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Video dell’ Esplosione nel porto di Beirut, in Libano. Il primo bilancio è di 60 morti

Libano. Un fortissima esplosione nel porto di Beirut ha causato migliaia di feriti e di morti nel porto della capitale libanese intorno alle 17 circa ora italiana. Beirut è troppo lontano per scrivere una cronaca vera di quanto sta capitando. Giornalisti e fotografi che si trovano sul posto racconteranno meglio di quanto possa fare io. Però i social media si sono presto riempiti di foto e di testimonianze,e di foto per la ricerca dei dispersi, oltre che di preghiere per i morti, che rende quelle persone tanto simili a noi. Fra i feriti c’è anche un militare italiano della missione Unifil.

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Video dell’incendio e dell’esplosione

Almeno 60 morti e 3000 feriti dall’esplosione

Le prime notizie delle fonti ufficiali del governo libanese hanno detto che una prima stima conta almeno 60 morti e 3000 feriti. L’esplosione ha provocato danni a edifici in un raggio di 10 km dall’epicentro.Sempre fonti libanesi dicono che una parte del silo di grano che si trova nel porto è crollato, un edificio della società di distribuzione dell’elettrica libanese (EDL) e una nava attraccata in posto sarebbero state gravemente danneggiate.

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esplosione a beirut
Fonte crisis repons di facebook

La prima valutazione da parte governativa

Le prime fonti governative date ai media locali hanno indicato una probabile dinamica dell’esplosione. Potrebbe essere tutto partito da un incendio provocato da un incidente con dei fuochi d’artificio presenti in un magazzino, che hanno provocato una prima esplosione. Una seconda esplosione ha poi coinvolto un deposito vicino che conteneva nitrato di ammonio, un materiale altamente esplosivo. Ambedue gli edifici erano vicini all’edificio Port Silos. Sul posto sono intervenuti sin dalla prima esplosione sia l’esercito libanese sia la Croce Rossa. Il servizio internet pare interrotto in alcune parti della città ma anche in altre parti del Libano.

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Forse non è un attentato terroristico

Le due esplosioni a poca distanza l’una dall’altra hanno richiamato alla mente uno schema terroristico già collaudato, in cui la prima esplosione, generalmente più piccola, serve ad attirare sul posto il maggior numero possibile di soccorritori, per colpirne il più possibile con una seconda e più potente esplosione. Una strategia che si è già vista sia l’11 settembre 2001 con l’attacco alle torri gemelle a New York e in altri attentati avvenuti in altre parti del mondo.

Non è però detto che nel caso di Beirut si tratti di un attentato. La vicinanza di un deposito di nitrato di ammonio e di un deposito di fuochi di artificio, nel mezzo di una zona densamente popolata, spalanca le porte alla possibilità di una tragedia annunciata. Vi è la possibilità che non sia finita. Secondo alcune notizie il tipo di fumo indica che la Beirut è coperta da una nube di acido nitrico tossico.

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Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica. Ora scrivo su alcune testate, coordino portali di informazione, sono una giornalista, e una Web and Seo Editor Specialist

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