Emanuele Monti. La cura di Del Donno anche all’ospedale di Varese
Lombardia. Una intervista telefonica al presidente della III Commissione permanente – Sanità e politiche sociali di regione Lombardia, Emanuele Monti, (Lega) è stata l’occasione per chiedere alcuni chiarimenti su alcune notizie particolari, per approfondire qualche aspetto.
Ed è così che ho saputo che anche all’ospedale di Varese, nel centro covid 19 dell’Asst, hanno iniziato le somministrazioni di plasma iperimmune seguendo il protocollo indicato dal team di studio elaborato dagli ospedali Carlo Poma di Mantova e San Matteo di Pavia, con i medici De Donno e Venturi. Il plasma Iperimmune è ricavato da donatori che si sono ammalati ma sono guariti dal Covid 19 e che sono scelti attraverso un test sierologico che individua la titolazione alta degli anticorpi, presenti sul posto.
Entro poco tempo il protocollo sarà attivo in tutte le provincie e in tutti i centri covid 19 della regione. Ogni azienda ospedaliera della Lombardia gestisce un centro covid 19. Ormai i malati gravi ricoverati, quelli che possono guarire con il plasma iperimmune, non sono molti, ma servono i donatori appena guariti dal Covid 19 che siano in grado di donare il sangue
Il punto sui contagi da Covid 19
E’ importante avere anche una visione sulla gestione dell’epidemia, che sembra in fase calante. Forse oramai un po’ di anticorpi li abbiamo tutti, positivi o negativi che si sia. Sembra che si respiri un po’ di più, Non sapremo mai cosa sarebbe successo se non avessimo fatto un lockdown di due mesi, se non fossimo stati a casa e avessimo continuato a lavorare e a muoverci.
10 milioni di persone che abitano, lavorano e si muovono in Lombardia, in un territorio piuttosto ristretto generano un tale numero di contatti giornalieri che poteva davvero essere impossibile gestire l’epidemia. Sembra che ce la si sia fatta, senza voler parlare troppo forte. Lo ha confermato anche il presidente Emanuele Monti.
“Oggi i dati della Lombardia per i nuovi contagi, il famoso tasso R.P., della Lombardia è minore della media nazionale. Questo significa che il contagio è sotto controllo. Anche i decessi sono in calo costante perché si riesce ad agganciare precocemente i positivi che non arrivano in ospedale in condizioni già critiche”.
RSA. Le case di riposo per gli anziani
Sono state il punto dolente di tutta l’emergenza sanitaria lombarda. Prima la dolorosa chiusura ai parenti, poi le morti, da soli, di tanti anziani. Il Covid le ha colpite duramente. Erano il punto più sensibile. In questo giorni, con tanta prudenza, la giunta regionale sta preparando una delibera che fissi le regole per l’accesso dei parenti e degli operatori alle Rsa per consentire la riapertura.
Si potrà anche ricominciare a vagliare le domande di ricovero degli anziani, che sono bloccate dal 24 aprile. La prima condizione sarà il tampone negativo dei pazienti prima dell’ingresso. Sono iniziative con cui si vuole evitare una nuova iperdiffusione del virus.
Intanto dall’inizio di settimana scorsa sono iniziati i tamponi ai pazienti di tutte le case di riposo. Una iniziativa in vista anche dell’applicazione di un protocollo pensato dal team degli ospedali Carlo Poma San Matteo. E’ risultato che il 30% dei ricoverati nelle Rsa è positivo al covid 19.
“Attualmente il ministero vorrebbe creare delle case di riposo covid 19. In regione Lombardia invece l’orientamento è quello di scegliere strutture sanitarie ad Hoc, in cui ricoverare gli ospiti delle rsa e quelli che hanno chiesto l’inserimento e che sono risultati positivi al tampone”.
La questione economica della Lombardia. Come siamo messi?
Vale la pena di avere qualche rassicurazione anche su questo punto di cui avevo parlato già in un articolo precedente. Ai Comuni sono stati destinati dalla regione 3 miliardi di euro, suddivisi per numero di abitanti, destinati ai cantieri delle opere pubbliche. Serviranno per liberare risorse dai bilanci comunali che sono in via di approvazione e per far ripartire cantieri pubblici fermi.
Emanuele Monti: un piano Marshall per la regione
Emanuele Monti ha definito il pian della regione un sostegno per il settore dell’edilizia e per un rilancio dell’occupazione. “ E’ un piano Marshall per la Lombardia la cui filosofia si scontra con le iniziative del governo che ha fatto un decreto Rilancio da 500 pagine, in cui c’è tutto e il contrario di tutto”.
L’autonomia regionale della Lombardia. “Tutto ciò che lo contrasta fa rima con statalismo”
Anche l’ultima domanda che ho fatto ad Emanuele Monti non riguarda direttamente la sanità. Riguarda piuttosto l’autonomia della Lombardia , per cui tre anni fa i Lombardi avevano votato in un referendum. Una questione rimasta sospesa, e non solo a causa dell’emergenza sanitaria. E’ una questione su cui i lombardi si aspettano concretezza e decisione.
Oggi più che mai, proprio a causa della crisi economica che si prospetta. Alla ripartenza dopo il lock down, Alle 7 del mattino,le strade che prima erano piene ora sono ancora vuote, così come i treni le metropolitane e gli altri mezzi pubblici. Un segnale che ancora tanti non hanno riaperto, e che la crisi economica post covid potrà essere un’altra emergenza.
Quello che è mancato allo Stato centrale è la possibilità di intervenitre immediatamente sulle situazioni. L’emergenza Covid lo ha messo in risalto bocciando lo statalismo. Ed è su questo unto che il commento politico di Emanuele Monti sul rapporto esistente fra crisi economica, epidemia e richiesta di autonomia regionale diventa importante.
“In questa situazione di emergenza è emersa ancora più forte la necessità di una vera Autonomia delle regioni. Sarebbe una vera boccata di ossigeno per la Lombardia e tutto quello che la contrasta fa rima in modo lampante con statalismo”.
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