con il coronavirus, ma comunque un bel numero.
Tra qualche ora vedremo se i tecnici investigatori dell’Oms saranno fermati all’aeroporto di Pechino, magari perchè risulteranno positivi al coronavirus, oppure se potranno effettuare la loro missione. Ho il sospetto che in queste ore si stia giocando una partita pericolosa. Si sa, a pensar il male si fa peccato, ma qualche volta ci si indovina.
La missione era stata preparata da tempo
Sin dallo scorso dicembre l’Oms aveva negoziato con la Cina la visita di studio di 15 esperti per analizzare i campioni dei primi casi di Covid19. Era quindi tutto programmato e svolto sotto l’osservazione di Pechino, Gli esperti inviati dall’Oms avrebbero dovuto lavorare in stretta collaborazione con gli scienziati cinesi. Il loro compito sarebbe principalmente quello di dare una risposta certa a 3 domande. Il virus di questa zoonosi è nato effettivamente a Wuhan? L’agente patogeno circolava in Cina ben prima dei casi rilevati nel dicembre 2019? Qual è l’animale vettore attraverso il quale il Sars-CoV-2 ha effettuato il salto di specie?
Sono domande che a prima vista sembrano semplici. Sappiamo che il sospettato numero 1 è il mercato del pesce di Wuhan, sappiamo che la ina ha tardato parecchio a comunicare la ascita del problema. Se non fosse stato per i blogger cinesi che hanno rischiato (e perso) la vita per documentare quello che succedeva in Cina, forse non lo sapremo neppure ora. L’animale vettore? I pippistrelli.
Un conto però è ciò che sappiamo noi. Un altro conto è ciò che il governo cinese racconta al miliardo di persone che popolano la Cina. altro conto ancora sono le certezze inconfutabili di uno studio e le misure economiche che la Cina dovrebbe prendere per andare ancora d’accordo con il resto del mondo dopo che il loro modo di vivere ammassati e senza regole sanitarie ha causato una pandemia che ad oggi ha causato quasi 2 milioni di morti e un enorme danno economico. Cosa costerebbe alla Cina mettersi in regola con le indicazioni sanitarie dell’oms?
La risposta di Pechino
Questa mattina il governo di Pechino ha dato risposta alla richiesta dell’Oms. Come ipotizzato, non si trattava di un ritardo di visti o di burocrazia, ma di una precisa volontà di ritrattare gli accordi sia sulla data e il tempo della missione sia sull’organizzazione della visita del gruppo di esperti e di tecnici. Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying all’agenzia di stampa Ansa.
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